Web, pedofilia a cyber bullismo

Da Simonetta Frongia
Non si tratta di demonizzare i social-network evidenziandone sempre i potenziali rischi, ma di promuovere degli stessi un uso avvertito e consapevole, e di invitare i genitori di figli minorenni a non abbassare mai la guardia nei confronti dei fenomeni sociali pericolosi che dilagano nella rete: la pedofilia e il bullismo on-line sono i principali. A richiamare l’attenzione su di essi è un’inchiesta condotta per conto della Commissione Ue: su 14 siti posti sotto osservazione, solo due – Bebo e MySpace – assicurano i controlli necessari per assicurarsi che estranei non possano accedere ai profili. “Sono deluso dal fatto che il maggior numero dei social-network non riesca a garantire che i profili dei minori siano accessibili soltanto dai contatti approvati per default”, ha detto il vice-presidente della Commissione Ue, Neelie Kroes. Secondo Bruxelles, il numero dei minori che usano Internet e si iscrivono ai social network sta crescendo (ad usarli è il 77 per cento del ragazzini tra i 13 e i 16 anni; il 38 per cento di quelli 9-12). Kroes inviterà le aziende a modificare il “quadro di auto-regolamentazione” in discussione. “Non si tratta solo di proteggere i minori da contatti non voluti ma anche di proteggere la loro reputazione on-line: i giovani non comprendono appieno le conseguenze del rivelare troppo della loro vita personale on-line”. Particolarmente preoccupante la pratica del ‘tagging’ delle immagini delle persone, che aumenta il rischio del cyber-bullismo, secondo l’esecutivo Ue. I test, condotti intorno alla fine dell’anno, hanno riguardato Arto, Bebo, Facebook, Giovani.it, Hyves, Myspace, Nasza-klaza.pl, Netlog, One.lt, Rate.ee, SchulerVZ, IRC Galleria, Tuenti e Zap.lu. La Commissione ha apprezzato il fatto che 12 dei siti rendano impossibile trovare il profilo di un ragazzino attraverso i motori di ricerca come Yahoo e Google (un passo avanti rispetto ai sei siti di due anni fa). La Commissione ha aggiunto che quest’anno saranno testati altri nove siti che hanno firmato un codice di autoregolamentazione. Tra l’altro, un’indagine Ue quest’anno ha rivelato che poco più della metà dei bambini di 11-12 anni sapeva come cambiare le impostazioni di privacy.
http://www.figliefamiglia.it/2011/06/il-cyber-bullismo-e-la-pedofilia-corrono-sui-social-network-il-monito-ue/ 

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