Eccoci con un nuovo Web Book. Torniamo a parlare si Stefania Auci, una delle autrici italiane fantasy (un buon mix fra paranormal e urban fantasy) che meritano di essere lette per aver riportato, a mio avvito, i vampiri ai loro tempi d’oro. Ho letto una raccolta di racconti di Stefania Auci e devo dire che, per un vecchio amante del caro Vampiro con la V maiuscola, il suo stile e i suoi personaggi sono una boccata d’aria fresca fra tanto sbrilluccicamento!
Tornando alla questione primaria, la nostra Stefania Auci è tornata da noi con un nuovo romanzo. Questa volta però si è gettata nell’avventura del romanzo virtuale a puntate. Io l’ho letto e direi proprio che merita!
Titolo: AULD REEKIE
Autore: Stefania Auci
Serie: #
Edito da: Autopubblicato attraverso la pubblicazione a puntate sul blog
Prezzo: Gratis!
Uscita: 2010. In corso di pubblicazione
Genere: Adult Fantasy, Vampiri
Pagine: ??? p.
Trama: Scozia, 1846.
Da secoli, una comunità di vampiri vive a Edimburgo mescolandosi agli umani, condividendone l’esistenza.
Il loro capo e padre è Samuel, bellissimo e crudele. Assieme a lui vivono Joanne, Lizzie e Ester, sue sorelle di sangue e con i figli da lui creati: Will, Oliver e Zachary. Pochi giorni prima di tornare tra le montagne delle Trossachs, giunge presso la loro residenza di Canongate una lettera drammatica dai loro simili che vivono a Londra.
La caccia è aperta.
La Fratellanza della Luce, una società segreta di cacciatori di vampiri ha sferrato un’offensiva senza precedenti: la sede delle comunità di Londra e di Cardiff è stata distrutta e quasi tutti i vampiri sono stati sterminati; stessa sorte è toccata alla famiglia di Newcastle.
Samuel e i suoi sono i prossimi obiettivi dello sterminio. Per battere i nemici sul tempo, Samuel e Joanne cercano di scoprire se il loro osservatore, un famoso medico, sospetti davvero della loro presenza a Edimburgo e, con un pretesto, lo invitano della loro residenza.
Dal canto suo, George Dyce è intimorito della bella e algida coppia ma non ha alcuna prova tranne vaghe, inquietanti sensazioni. Sarà l’arrivo di Burgess e Corbidge, i due capi dei Fratelli della Luce, a completare il quadro e a portare i cacciatori sulle tracce dei misteriosi abitanti del numero 15 di Canongate. La certezza giunge nel momento in cui viene ritrovato il corpo di una giovane donna, Bridget, che reca i segni inequivocabili di un morso.
A nulla valgono i tentativi di depistaggio posti in essere da Joanne e Samuel. La sede dei vampiri di Edimburgo viene assaltata, data alle fiamme e distrutta.
Samuel perde tutto. Le sorelle che gli sono state vicine per secoli sono cenere, i suoi figli sono braccati e disorientati, non hanno più un luogo dove nascondersi.
Edimburgo è divenuta teatro di una guerra senza quartiere, in cui diviene difficile distinguere chi è il mostro e chi l’essere umano, e qual è il confine tra giustizia e crudeltà.
Rifugiatisi in una casa d’appuntamenti gestita da un’amica di Will, Samuel assieme a Oliver divenuto il suo Guardiano, a Will, Zachary e John decide di riprendersi ciò che è suo. Ad ogni costo.
E la sua sarà una vendetta che non risparmierà nessuno…
Stefania Auci;
Stefani Auci è nata nella piccola città di Trapani. La sua famiglia le ha insegnato molte cose, prima fra tutte, un amore immenso per i libri e per la lettura, l’arte e la musica.
