We Are Not Dead: come la guerra cambia i soldati

La fotografa Lalage Snow ha realizzato un interessante progetto intitolato We Are Not The Dead. Per questo lavoro, durato 8 mesi, la Snow ha deciso di intervistare e fotografare alcuni dei componenti del primo battaglione del Royal Regiment of Scotland, in tre momenti differenti: prima di essere inviati in Afghanistan, dopo tre mesi di servizio e alcuni giorni dopo il rientro a casa. I loro volti dicono più di mille parole. La fotografa inglese è riuscita infatti a catturare sia le espressioni di uomini innocenti, sia la loro trasformazione, avvenuta in meno di un anno.

Mettendo a confronto i tre pannelli, lo spettatore può osservare i cambiamenti fisici di un soldato di stanza in una zona di guerra. Si tratta di ritratti che raccontano la paura di essere feriti o uccisi, la sofferenza provata nel perdere un amico in battaglia, la nostalgia di casa.

All’interno della serie We Are Not The Dead ogni trittico è accompagnato dai pensieri e dai sentimenti di ciascuno dei militari, che ci aiutano a comprendere il loro stato mentale ed emotivo in ogni ognuno dei tre momenti. L’intenzione principale di Lalage Snow è quella di onorare il coraggio di questi uomini, ma il suo desiderio è anche quello di attirare l’attenzione sulla trasformazione psicologica di ogni soldato.

In merito al suo lavoro la fotografa afferma: “Si tratta di un progetto molto personale, che nasce dall’aver interagito con i militari per 4 anni, sia in Iraq che in Afghanistan, e dalla voglia di testimoniare come molti giovani al termine di questa esperienza siano ombre di se stessi e, in molti casi, tornano a casa con profonde cicatrici psicologiche … We Are The Not Dead è un tentativo di dare a questi giovani coraggiosi la possibilità di spiegare cosa gli succede realmente”.