Watchmen scritto da Alan Moore e disegnato da Dave Gibbons rappresenta assime al Ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller, la svolta del fumetto super-eroistico verso tematiche più mature e scenari più oscuri, modificando l'intera concezione dei supereroi, togliendogli poteri, dignità e tutta la loro infinita certezza di stare dalla parte giusta.
Questa "rivoluzione dei comics" portata avanti soprattutto da Moore (ma anche da Miller, Morrison, Gaiman, Ellis), ha portato il medium fumetto ad un livello superiore, modificando tematiche ed ambientazioni, immergendo i protagonisti in scenari distopici, futuribili e contemporanei.
Negli anni 80 il fumetto statunitense diventa finalmente una "cosa da grandi", conquistando un pubblico più vasto over 25, in particolar modo quei giovani studenti universitari che in precedenza avevano snobbato questo genere di intrattenimento. La trama è un perfetto meccanismo ad orologeria, c'è tutto, il pretesto di un'indagine classica su un'omicidio apre infiniti scenari e storie parallele. Sorprendenti le infinite citazioni sparse nel tessuto narrativo. Il disegno di Gibbons è ben fatto, un tratto semplice, accademico, senza fronzoli: non distrae dalla complessità della storia, da seguire in ogni sua nota e dialogo (anche quelli più prolissi!).
Alan Moore
Moore propone l'uso ricorrente ed echeggiante dei simboli e del testo, tanto che, ogni vignetta ha fino a tre diversi piani di lettura, mettendo il lettore in condizione di seguire solamente la trama del fumetto, di leggere gli inserti per gli approfondimente o "ripassare" il tutto, andando a scrutare cosa avviene nelle scene laterali o sul fondo. Watchmen è un mondo alternativo ambientato nel nostro mondo, per questo perfettamente delineato con la nostra storia. Moore crea un contesto dove inserire i suoi eroi in maschera, che sono anti-eroi, non adatti a questo ruolo, incapaci di esserlo, costretti al compromesso per salvare l'umanità, ma comunque destinati a fallire.Watchmen considera in chiave critica la figura del super-eroe, tanto cara alla tradizione fumettistica anglosassone. Che cosa succede quando viene a mancare quella moralità che diamo per scontata nel comportamento di chi si fa carico di garantire l’ordine e la legge; allora ‘chi sorveglia i sorveglianti’?
Questo è forse uno degli interrogativi di fondo dell’opera di Moore , insieme ad altri: continua ad avere senso un piano di giustizia perseguito anche a discapito di chi dovrebbe proteggere? e chi dovrebbe decidere chi difendere, e come? Watchmen è stato scritto e ambientato negli ultimi anni della Guerra Fredda, periodo storico nel quale queste domande erano sicuramente sentite più che mai, ma ancora oggi non mancano casi che sollevano dubbi di questo tipo, anche a casa nostra. Per quanto riguarda il film, la recente trasposizione di Zack Snyder, uscita nelle sale nel 2009, riesce tutto sommato ad esprimere visivamente il mondo creato da Moore e Gibbons, modificando lievemente il finale, magari, ammodernandolo un pò.
I puristi storgono il naso, però bisogna ammettere che racchiudere in una pellicola di due ore e mezza una graphic novel come Watchmen era un'impresa ardua, se non impossibile.
Snyder vi è riuscito, almeno in parte, creando un cast fantastico (Il Comico , Rorschach e Dr Manhattan su tutti), con un'ottima colonna sonora, riproducendo alcuni dialoghi in modo magistrale.
Nell'insieme sono andati persi molti dettagli ed alcune perle, come i "Racconti del Vascello Neno", il fumetto dentro al fumetto, un esempio di metanarrazione postmoderna utilizzata per mettere in risalto i temi della trama principale.
Un consiglio: guardatelo dopo aver letto il fumetto (lo si trova anche in biblioteca ormai!), perchè nonostante i gradevoli sforzi della computer grafica non c'è paragone che tenga. Stravince la sobrietà e la pulizia del cartaceo a tutto discapito del medium visivo che, diluendo e mozzicando la trama, rende il film un tantino lento, faticoso e leggermente sensazionalista per chi affronta Watchmen per la prima volta. Appare, invece, assai più dispersivo e frammentario per chi vuol sentire ogni battuta uguale uguale a come l'ha letta tempo fa, sul suo bel volumone.
(Royal Driver, Sbrillo!)