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Week-end in Trentino III: varie ed eventuali

Creato il 23 maggio 2011 da Stregonestregato @ppstronzi

Week-end in Trentino III: varie ed eventuali

Lungo il percorso: Non so quante volte ho visto questo segnale di pericolo e quante volte l’ho reputato praticamente irreale: cioè, quando mai s’è visto che mi appare Bambi davanti alla macchina! Eppure questa volta è successo: sul Maloja, tra le curve, un tenerissimo Bambi spaventato era paralizzato a guardare i fari della nostra macchina mentre il sole tramontava. Pochi metri distante, un cervo osservava la scena. Bambi ha poi ripreso controllo delle sue zampe ed è fuggito verso il padre. Non sono stato lesto abbastanza da afferrare la macchina fotografica e immortalarlo: eravamo tutti troppo presi a urlare sorpresi, come se avessimo visto la Madonna che ci rivelava il quarto segreto di Fatima.

Il cibo: forse l’unica cosa che accomuna l’Alto Adige all’Italia è la qualità del cibo, escludendo la pizza, che in puro stile europeo è un’accozzaglia di schifezze senza senso. Lo speck è stata la vera rivelazione: sabato sera ho capito di non averlo mai mangiato in vita mia. Gli aromi e i profumi del vero speck dell’Alto Adige non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quello delle migliori salumerie di tutte le altre regioni d’Italia. Quello che mangiamo noi è una pallida imitazione di quello prodotto ai confini con l’Austria. I formaggi anche sono strepitosi. Sabato sera ho mangiato degli gnocchetti agli spinaci con panna e speck davvero che mi sogno ancora la notte, davvero gustosi. La menzione d’onore va però allo strudel con le mele della Val Venosta: il paradiso. L’unica nota negativa è che alle otto le cucine hanno già chiuso: quindi o ti adegui alla vita dei montanari e mangi e vai a dormire come le galline o te ne stai per i cazzi tuoi a morire di fame cercando di azzannare qualche pecora o vacca come un lupo nella notte.

La lingua: sì, mancanza mia, non avevo assolutamente idea di quanto l’italiano non fosse presente lì. Cioè, sapevo che avevano i cartelli in tedesco e italiano e che si parlavano tutte e due le lingue. Invece, mi sono dovuto ricredere: praticamente parlavano solo tedesco. Nelle trattorie, per strada, nei negozi (quei pochi aperti) le persone parlavano un italiano sgrammaticato e stentato quando ti andava bene: c’era gente che lo ignorava proprio. Fa strano, eh? Quello è territorio italiano, legalmente, ma la gente lì se ne fotte e anche se gli è stato imposto, rifiutano di adeguarsi da tantissimi anni. Chissà come devono essere felici di essere rappresentati nel mondo da Berlusconi, loro così perfettini, educati e rispettosi.

La musica: beh, in effetti questa non è propriamente una caratteristica del Trentino. Tralasciando le terribili musiche sudtirolesi che si sentivano in radio, c’era poco e niente. Per due mattine di seguito ho fatto colazione in un delizioso baretto sotto l’alloggio dell’areonautica militare dove stavamo e c’era Viva, il canale musicale tedesco, sugli schermi. Avessi visto o sentito un cazzo di video decente, una cosa oscena! Musiche di merda, puttane allo sbaraglio che riciclano qualsiasi cosa, video amatoriali, creano una miscela trash non indifferente. Me ne sono segnate tre perché grazie a loro stavo per sputare il cappuccino sulla tv.

– Jedwards – Lipstick: questi due sgorbi hanno partecipato all’Eurovision che infatti è una manifestazione kitchissima senza pari (esclusi due o tre partecipanti). Ora, ditemi, ma già due che si presentano con quella capigliatura alla Goku frocia super sajan, ma che gli vuoi dire? Cioè due gemelle cretine, con una canzone oscena e un video piscio girato sulla Torre Eiffel. Quando stanno sullo sfondo blu trovo un’inquietanta similitudine con i due compari di Ursula, la strega del mare de La Sirenetta.

- Cascada – San Francisco: questa povera cogliona, oltre a sbattersi, come se avesse la patata in fiamme e una voglia di uccello infinita, si limita ad essere una pezzente pezzotta di dimensioni atroci copiando sfacciatamente California Gurls di Katy Perry. E con questo ho già detto tutto.

- Daniela Katzenberger – Nothing’s gonna stop me now: un puttanone senza pari che canta una mezza cover del bellissimo pezzo anni ’80 di Samantha Fox. Ma dico, perché non le metti direttamente fuori quelle tette rifatte? Almeno ci leviamo il pensiero. E quanto sei triste con un bambino (e dico, un bambino!) che lecca il gelato guardandoti manco lo stessi arrapando come la peggiore delle troie? Schifo. E meno male che mi lamento della musica italiana, stiamo mille anni luce avanti, altroché!


 


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