S&P500 al record storico
Massimo assoluto per l’indice di riferimento di Wall Street, sono arrivati dati macro disastrosi che hanno così alimentato euforia sul mercato Usa.
In questo momento non ci potrebbe essere maggior dissonanza fra gli indici di Borsa e l’economia reale, i listini crescono per motivi che non hanno nulla a che vedere con l’effettivo valore dei titoli, siamo in completa bolla (non dico speculativa che potrebbe essere un termine fuorviante), cioè siamo in presenza di qualcosa di grosso, che all’interno non ha nulla, e che può scoppiare, dissolvendosi, da un momento all’altro.
Ma vediamo subito i due dati macro più significativi che sono stati resi noti in giornata, dapprima i prezzi all’importazione che a gennaio sono diminuiti del 2,8% si tratta del calo più forte dal 2008, ovviamente molto è dovuto dal crollo del costo dei carburanti, ma anche escludendo questa voce il dato sarebbe rimasto estremamente negativo (-0,7%).
Successivamente l’Università del Michigan ha comunicato il proprio indice che monitora la fiducia dei consumatori, ebbene, non solo non è aumentato come nelle previsioni (98,3 punti), ma è diminuito sensibilmente a 93,6 punti. I due sottoindici di cui è composto, quello relativo alle aspettative e quello riguardante le attuali condizioni, hanno contribuito in egual misura al risultato scendendo di pari passo.
Ed allora dopo Francoforte, il cui indice di riferimento, il Dax30, nel pomeriggio aveva stabilito il proprio massimo storico, New York non ha voluto essere da meno e lo S&P500 è salito dove non era mai arrivato, a 2.096,99 punti al termine dell’ennesima ottava positiva per la Borsa americana.
In questa prima metà del mese di febbraio lo S&P500 ha guadagnato il 5,11% una performance sbalorditiva, ottenuta evidentemente senza una motivazione plausibile visto che i dati macro sono risultati per la maggior parte deludenti.
Nessuna trimestrale di un certo interesse era prevista per oggi, ricordiamo che la prossima ottava si concluderà con le scadenze tecniche e potrebbe essere un punto di svolta.
Dow Jones (+0,26%) risale Caterpillar (+1,92%) così come Microsoft (+1,81%), beneficia del rimbalzo del petrolio Chevron (+1,73%)
Non si ferma la discesa di American Express (-2,98%) affossata da un downgrade, quindi prese di profitto su Pfizer (-0,66%) e Visa (-0,47%)
S&P500 (+0,41%) cerca la risalita Freeport McMoran (+4,21%) seguita da Apache Corp. (+3,82%) e Halliburton (+3,32%)
Nuovamente in calo, anche se distante dai minimi di giornata, Exelon (-2,70%), giunto al quinto ribasso nelle ultime sei sedute Southern Co. (-1,46%), infine Altria (-1,40%).
Nasdaq (+0,75%) cerca di uscire dalle sabbie mobile nelle quali si era impantanata Vimpelcom (+10,49%), nuovo record storico per Liberty Global (+5,42%), quindi Vertex Pharma (+3,68%)
Trimestrale deludente per Kraft (-2,64%), andamento contrario all’indice per Sirius XM Holding (-1,79%) la cui seduta, partita nel migliore dei modi va a terminare sul minimo di giornata. Quindi Monster Beverage (-1,48%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro