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Weekly Recap #133

Creato il 16 settembre 2015 da Leggiamo
Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.
Weekly Recap #133
New Entry
Ultimamente sto cercando di selezionare molto le nuove entrate, ho voglia di leggere non solo novità, ma anche - e soprattutto - quello che ho accumulato nei secoli e nei secoli, amen negli anni e lo so che non è facile, l'acquisto compulsivo fa parte di noi lettori, ma io ci provo (più o meno).
Il romanzo di cui vi parlo oggi mi è saltato all'occhio sfogliando su Soloscambio la lista dei libri di un utente a cui interessava qualcosa di cui non vedevo l'ora di liberarmi. Prima di leggere la trama ho - ovviamente - verificato le condizioni del libro. Odio quando viene indicato "in ottime condizione" e poi al momento in cui ti arriva il libro scopri che le pagine stanno insieme grazie allo spirito santo. Ragazzi, non si fa. Ok, che per qualcuno un buon libro è anche quello che presenta dei segni sulla costa o delle orecchie nelle pagine, ma non per tutti. Quindi? Quindi esistono le "note", usatele e specificate. Grazie.
Aperta e chiusa questa interessantissima parentesi veniamo al libro (tenuto benissimo!). Eccolo qui.
Weekly Recap #133| Notizie da un'Isoletta di Bill Bryson | Guanda |
Dopo aver vissuto per quasi vent’anni in Gran Bretagna, Bill Bryson sente che è tempo di fare le valigie e tornare negli Stati Uniti, il suo paese natale. Ma prima di lasciare la sua amatissima casa nel nord dello Yorkshire, decide di dare un’ultima occhiata all’isoletta verdeggiante e gentile che per tanto tempo è stata la sua seconda patria. In sette settimane, zaino in spalla e fida cartina topografica in mano, risale da Dover a John O’Groats, in treno, in autobus e spesso (faticosamente) a piedi, riscoprendo i vizi privati, le pubbliche virtù e la sorprendente varietà naturalistica e architettonica di un paese intimo e accogliente, ricco di storia, gloria e bizzarrie.
Ogni cosa, grande o piccola, buona o cattiva, cattura lo sguardo, il cuore e la mente di questo viaggiatore d’eccezione: il tempo, i paesaggi, i nomi, gli accenti, i politici, i tassisti, i giornali della sera e il palinsesto della BBC, le brutture di Oxford e le bellezze di Glasgow, la decadenza del porto di Liverpool e le stranezze della cartina della metropolitana di Londra, i centri commerciali e le facciate vittoriane, le fabbriche abbandonate e gli appartamenti di lusso, lo sticky toffee pudding e i fagioli sul pane tostato, i pub, il cricket, la gente che dice «non ci possiamo lamentare», la Lega per la Protezione dei Gatti di Ludlow e Frazioni Limitrofe...
Io non amo i diari di viaggio, o meglio, non lo so, non avendo mai letto niente appartenente a questo genere. Però adoro l'humor inglese (nei libri, nei film non sempre) e da quello che ho potuto capire questo è un libro molto leggero come stile e sintassi, ma profondo di contenuti e capace di strappare tanti sorrisi.
Bill Bryson è sicuramente un autore che sa il fatto suo, è un vero viaggiatore, anzi, è un cittadino del mondo. Ha girato per l'Europa e l'America e ha vissuto sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. La sua dote migliore? Quell'autoironia che spero m'incanti.
Cos'ho visto
Indovinate un po'? Prosegue la mia estate horror!
Weekly Recap #133 Weekly Recap #133
Ho visto solo un film, The Invited, il remake del sudcoreano A Tale of Two Sisters che ho provato a guardare successivamente e che ho mollato senza rimpianti perché non ci capivo assolutamente un fico secco. Lento, palloso, tedioso. Niente a che vedere con il trailer. Strano, perché io amo il cinema asiatico, e la pellicola di Kim Ji-woon ha vinto anche svariati premi, invece stavolta gli americani hanno fatto di meglio (va be', non solo questa volta, ma non sottilizziamo xD) e anche se il finale non è proprio inaspettato, il ritmo è ottimo e Emily Browning convincente e spaventata quanto basta per contagiare lo spettatore. Una storia visionaria e intrigante che oltre ad avvincere per la componente thriller scava del dolore di una ragazza che ha perso la madre e non accetta di vedere il padre vicino a un'altra donna.Consigliato.
A cos'ho giocato
 Weekly Recap #133
Gente, era da tanto che non mi piazzavo davanti a uno schermo per giocare e devo dire che se faccio una cosa la faccio davvero bene. Due pomeriggi e due sere a rincoglionirmi davanti ad Until Dawn come se non ci fosse un domani. Peccato che un "domani" c'era eccome e si chiamava lavoro, ma questa è un'altra storia. Molto triste tra l'altro, per cui non ve la racconto.
Ma mettetevi comodi che ho altro da dirvi.
Una volta, quando ero giovane, c'erano le avventure grafiche, storie frustranti e meravigliose che ti mandavano in fumo il cervello. Bastava non trovare uno spillo che la trama non proseguiva e i trip mentali che dovevi fare per procedere erano da ricovero con tanto di camicia di forza.
Le trame però erano strepitose (vedi Day of the Tentacle, Sam & Max Hit the Road, Monkey Island eccetera) e anche se potevi contare i pixel sullo schermo tanto erano grandi, chi se ne fregava, ti divertivi da matti e il resto non contava.
Adesso questi giochi sono rari e si può parlare perlopiù di film interattivi. Grafica da paura, storie da cinema e tu che ti godi lo spettacolo senza spremerti troppo le meningi. Non so se sia un bene, secondo me un tipo di gioco non dovrebbe escludere l'altro, ma ormai si punta moltissimo su titoli come Until Dawn. Arrivare alla fine non è impossibile, al massimo farete morire tutti gli otto personaggi, ma scoprirete comunque chi è il pazzo omicida che minaccia di ucciderli tra atroci sofferenze. Dipende da voi se ci riuscirà o meno. Io sono arrivata ai titoli di coda con cinque personaggi all'attivo (conciati parecchio male, ma respiravano ancora :) ), mica male, no? All'attivo ho anche due fantastiche occhiaia, ma ne è valsa la pena. L'atmosfera poi è tra le più suggestive che un horror possa offrire. Una villa sperduta tra i monti innevati. Un albergo disabitato. Un sanatorio chiuso da anni. E lui, un killer che ritorna dal passato...
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Questa va ingrandita assolutamente 8)


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Alla prossima

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