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War Horse.

Creato il 19 febbraio 2012 da Missbailing
Pubblicato il 19 febbraio 2012 da Bailing

Sono reduce dalla visione di War Horse, il nuovo film di Steven Spielberg.
Il motivo principale per cui il trailer di questo film mi aveva colpito al cuore e nutrivo grandissime aspettative è tutto racchiuso nel minuto 1 e 41 secondi.
Avete presente il primo piano del cavallo Joey?!?
Quell’espressione intensa, consapevole e vagamente intrepida?!

Ebbene, è più o meno la stessa espressione che ha il mio cavallo Sero quando si gira a controllare se per caso sono andata a prendere il suo barattolo dei biscotti o sto tagliando a fettine una mela apposta per lui.

E così sono andata al cinema senza mettere il mascara, rassegnata all’idea di piangere per 146 minuti consecutivi. Sfortunatamente però il primo tempo di War Horse si è rivelato così mortalmente noioso da affossare non poco la mia emotività e sono arrivata al secondo tempo tra uno sbadiglio e l’altro.

War Horse.
Per essere poi travolta a tradimento, stanca ed indifesa, da un secondo tempo ben più carico di pathos che mi ha fatto singhiozzare per 40 minuti consecutivi, agitandomi sulla mia poltroncina in preda ad autentici spasmi di dolore.

Il romanzo di Michael Morpurgo, da cui il film è tratto, aveva una caratteristica particolarmente originale che non è stato possibile mantenere sullo schermo: quella di narrare la storia attraverso il punto di vista del cavallo, le sue emozioni e i suoi “pensieri”.

E’ evidente come fosse possibile mantenere solo in minima parte il point of view equino sul grande schermo e purtroppo, persa questa caratteristica, War Horse si è inevitabilmente ridotto ad un film di guerra come tanti altri: un soldato Ryan più lieve e dolce amaro, girato fortunatamente alla vecchia maniera, senza 3D ed altre inutili diavolerie, ma con tutti i luoghi comuni del caso. Il peggiore di tutti quello dovuto al doppiaggio, che ha trasformato l’esercito tedesco in una sorta di macchietta alla Sturmtruppen.

Rimane comunque apprezzabile e degno di rispetto l’intento di Spielberg di dare voce agli eroi inconsapevoli e per lo più dimenticati della Grande Guerra: i quattro milioni di cavalli rimasti sul campo. Questo film è, in un certo senso, un atto d’amore per loro.

War Horse.

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