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Ma, quando questo non basta, ci si raduna e si decide di farli, questi Serial. Il principale problema moderno è che le idee ci sarebbero ma non trovano la moneta per finalizzarsi. Ed ecco qui che ci viene incontro il web. In genere a mettersi in gioco sono i cari youtubers che, dopo anni di visualizzazioni e condivisioni, hanno dato luogo e seguito alla loro serial dipendenza.
Se non li conoscete ve ne citerò alcuni in maniera piuttosto generica, senza fare i vari giudizi del caso, poiché, a differenza delle produzioni vere e proprie, non è facile passare da appassionati-fan a produttori di se stessi a costo zero (o quasi). Ognuno di queste serie che seguo ha detto qualcosa e ha il suo seguito di pubblico, infatti sono i più visti al momento. Il mio consiglio è di vederli e giudicarli nell’ottica che dietro non ci sono logiche commerciali ma semplicemente idee che vogliono mostrarsi.
Il primo, perché ha fatto da sparti acque nel mondo delle serie (il SITO ed il primo video), è Freaks! The series.
La storia comincia con un incidente capitato a Giulia, Marco, Andrea, Viola e Silvio, cinque ragazzi qualunque che si incontrano prima di svenire allo stesso tempo. Quando si risvegliano, 4 mesi dopo, scoprono di possedere delle capacità speciali e di non avere alcun ricordo di quello che è successo. Il gruppo cercherà di capire il significato di tutto ciò confrontandosi il più delle volte con eventi molto strani.
Il richiamo a MisFits è molto vicino, ma meglio una piccola sbirciata a una serie televisiva che niente visto che nella nostra televisione non c’è nessun riferimento al horror-paranormale. La stessa tecnica imita in tutto e per tutto il genere, con un bel applauso agli attori ai trucchi, alle musiche e agli effetti che sono stati preparati e dosati nel modo giusto. Il successo è stato così coinvolgente e di richiamo che già da diversi mesi è cominciata la seconda stagione che potete seguire sul sito.
Il secondo è Lost in Google (QUI per il promo).
La storia comincia durante un tranquillo giorno di lavoro per i The Jackal, (una casa di produzione creata da dei ragazzi) Ruzzo Simone (che interpreta se stesso) e la sua collega Proxy decidono di cercare per gioco i propri nomi su internet. Quando Proxy chiede a Simone se ha mai provato a cercare "Google" su Google, lui non riesce a resistere alla tentazione e lo digita. Questo gesto apparentemente innocuo apre un pericoloso portale tra la nostra realtà e quella virtuale, proiettando Simone nel web e confrontandosi con le varie “pagine” o motori di ricerca.
L’innovazione portata dai The Jackal sta nel portare uno schema della letteratura “il libro game”: nell’interattività della rete, difatti, di episodio in episodio vengono scelti i commenti dagli utenti e quelli che risulteranno essere più funzionali e coerenti con la story line principale verranno girati e poi montati. Perciò il destino dei personaggi è in mano allo spettatore che, inevitabilmente, diventa fan e coautore.
A differenza del primo, questo ha un produzione già un po’ più elaborata, quindi può contare su delle Guest Star famose nel panorama dei media, eppure ciò non toglie la bravura tecnica, l’originalità nel coinvolgere temi quotidiani e gli effetti visivi veramente di grande pregio.
Il terzo che seguo è Stuck-The Chronicles of David Rea-(Clicca qui per il prologo).
La storia è ben diversa, David Rea è un emotional trainer specializzato nello sbloccare le persone quando si trovano in uno stato di blocco emotivo; è dunque una specie di psicologo/terapeuta che si concentra soprattutto sulla sfera dei rapporti intimi tra le persone e la loro situazione “sessuale”. I richiami sono rivolti ai vari Lie To Me e serie del genere, ma la vera novità è quella di essere recitata in inglese con la possibilità di usufruire dei sottotitoli in italiano (opzione che finora non avevo mai sfruttato ^^”).
A prescindere da questo, la serie è divertente e la regia di Ivan Silvestrini non passa inosservata; insomma, si vede che è del mestiere. A differenza delle altre due serie punta molto di più sui personaggi che, in meno di 20 minuti, vengono delineati nel giusto modo.
Questa piccola lista è stata stilata per farvi notare come queste "sperimentazioni" siano un ottimo esempio di come si può fare intrattenimento con le idee e voglia di fare, anche perché, se vogliamo essere un po’ pignoli, non hanno nulla da invidiare a determinate serie-fiction tutte italiane.
Penso che le web series siano una finestra aperta che tenta di portare freschezza e novità nel panorama visivo: si consolidano tra i più giovani, ma solo perché sono i principali usufruitori del web, e perché sono autoreferenziali o comunque “chiuse” nel loro canale di comunicazione, tutte cose a cui, inevitabilmente, devono fare ricorso per cercare di sopravvivere.
Alla prossima settimana,
SherwillQuesto opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
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