Wall Street ai massimi assoluti
Apple, Microsoft e Unitedhealth i migliori, scende Cisco. Sul Nasdaq salgono anche Facebook, Amgen e Vimpelcom, in calo Vertex Pharma.
Un’altra giornata a Wall Street che non è stata per nulla facile da decifrare, immediata risalita, quindi praticamente l’intera seduta trascorsa, per il Dow Jones, all’interno di un range di 50 punti, comincia ad essere un refrain che si ripete costantemente.
In questo modo abbiamo anche trovato il modo di ritoccare il massimo storico per l’indice di riferimento della Borsa statunitense, lo S&P500 che al fixing ha fatto segnare 2.121,10 punti superando di circa quattro punti il precedente record che risaliva al 24 aprile scorso.
Per quanto riguarda il Dow Jones, invece, nonostante l’ottima performance non è riuscito a superare il massimo stabilito all’inizio dello scorso mese di marzo. Da segnalare che oggi soltanto un titolo ha chiuso le contrattazioni ad un prezzo inferiore a quello della vigilia, abbiamo avuto tre rialzi superiori ai due punti percentuali, quindi ancora acquisti “a pioggia” che continuano a non convincermi.
Sembra quasi che il mercato sia costretto a comprare e quindi gli acquisti vengono equamente suddivisi sull’intero listino, naturalmente potrebbe essere una mia sensazione, ma effettivamente dallo scorso venerdì stiamo assistendo a sedute molto particolari.
Il dollaro si è ulteriormente indebolito al termine di una seduta davvero volatile, il cross, partito intorno a quota 1,135 è salito dapprima fino a 1,144 scendendo successivamente di nuovo verso quota 1,135 per concludere infine poco sopra il livello psicologico di 1,14.
Ma cerchiamo comunque di capire per quale motivo gli indici americani sono saliti di oltre un punto percentuale. Un solo dato macro, ma decisamente importante, come ogni giovedì sono state comunicate le prime richieste di sussidi alla disoccupazione, scese a 264.000 unità anziché salire a 275.000 unità come nelle attese.
Dato senza dubbio positivo, ma abbiamo detto e ripetuto più volte che i listini salivano con notizie negative che allontanavano la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed, quindi, perché questa performance?
Ebbene da giorni ormai il mercato si muove come se sapesse che la Fed in ogni caso non alzerà i tassi, basti pensare che da quando la Yellen, il 6 maggio scorso, ha messo in guardia gli investitori paventando un rischio bolla (in particolare per i titoli social media e biotech) il mercato è salito, in altri tempi non solo sarebbe disceso, ma addirittura letteralmente crollato.
Dow Jones (+1,06%) salgono in particolare colossi del calibro di Apple (+2,33%), Microsoft (+2,31%) ed Unitedhealth (+2,30%)
Solo Cisco Systems (-1,02%) ha chiuso con un ribasso.
S&P500 (+1,08%) alla faccia della Yellen vola ancora Facebook (+3,74%), ma a salire oltre il proprio record storico è Abbott Laboratories (+3,49%), quindi (sempre alla faccia della Yellen) il biotecnologico Amgen (+2,27%)
Pesante calo di Target (-3,20%), a seguire due titoli del comparto oil, Halliburton (-1,80%) e National Oilwell (-1,27%).
Nasdaq (+1,39%) esce da una fase laterale con un balzo rialzista Maxim Integrated Products (+4,86%), alle sue spalle un’altra bella seduta di Vimpelcom (+4,32%), quindi Cognizant Tech (+3,19%)
Scende ancora Vertex Pharma (-2,01%), momento davvero difficile per Wynn Resorts (-1,96%) quindi Ross Stores (-1,86%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro