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“Well I’m beginning to see the light” Parte 2

Da Abattoir

Gli Hank! e la “famiglia”

Nonostante gli inconvenienti tecnici, ieri alla Feltrinelli si è potuto assistere ad un interessante momento semiacustico con Il Pan del Diavolo e Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. I primi, progetto rivelazione di quest’anno, provengono dalla Palermo che non ne vuole proprio sapere di rintanarsi nelle limitate realtà locali e che guarda alla penisola con una certa maturità, non tralasciando un certo orgoglio nei confronti della propria terra; ma sicuramente ne parleremo meglio la prossima volta. Il secondo è un nome di culto nell’arte del fumetto, oltre che per la sua band notissima ormai da una quindicina d’anni.

Si ritrovano assieme perchè fanno parte ormai della stessa cerchia di artisti, La Tempesta Dischi, che raccoglie i migliori artisti italiani degli ultimi anni. Un salto di qualità per una band che come altre aspettano conferme di pubblico e critica. Perchè questa premessa? Perchè ad ogni evento o concerto di uno di questi artisti palermitani sembra muoversi un’ intera “famiglia”, chiamata 8OOARecord, ovvero l’etichetta indipendente palermitana che ha lanciato I Pan del Diavolo e ora ci prova con altri progetti.

Oh yeah!

Ecco una giusta motivazione per chiedere ai già narrati Hank! qualche delucidazione su questi tempi recenti, per loro colorati di un mai banale elettro pop.

“Well I’m beginning to see the light” Parte 2

L’etichetta 800a record sembra sfornare della bella gentaglia musicalmente al passo con i
tempi…

Tutto è cominciato quando abbiamo partecipato alle selezioni regionali dell’ Italia Wave Festival 2009, esperienza che ricordiamo con molto piacere perchè si è trattato del nostro vero e proprio debutto sul palco. In quell’ occasione siamo stati notati da Fabio Rizzo dei WAINES, che poco dopo ci ha chiesto se volevamo iniziare un percorso con lui. Sapevamo che aveva fondato la 800A Records insieme all’ autore teatrale Davide Enia, e che da questa label era uscito il primo EP de “Il Pan Del Diavolo”, che si è rivelato essere uno dei migliori gruppi emergenti degli ultimi anni, e abbiamo accettato con entusiasmo di iniziare a lavorare insieme.

Tutto questo si è materializzato nel gennaio di quest’anno con l’uscita di Piedali, il nostro primo EP ufficiale con 6 tracce. Il disco è stato registrato nel sottosuolo palermitano, o per meglio dire nelle “cantine 800A”, e mixato al The Cave Studio di Catania da Daniele Grasso. C’è un gran fermento oggi a Palermo, abbiamo tanti gruppi che suonano tanti generi diversi. Direi che sulla scelta, ma anche e soprattutto sulla qualità, non ci possiamo lamentare.

Quasi ogni sera c’è una band che suona da qualche parte, e questo rappresenta un punto importante poichè qui, non avendo i grandi concerti, le band locali si sono attrezzate per poter suonare il più possibile in giro, far ascoltare a più gente possibile la loro musica e crearsi una sorta di zoccolo duro di fan.. tutto questo ha portato alla nascita di una sorta di “scena palermitana”.
Rispetto a ieri c’è sicuramente un po’ di consapevolezza in più dei propri mezzi; grazie a internet, e ormai non è più una novità, si può raggiungere in poco tempo un’ ampia moltitudine di utenti e ascoltatori.
Questo ti stimola a fare sempre di più, a metterti in gioco e a provare a portare fuori dalle mura di casa quello che fai.

Palermo, come risaputo, è una città dalle mille contraddizioni e stranezze, che può regalarti in qualsiasi momento attimi di pura magia ma anche di forte scoramento; all’interno della band c’è chi la vive in modo un pò freddo e distaccato ma anche chi la sente molto sua in tutte le sfaccettature. L’ostacolo maggiore, e anche stavolta so di dire una cosa trita e ritrita, è secondo noi la distanza. Andando spesso in tour ultimamente ci siamo resi conto di quanto sia frustrante questa cosa. Partire nel cuore della notte per raggiungere in furgone un paesino della Puglia dove suonerai l’indomani sera ti fa un po’ riflettere.

Come funziona lo scambio artistico?

Tutto nasce da un qualcosa che senti dentro, una sensazione, o un’ esperienza significativa; poi cerchi di tradurre tutto questo in musica e di provare a trasmetterlo alla gente durante i concerti o l’ascolto del disco.
Soprattutto il live è per noi un momento fondamentale, in cui ci confrontiamo con gli altri, oltre che con noi stessi, e nel momento in cui ricevi da chi ti ascolta un feedback questo ti dà la forza per continuare.

Compresi o no?

La maggior parte delle volte veniamo compresi, la nostra filosofia è quella del non prendersi mai troppo sul serio e penso che questo messaggio sia abbastanza chiaro in quello che facciamo, e quello che succede sul palco talvolta lo conferma. Abbiamo ricevuto qualche piccola critica sui testi, c’è chi parla di eccessivo nonsense; noi non ne facciamo un dramma assolutamente. Per il resto ci piace quello che facciamo, abbiamo trovato un nostro equilibrio.. mischiare l’indie rock con l’elettronica, col punk o col folk si è rivelata una buona soluzione, cercando sempre di farlo alla “nostra” maniera.

Il nostro obiettivo primario è suonare, suonare, suonare. Ancora e ancora.  Lo pensavamo quando registravamo il disco e lo pensiamo ancora oggi. E’ come un bisogno per noi. Il disco è una sorta di istantanea di quel periodo che stavamo vivendo, avevamo un pugno di canzoni e le abbiamo registrate. E’ un disco variegato, penso non noioso e che ci rispecchia in toto. Volevamo arrivare alla gente e per fortuna ci siamo riusciti, speriamo sempre di migliorare ovviamente. E’ forse qui che vogliamo arrivare, vogliamo migliorare ancora e non accontentarci.

Quale consiglio?

Lavorare tanto e, come dicevo prima, non accontentarsi; ci sono diversi gruppi palermitani che suonano fuori dalla Sicilia, alcuni anche fuori dall’Italia e danno sempre il 100%. Qui da noi le opportunità si contano sulle dita di una mano e quelle poche vanno sfruttate in pieno. Questo significa ad esempio dare il massimo ai concerti, relazionarsi con le altre band e condividere idee e risorse.


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