Dopo aver girato un po’ per l’Italia, si è stabilita a Palermo, con il marito ed i figli. Ha alle spalle esperienze differenti, che hanno rappresentato altrettanti modi per cercare la sua identità lavorativa e personale: segretaria d’orchestra, insegnante di diritto, per un breve periodo anche avvocato e cancelliere presso un Tribunale del centro Italia. Proprio quest’ultima esperienza, (conclusasi in maniera infelice a causa di una dirigenza che non ha ritenuto utile salvaguardare una madre lavoratrice) l’ ha riportato sui passi del primo amore. La scrittura.
Scrive da quando aveva dodici anni. A sedici ha scritto il suo primo paranormal, su tre quaderni a quadri che conserva come un tesoro.
Quella che presenta oggi è la sua Prima Opera, una raccolta di racconti tratti dalla sua “grande storia”: Moray Place 12, Edimburgo. Una vicenda articolata su tre volumi, che è nata in un pomeriggio di un gennaio caldo del 2008 e che è alla ricerca di un editore.
Il volume che raccoglie questi racconti, delle slices of life in verità, si chiama “Hidden in the dark”, nella collana Rossocuore (curatrici S. Catastini e C. Contili) ed è edito dalla 0111 edizioni di S. Lovati
Sitoweb: http://www.morayplace12.blogspot.com/
PROLOGO:
Londra, agosto 1846
C’era stato un incendio quella notte. Volute di fumo scuro velavano il cielo di un’alba appena accennata. Il puzzo di bruciato impregnava l’aria più del tanfo di carbone e fango che avvolgeva la capitale come una coltre.
Una palazzina tranquilla, in una stradina solitaria del quartiere di Kensigton era andata a fuoco e nulla aveva potuto salvare i suoi abitanti. Erano morti, tutti. Poliziotti e curiosi erano andati via in fretta. Non c’era più nulla da vedere, niente da prendere. Ormai la casa era uno scheletro abbandonato, le macerie dell’edificio erano simili a ossa annerite, coperte di fuliggine. Eppure… Alcuni uomini in abiti scuri si aggiravano tra le rovine senza parlare, scostando pezzi di legno, frugando alla ricerca di qualcosa che il fuoco aveva risparmiato. Non erano razziatori, si capiva dal modo in cui si muovevano: attento, gli occhi fissi a terra, le mani inguantate che sollevavano le assi risparmiate dal fuoco con cura. Uno di loro, un uomo leggermente claudicante, vestito con uno spesso mantello scuro, teneva un cappello calato sugli occhi e dirigeva i suoi compagni con gesti secchi, mentre il suo sguardo scivolava tra cenere e rovine. Sì, stavano cercando qualcosa. A un tratto, un uomo ebbe un piccolo grido di trionfo: c’era una piccola cassaforte incastrata in un muro pericolante. L’incendio non sembrava averla danneggiata. Era salda, al suo posto. L’uomo zoppo si avvicinò e represse un gesto di esultanza. «Staccatela da muro e portatela alla sede della Fratellanza. Che non vi veda nessuno» ordinò a bassa voce. L’uomo che aveva trovato la cassaforte sorrise. «Me ne occuperò io», mormorò, lasciando scorrere la mano lungo il pannello di metallo. «Ci saranno gioielli dentro?» chiese poi, con la voce incrinata. Lo zoppo sospirò, piano. «Oh, può darsi… ma non è questo ciò che ci interessa. Giusto?». L’altro annuì, con una smorfia. «No», considerò, guardandosi attorno. Dai suoi occhi affiorò un disagio improvviso e si allontanò di qualche passo. «Ne abbiamo eliminati parecchi, ieri sera. E’ stato impressionante vederli morire così, accartocciarsi e ridursi in cenere… Non lo dimenticherò tanto facilmente», ammise in un soffio. «Non li abbiamo uccisi, Richard», lo interruppe l’uomo. «Non abbiamo ammazzato nessuno: erano già morti da decenni o ancor di più. Sono senza anima, corpi senza sangue, parassiti schifosi che devono essere distrutti senza tentennamenti. Essi sovvertono l’ordine della vita con la loro sola presenza. Noi siamo I Fratelli della Luce, non siamo ne assassini, né ladri o torturatori. È nostro compito quello di rimettere ordine nel mondo. Ricordalo. Sempre».
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