Questo breve e-Book, pubblicato nella collana Raggi della casa editrice Mezzotints, è la prima opera di Dario Tonani che leggo… anche se ho Cardanica che scalpita da quasi un anno, in attesa del suo turno. L’ho ricevuto mesi fa grazie all’abbonamento Hyper, ma in un momento davvero troppo nero perché avessi voglia di leggere. L’ho fatto adesso, in ritardo sul resto del mondo — come sempre.
W.A.R. si compone di due racconti ambientati in un mondo in cui la tecnologia, dopo aver conglobato l’uomo, comincia a cannibalizzare se stessa: Necroware e Poliarmoidi.
Ora. Prendete una fan dei morti viventi che da poco ha cominciato a leggere fantascienza, scanditele bene le parole Military Science Fiction e mettetele sotto il naso Necroware. La vedrete stringere il reader tra le mani, sussurrando con voce roca “Il mio tessssoro”, mentre si acquatta in un angolino buio della sua stanza.
Protagonisti sono i militech: soldati zombi autocoscienti, tenuti in vita da un software.
Facciamo subito la conoscenza di Stevan, una caccola, un vecchio modello di una generazione ormai superata, che rischia di essere fritto se non porta a termine la missione di assaltare un villaggio per recuperare parti di ricambio e cibo.
[...] si riallacciò al software ottico di Lince. Colori e numeri lo stordirono. La campagna rifiorì di telemetrie, icone pulsanti e croci di puntamento. A perdita d’occhio. Le case erano vasche di acqua trasparente nella quale erano immerse colonne di cifre in rapida successione. Tavoli, sedie, credenze, donne, apparecchi radio, bottiglie, bambini, donne, ricambi di trattore, scope, donne, vecchie che sbucciavano patate… Ragazze.
Stevan sgattaiolò nauseato da quell’universo di dati [...]
Subito dopo conosciamo Monaldi e la squadra che dà la caccia ai Militech, con l’obiettivo di catturarne uno vivo. Da qui, in un’alternanza dei punti di vista di Stevan e Monaldi, si snoda la vicenda che porterà le strade dei due a incrociarsi, in un mondo dominato da conflitti in cui le parti in causa “vampirizzano la guerra e ne sono vampirizzati”.
L’idea dei Militech da sola vale tutto il racconto — del quale, a un certo punto, si capisce dove voglia andare a parare. Nonostante questo, comunque, Necroware è stata una lettura interessante, anche se non proprio coinvolgente: a parte l’iniziale simpatia per Stevan, il resto del racconto non mi ha suscitato particolari emozioni. In più punti risulta pure confuso, a causa delle partite a ping pong tra vari personaggi, che fanno sentire la loro voce togliendola a Monaldi e a Stevan, per poi restituirgliela dopo una manciata di righe.
Tuttavia, il mondo dei Militech è una manna, per una come me, e quindi già mi sfrego le manine al pensiero che a Necroware seguiranno altri racconti. Il progetto è quello di realizzare una ”serie”, caratterizzata da diversi episodi e locations, da ”proiezioni” avanti e indietro nel tempo, fino a svelare, unendo tutti i fili apparentemente disgiunti, uno scenario globale inaspettato. QUI potete leggere l’articolo in cui Alessandro Manzetti, di Mezzotints Ebook, dà qualche anticipazione sull’uscita di ZombieDrone (racconto in lingua inglese) e qualche coordinata sulla serie dedicata ai Militech, che vedrà altre uscite anche in italiano — ovviamente.
Detto proprio fuori dai denti, Poliarmoidi è bello cattivo e inquietante, persino per me.
Anche in questo caso, alla base del racconto c’è un’idea che mi ha conquistata subito, per quanto semplice: un ex veterano e un ragazzino, in cerca di pezzi da rivendere al mercato nero, si trovano intrappolati in un vecchio cantiere sequestrato dalla Magistratura, assediati e attaccati da
«Intelligenze artificiali per uso bellico. Software obsoleto su hardware di merda. Costa aggiornarlo e costa smaltirlo. Ma al mercato nero si vende ancora alla grande. Lo sai come chiamano quegli affari? Poliarmoidi».
Due soli personaggi, questa volta, e il racconto funziona meglio. Anzi: funziona che è una meraviglia. Il focus è su Misha, un ex soldato, che a sua volta lo tiene su Karlo e sulle “troiette” che li braccano.
La narrazione procede in modo serrato, su due linee temporali: il presente e un passato recentissimo. Uno svolgimento che fa aumentare la tensione in modo progressivo e vertiginoso, fino alla perfida e terribile conclusione. Roba da mettere a tacere quella vena di bastardo cinismo che è in me e che mi aveva fatta sogghignare con Necroware.
Messa agli atti la mia spiccata preferenza per Poliarmoidi, nel complesso W.A.R. è una lettura che merita sicuramente.
Così come merita l’e-Book in sé, realizzato benissimo e con una copertina meravigliosa, disegnata da Daniele Serra.
Potete acquistarlo QUI. E fatevi l’abbonamento Hyper!