Scelgo la frase iniziale di una vecchia canzone dei Fatboy Slim (“Praise you” = “Lodarti”), la frase che dice “abbiamo fatto un lungo tratto di strada insieme”, per questa giornata storica e tanto attesa in cui hanno avuto inizio le operazioni di voto per le elezione presidenziali in Egitto, in 27 governatorati (primo turno oggi e domani).
Vi concorrono 11 candidati, a 15 mesi dalla caduta di Mubarak. Sono 53 milioni di votanti, di cui l’11% dal Cairo (fonte: Egypt Independent). Sono previsti eventuali ballottaggi a giugno. Secondo l’attuale dichiarazione costituzionale, il Presidente gode di ampi poteri, come quelli di riunire il Parlamento, eleggere il consiglio dei ministri e il Primo Ministro, oltre che naturalmente la rappresentanza del Paese a livello nazionale ed internazionale. Poiché però la costituzione è stata sospesa durante le varie fasi della rivoluzione, si vive il paradosso di un’elezione presidenziale che ha luogo senza avere chiari e palesati i poteri che gli competeranno.
Mubarak e suo figlio Gamal avranno diritto di voto. Quasi tutti i lavoratori che operano nelle zone turistiche del Mar Rosso sono residenti nelle città, a 8 o 10 ore di viaggio di distanza. Purtroppo è stato loro impedito di votare in un governatorato che non sia il loro, in cui non abbiano la residenza (una grossa fetta di votanti tagliata fuori). Qui si possono leggere (in inglese) gli aggiornamenti su come proseguono le elezioni nelle diverse aree: http://www.egyptindependent.com/news/live-updates-candidates-cast-their-ballots .
Il voto avviene “dopo le legislative vinte dai Fratelli Musulmani, i militari controllano ancora il Paese, ma hanno promesso di restituire il potere ai civili subito dopo l’elezione del nuovo Presidente. Il candidato più vicino all’esercito è l’ex militare Ahmed Shafiq, ultimo Premier del regime di Mubarak, mentre l’elettorato islamico è diviso tra l’esponente dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi e Abdel Moneim Aboul Foutouh. Tra i favoriti anche l’ex leader della Lega Araba Amr Moussa e il nasseriano Hamdeen Sabbahi.” (fonte Euronews).
“Malgrado i sondaggi, esercizio nuovo di democrazia in un Paese che in un solo colpo ha anche scoperto i talk show e i faccia a faccia tv fra candidati, conditi di accuse, polemiche e argomenti finora tabù, come lo stato di salute dei possibili presidenti, fare pronostici sull’esito delle urne è praticamente impossibile. Le conversazioni in strada, nei bar e in famiglia vertono da settimane quasi esclusivamente sulle presidenziali e su quale candidato sostenere.” (Fonte: TG24).
Qui il servizio di Daily Motion.
Le sfide che attendono il nuovo Presidente sono grandi e pesanti. Povertà, corruzione e rafforzamento della pubblica sicurezza sono solo alcune di esse. Chi ama quel Paese, gli mandi una speranza, una preghiera, un pensiero positivo o gli dedichi due righe, un brindisi o un fiore.