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Dopo L'Aquila e Haiti, dopo il Cile, è ora la volta di India e Cina, dove i monsoni e i vari nubifragi mietono vittime giornalmente. Nel week-end un fiume di fango ha colpito la Cina che registra circa 130 morti e più di 2000 dispersi, analoga la situazione in India dove i morti salgono oltre quota 150. Eppure questi stati sono abituati da anni al periodo monsonico, ma non è bastato, la furia della natura si abbatte sempre più forte ogni anno come a cercare di rangiungere un culmine. Solo nell'ultimo anno si è arrivati a 2.100 morti in Cina a causa delle piogge torrenziali e il numero degli sfollati ammonta a circa 12.000, il numero è in crescita e non si vede luce alla fine di questo tunnel.Recentemente il vulcano impronunciabile dell'Islanda ha bloccato tutto il traffico aereo mondiale con le sue ceneri, e anche se le vittime in Islanda sono state molto contenute, ha comunque sorpreso come un fulmine a ciel sereno.Come se non bastasse, l'uomo ci mette del suo. Il disastro ambientale del golfo del Messico non è un caso isolato, certo le dimensioni non sono le stesse (per fortuna!), ma periodicamente a causa di guasti o collisioni tra navi petroliere, come in questo week end in India, migliaia di barili di greggio si riversano nei nostri mari e oceani, devastando flora e fauna, e andando ancora di più a minare l'equilibrio molto fragile fra uomo e natura. Circa 5.000 tonnellate di carburanti stanno uscendo a Mumbai dalla nave, riversandosi sulle coste. Si rischia il collasso ambientale anche in India, dopo quello in America.Se in Africa si registra la siccità maggiore degli ultimi 10 anni, e dove gli animali predatori sono costretti a scacciare i loro fratelli e figli dai branchi per sopravvivere, la situazione più assurda si verifica in Europa.Non si è affatto preparati ad un agosto all'insegna delle intemperie, nel week end appena trascorso siamo costretti a contare i morti del maltempo in Germania, Repubblica Ceca, Lituania e Polonia. Le piogge torrenziali e i venti forti hanno causato una serie di inondazioni fatali nel centro dell'Europa, si contano vittime e sfollati nel mese in cui tutti si aspettano caldo e sole, ed è emergenza.E infine c'è la Russia, il paese più freddo del nostro continente, alle prese col fuoco, il gigantesco incendio che attanaglia da giorni Mosca da molto da pensare. Si è recentemente scongiurato il pericolo dell'incendio accanto alle centrali nucleari, ma non si riesce a domare il focolaio principale che continua a diramarsi.Se tutto questo non vi ha dato spunti, provo a farvi riflettere io stesso.Quando le piante o gli animali si sentono minacciati, apportano dei cambiamenti repentini alla loro chimica, modificando il loro comportamento o producendo dei veleni che possano difenderli dal pericolo imminente. Il nostro pianeta da tempo bersagliato da inquinamento e deforestazione sta accusando il colpo e cerca di reagire, le stagioni stanno modificando il proprio essere, i fenomeni tettonici e atmosferici si stanno intensificando, siamo entrati in un vortice dal quale è molto difficile uscire.Conosciamo il problema dell'effetto serra, ma continuiamo ad inquinare, conosciamo il pericolo di costruire e abitare in zone sismiche o vulcaniche, ma lo facciamo comunque, sappiamo quanto sia importante non disboscare o costruire alle pendici dei monti per non provocare frane, ma ancora una volta ce ne freghiamo. Per tutte queste ragioni, e per quelle citate prima, come il disastro del golfo del Messico, stiamo diventando un problema per il nostro pianeta, e la Terra cerca di difendersi.Non sono un Maya, non sono un Egizio, non sono un astrologo o uno studioso, sono un semplice osservatore, e in ciò che vedo qualcosa non mi torna.
di Cristian Amadei
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