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Web writer allo sbaraglio: stop all’approssimazione

Da Maria Grazia @MGraziaPiem

Web writer allo sbaraglio: stop all’approssimazione

Il primo post di questo blog risale al 2009, quando sapevo a malapena cosa volesse dire blog, e quando scrivere era un hobby e niente più. Tra il 2009 e il 2013 ci sono stati quattro anni di esperienze, letture, incontri, lavori, percorsi e trascorsi personali che mi fanno riflettere e dire: “ehi, ma come cavolo l’ho usato questo blog?”. Scorro l’archivio e leggo post che adesso non scriverei mai, altri che mi fanno tenerezza. E poi ci sono quei post che mi fanno pensare: ok, dov’è la voragine in cui sprofondare?
Da ex web writer allo sbaraglio, sto ripartendo da nuove basi decisamente più consapevoli. Per esempio, guardo indietro e riconosco chiaramente quali sono stati i miei più grandi errori, quelli da cui imparare e lasciare lì, dietro di me.

Blog = Diario = Sfogo personale. Lo stile da “caro diario nessuno mi capisce a questo mondo” è inutile e pericoloso. Inutile perché lo sfogo personale non interessa a nessuno, pericoloso perché si mettono sulla web-piazza seghe mentali fisime personali che nessuno prenderà sul serio. L’unica soluzione è cambiare registro. Subito!

Fiumi di parole… superflue. Il web writer ha una grande sfida davanti a sé: esprimere un concetto in modo esaustivo (o quasi) con meno parole possibile. Voli pindarici, excursus storici e descrizioni accurate riserviamoli ai nostri esercizi di stile. Ok?

Titoli ad trombam. In questa casistica rientrano quei post di cui mi vergogno e di cui, anni fa, andavo fiera. L’80% degli utenti si ferma al titolo e non legge il resto del post. Quindi stop alle frasi introspettive, alle perle di saggezza (?) e ai titoli ermetici: perché sforzarsi di capirli se si può cambiare sito? Infatti.

Commenti. Chi?! I commenti sono una miniera di suggerimenti, indicazioni, confronti e spunti. Il commento è l’opinione diretta di chi ha letto il post e vuole dirti la sua. Peccato che, almeno all’inizio, i commenti arrivano solo dagli amici ed è difficile resistere alla tentazione di rispondere con estrema confidenza o facendo riferimento a cose che non riguardano il post ma il rapporto di amicizia nella vita offline. Ecco, a questa tentazione si deve fortissimamente resistere.

Social network, devo per forza? Sì, devi. Se anche tu soffri la sindrome dello scrittore timido, devi curarti in fretta. Scrivere per il web e non condividere le proprie scritture sui social è un po’ come preparare un’abbondante cena e non offrirla ad amici e parenti. Occhio però: ogni social ha le sue regole, i suoi tempi e il suo linguaggio. È meglio conoscerli da vicino prima di commettere errori grossolani.

Il breve viaggio nel mio passato da web writer allo sbaraglio mi ha fatto rendere conto di quanto possano essere importanti gli errori, e di quanto sia altrettanto bello ripartire da questi per mettersi in gioco sul serio. Se curiosi un po’ sul blog e vuoi aggiungere altri errori alla mia top 5 allo sbaraglio, cosa aspetti: i commenti servono a questo.


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