Come prevedibile dalle dichiarazioni della Fondazione per la ricerca sullo sviluppo cinese di due mesi fa, non tardano i primi provvedimenti atti a rivedere la politica demografica della Cina: la politica del figlio unico apparterrà presto al passato, precisamente dal 2015, quando verrà consentito il secondo figlio e dal 2020, quando le nascite saranno completamente liberalizzate.
Nel frattempo però esistono delle città in cui è già possibile, per coppie autorizzate dalla legge, generare un secondo figlio: una di queste è Shangai, e le autorità si sono rivolte ai cittadini interessati perché provvedano al più presto, in modo da poter sostenere meglio welfare e pensioni nel futuro.
Autorizzare la nascita di un secondo figlio non è però sufficiente: delle coppie a cui è stata data questa possibilità l’anno scorso (circa dodicimila) solo la metà ha generato un secondo figlio, mentre quest’anno solo l’8,6% ha collaborato con la nuova politica governativa. Ciò avviene a causa dell’alto costo della vita nella metropoli (capitale economica della Cina), motivo per cui le autorità stanno attualmente pensando ad agevolazioni e incentivi per favorire la nascita di questi secondogeniti.
Michele Silvi