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La trama (con parole mie): Larry e Richard, due giovani da poco assunti in una grossa compagnia di assicurazioni, scoprono una frode compiuta ai danni della stessa dell'ammontare di un paio di milioni di dollari, e decidono di rivelare il fatto al gran capo per garantirsi un futuro roseo e fruttuoso come quello, per l'appunto, del direttore stesso, un piacione di mezza età di nome Bernie Lomax.Fingendosi entusiasta del loro operato, quest'ultimo invita i due per un weekend nella sua casa al mare, e progetta grazie al boss Vito il loro omicidio, dato che è lo stesso Lomax l'autore della frode.Vito, però, ha piani diversi, ed invia il killer Paulie ad uccidere proprio Bernie.
Tutto pare risolto, se non fosse che i due ragazzi, una volta scoperto il cadavere del loro datore di lavoro, si ritrovano quasi per caso al centro di una commedia degli equivoci giocata attorno al fatto di far credere che il vecchio Bernie sia ancora vivo.
Prosegue inesorabilmente il mio viaggio attraverso l'estate ed i cult che hanno reso celebre questa stagione nel corso della mia infanzia e che ancora oggi risultano - per quanto trash e clamorosamente scarsi a livello cinematografico siano - piccole perle che non mi stanco mai di far girare, di tanto in tanto, sugli schermi di casa Ford: in questo senso, era davvero impossibile non citare una delle più scandalosamente brutte - ma non per questo meno divertenti - commedie degli anni ottanta, Weekend con il morto.
Vidi per la prima volta questo punto di riferimento del cattivo gusto quando avevo dieci o undici anni - quindi quasi in contemporanea con l'uscita, che, a quel che ricordo, decretò anche un discreto successo del lavoro di Ted Kotcheff -, e così come allora - forse anche di più - riesco a divertirmi invertendo la rotta della mia età cerebrale dal primo all'ultimo minuto di questa vergognosissima cialtronata.
Le disavventure di Larry e Richard alle prese con il cadavere del loro capo, oltre a regalare un vero e proprio campionario di citazioni a memoria delle battute durante la visione, mi ricordano i tempi in cui con mio fratello sfoderavamo di continuo imitazioni delle singole scene, oltre a provocare nel sottoscritto una totalmente ingiustificata - lo ammetto - dose di divertimento anche ora, più di vent'anni dopo e con il film conosciuto quasi come se l'avessi girato io stesso - e fortunatamente non è così -.
La sequenza iniziale con Larry e Richard al lavoro di domenica soffocati dal caldo cittadino tipico di questa stagione - impreziosita dal bellissimo pezzo in toni reggae di Jermaine Stewart "Hot and cold" -, l'appuntamento di Richard con Gwen ed il siparietto con il padre in mutande spacciato per il maggiordomo, il tuffo sul traghetto che attracca, la scoperta del cadavere di Bernie e la festa del venerdì sera, l'agguato ai due giardinieri della villa di Lomax, la fuga sulla macchina elettrica ed in motoscafo, la celeberrima frase di Paulie "sambuca con ghiaccio, minchia!", per non parlare della lotta di Larry con lo stesso Paulie ed il diabolico bambino appassionato di scavi sono chicche che non si dimenticano, e anche ora, di fronte allo schermo del pc, continuano a strapparmi ben più di un sorriso soltanto al loro pensiero.
In un periodo di calma piatta nelle sale in attesa di Venezia e dell'inizio della nuova stagione cinematografica, più che andare alla ricerca di qualche porcata confezionata giusta giusta per il deserto che affrontano i Cinema cittadini nelle settimane di agosto preferisco tornare all'infanzia e divertirmi con qualcosa di inequivocabilmente brutto sì, ma che so bene riuscirà sempre a ricordarmi tutto il meglio di questa stagione, del suo ozio, delle risate, del buonumore e dello spegnimento di cervello necessari per poter ricaricare le batterie in vista dell'autunno.
Una specie di letargo mentale al contrario.
MrFord
"Some like it hot, oh yeah
some like it cold, real cold
some never know, whoa oh oh oh
some never know-ow-ow."Jermaine Stewart - "Hot and cold" -
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