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War Horse – cavallo da guerra

Creato il 16 febbraio 2012 da Soloparolesparse

Ho avuto modo di vedere in anteprima e in lingua originale War Horse di Steven Spielberg grazie a Coming soon e Uci Cinemas, che ovviamente ringrazio.

Il buon vecchio Spielberg ci regala questa volta un drammone pieno di sentimenti e a tratti vagamente esagerato.

War Horse – cavallo da guerra

Albert si innamora pazzamente di un giovane puledro e lo alleva e ammaestra con passione.
Solo che la sua famiglia non è messa proprio benissimo quanto a finanze così allo splendido Joey tocca anche fare il cavallo da traino e quando l’Inghilterra entra nella Prima Guerra Mondiale il padre di Albert ne approfitta per vendere il cavallo all’esercito.

Albert va in crisi e si fa promettere dal militare che acquista il cavallo che glielo porterà indietro a fine guerra.
Quando poi compie diciannove anni anche il ragazzo parte per il fronte con la speranza di ritrovare il suo cavallo.

Nel frattempo seguiamo le vicissitudini del cavallo che passa dall’esercito inglese a quello tedesco, finisce nelle mani di una bambina, fugge tra le linee, viene recuperato e se la cava sempre per il rotto della cuffia.

Spielberg sfrutta il romanzo di Michael Morpurgo per raccontarci la Guerra, su questo ho pochi dubbi.
Il cavallo è lo splendido filo conduttore che ci accompagna tra le file inglesi, tra quelle tedesche, tra la popolazione, per scoprire che tra tutta questa gente non c’è differenza.
Sono tutti uomini finiti in mezzo ad un ingranaggio più grande di loro.

War Horse – cavallo da guerra

Ed il buon Steve non lesina sugli orrori e sulla crudezza quando è il caso di mostrarli: la scena al fronte ricorda decisamente il terribile inizio di Salvate il soldato Ryan.

Ma poi naturalmente c’è la storia d’amore tra l’uomo e l’animale, la favola che è più forte della realtà e riesce a superare anche gli ostacoli più incredibili, ma questo fa parte del gioco e provoca inevitabili occhi lucidi in sala.

Bravo l’intero cast, da Jeremy IrvinePeter Mullan, all’ottima Emily Watson, fino alla giovane Celine Buckens, ma è soprattutto l’interpretazione del cavallo a stupire (e visto che siamo in periodo di Oscar, a quando uno per gli addestratori?).

Tecnicamente il film è straordinario. Fotografia, inquadrature, ambientazioni, scene, tutto contribuisce a creare un clima da filmone importante.

Vi segnalo anche la curiosa ed esagerata scena dell’incontro tra le linee del fronte tra il soldato inglese e quello tedesco per aiutare il cavallo ferito… quando la storia si ferma per far spazio alla favola.


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