Di solito la prima regola del recensionista DOC è quella di non avere pregiudizi o preconcetti riguardo a qualsiasi pellicola, e sopratutto deve vedere di buon grado ogni puttanata che viene prodotta senza badare a nomi, distribuzioni, pippe autoriali e cazzi e mazzi. Ovviamente me ne frego altamente perchè la roba io voglio "costarla" (come avrebbe detto Jimmy) e ieri mi son sparato questo thrillerone inglese che, se non fosse stato per il nome del campanilistico Ridley Scott, piazzato con estrema furbizia di marketing in locandina (guarda caso mi viene in mente L'uomo con i pugni di ferro) non me lo sarei cagato di striscio. Bene. Riguardo al genere, Welcome to the Punch rispetta tutti i crismi, l'intreccio è molto ben curato e con dei dialoghi mai banali se la cava discretamente bene, e complici interpreti sufficientemente in ruolo l'intero film risulta credibile e appassionante, e fin qui tutto ok. La trama senza che ve la spiego, tanto potete immaginarla: ci sono i cattivi, e in questo caso il figlio del cattivo fa una puttanata e il papino deve correre a rimediare, interverrà (come al solito) un detective che (guarda caso) da anni era alla ricerca del padre e finalmente tenterà di catturarlo, ma entrambi dovranno fare i conti con una cospirazione segreta che li spingerà a collaborare per salvare la regina d'Inghilterra da un terribile malanno invernale. La peculiarità di Welcome to the Punch sta nel fatto di esser da una parte un film low budget (8,5 milioni di sterline) e dall'altra sembrare un surrogato tecnico a livello di Inception tant'è la riuscita visiva di un prodotto girato da dio, con una fotografia da dio, e con proiettili che crivellano pareti continuamente. Un thriller che fa il suo dovere, intrattiene godibilmente senza scomodarsi più di tanto, peccato soltanto per il finale, abbastanza moscio e piatto; forse avranno preso spunto dal finale di The Walking Dead III.
Eran Creevy