Il cuore ce lo avevo già stretto e verticale ieri sera quando l’ho messo a nanna.
- Buonanotte amore mio, ti amo tanto, la mamma ti ama tanto.
- Silvia non lo stai imbarcando per un viaggio transoceanico diretto dagli zii ricchi d’America. Va a Caserta dalla nonna per un week end.
-Starà bene?
- Starà benissimo, dimenticherà ogni genere di regola, si sfrenerà con il cuginetto fino a sera tardi, mangerà qualunque tipo di biscotto esistente sulla terra e allagherà il bagno con i tappi dello shampoo. Starà da Dio.
- Sei sicuro che stiamo facendo la cosa giusta. Cioè non saremo un po’ egoisti?
- Ad andare a Bruxelles per un week end di lavoro? Non mi pare.
- Quindi non mi devo sentire in colpa se abbiamo deciso di partire un giorno prima, di passare la prima notte a Parigi,noi due soli come quando ci vivevamo, di tornare a mangiare in quel bistrot sul Canal saint Martain vicino alla casa dove lo abbiamo concepito, di rivedere tutti i nostri amici parigini, tirare tardi la notte, dormire fino a tardi la mattina dopo e farci portare la colazione in camera?
-Lui al posto tuo avrebbe fatto lo stesso.
Ho pensato che questa fosse un’ottima risposta. Non ha sedato il senso di colpa, ma mi ha permesso di passare indenne la notte.
Come dice la mia amica Linda, non ti posso dire di non sentirti in colpa che tanto non serve a niente, ma visto che parti allora goditi ogni singolissimo momento di questo viaggio.
Così stamattina, lo abbiamo portato alla stazione dove lui e la sua tata si sono sistemati come due viaggiatori provetti. Ci ha salutati sorridente agitando un pezzo di pane come un fazzoletto e si è buttato a pesce ad arraffare tutto ciò che gli ignari vicini avevano lasciato sul tavolino di fronte a lui.
Chissà chi si godrà di più il primo week end da separati.
Secondo me lui.