Magazine Viaggi

Wadi Rum, un deserto plasmato dall’acqua

Creato il 15 gennaio 2015 da Nonsoloturisti @viaggiatori
Wadi Rum, un deserto plasmato dall’acqua

Il Wadi Rum non è il deserto che tutti abbiamo nell'immaginario. Si tratta di un deserto roccioso e si trova in Giordania, al confine con l'Arabia Saudita.

Il suo nome deriva dall'acqua.

Wadi infatti significa "acqua". L'acqua del fiume che ha scavato la roccia creando negl'anni questo deserto.

Rum, invece, significa "alto" e richiama appunto le alture presenti in tutta l'area. Il monte più alto è il Jebel Rum (1754 metri).

Wadi Rum, un deserto plasmato dall’acqua

All'entrata del sito si possono ammirare i sette grandi pilastri della saggezza, uno dei massicci più imponenti e particolari del Wadi Rum. Il loro nome deriva dal libro omonimo del celebre Lawrence D'Arabia, la cui base operativa era proprio in questo deserto.

Il Wadi Rum è una meta eccezionale per gli amanti della natura, della storia e dello sport. Infatti è una meta di tutto rispetto per l'arrampicata sportiva.

Wadi Rum, un deserto plasmato dall’acqua

Uno dei modi migliori per esplorare questa parte della Giordania, è soggiornare in uno dei tanti campi di tende allestiti e nascosti fra le alture. Vivere nel deserto, anche se per poco, è un'esperienza unica. Tutto prende ritmi diversi. Le ore sono dettate solo dalla luce e non esiste fretta.

Quando arriva la notte, l'oscurità cala sul rosso della sabbia e le rocce. Le temperatura scendono e tutto si fa nero. Non ho mai visto un buio così intenso, condizione perfetta per ammirare un cielo incredibilmente stellato.

Appena arriva il giorno a riprendere spazio fra le dune, il sole si alza e il caldo scalda queste terre aride e silenti, dove le piste segnate dalle jeep s'intrecciano e si perdono, dove i beduini allevano i loro animali in spazi sconfinati e la vita, anche se le condizioni sembrano le peggiori, si rigenera in un ciclo infinito.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine