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W le donne! Anzi no...

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Leggo gli appelli di Concita De Gregorio che, dalle pagine del suo giornale, esorta tutte le donne d’Italia a ribellarsi allo sconvolgente danno d’immagine loro recato d massa di veline, meteorine e meretricine che da anni tengono l’Italia per le palle.
Sobbalzo dalla sedia per lo stupore scorrendo la lettera di sdegno per gli atteggiamenti berlusconiani inviata a "Repubblica" da Giulia Bongiorno, che apparterrà anche alla terribile categoria della gente di giurisprudenza, ma non può certo essere annoverata tra le sovversive toghe rosse, unica vera piaga del nostro paese.
Ascolto un esercito di ragazze di ogni età esprimere il loro disgusto e la loro furiosa depressione per il continuo sminuire il concetto di femmina.
E, proprio come fa il nostro premier, mi sento anch’io eccitatissimo dallo spettacolo meraviglioso di tutte queste dame in fibrillazione, anche se ciò che esalta me non è, come nel caso di Papi, il dondolio di tette e culi, ma un arrapantissimo ribollio di cervelli e coscienze in subbuglio.

Immediatamente mi viene da esprimere tutta la mia felicità e il mio senso di partecipazione alzandomi in piedi e gridando “W le donne!”. Poi però mi affloscio sulle mie stesse gambe non appena mi ricordo che anche questa stupenda esclamazione – per lo meno per la gente della mia generazione - è stata irreversibilmente inquinata e corrotta dalla cul-turetta schiacciasassi del cavaliere.
Perché, come ricorderanno in molti, “W le donne” fu negli anni ’80 una delle trasmissioni-tormentone delle allora reti Fininvest, uno dei primissimi circhi di miss, pre-veline, donne viste solo come seduttrici, come sinonimo di piacere corporale, portatrici sane di doti “tipicamente femminili” messe in gara per vincere il prestigioso premio settimanale: una pelliccia e un viaggio alle Maldive.

Qualche stralcio di registrazione si riesce anche a trovare, in rete, e a mio parere, non ci fossero già centinaia di intercettazioni telefoniche a raccontare la concezione che Berlusconi (e con lui tutta la sua corte di lacchè e sostenitori vari) hanno della donna e dei suoi talenti, questi spezzoni sarebbero più che sufficienti per farci comprendere chi, ancora, lasciamo a capo del nostro governo.

Quasi superfluo ricordare che, tra le decine di pretendenti che si sfidarono allora per il ruolo di reginetta di Cologno Monzese come oggi si sfidano per quello di prescelta da bunga-bunga, si possa trovare anche Daniela Santanché, la stessa che ieri sera, ad "Annozero", strillava come una scimmia sotto metanfetamina difendendo con risibili argomentazioni colui che, prima ancora di essere il referente della sua fazione politica, 28 anni fa è stato l’occulto presidente della giuria di quello che prima era solo un programma televisivo creato ad hoc per stuzzicare le fantasie di un pubblico senza pretese, e poi è diventato un programma di governo per cittadini altrettanto senza pretese.


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