Cosa: Prosciutto crudo
Nome: Prosciutto crudo 100 g
Dove: Penny Market
Prezzo: 1,65 €
Giudizio: 5/5
Dice che per arrivare alla prajñāpāramitā, sesta e maggiore delle perfezioni buddhiste, bisogna raggiungere la comprensione di tutti gli esseri. Tutti.*
Che sembra facile.
Più facile, per dire, che circoncidersi da soli, o convincere una ragazza che la presenza di nani, zombi e/o mazzate sono ottimi criteri per scegliere il film da vedere.
Eppure, miei piccoli amici, si tratta di un percorso periglioso e dall’esito incerto, lastricato di frustrazioni e non scevro di rompimenti di coglioni. Grossi.
In primis perché la categoria [degli esseri, non distraetevi] comprende anche, per un curioso accidente evolutivo (o creazionista, se siete di quelli suggestionabili), ferraresi, coreani, oloturie e leghisti.
Poi perché, come ricorda Epicuro, “tre volte bon fa mona” (un concetto ripreso da Kirkegaard, nel fondamentale No se pole far cagare i mussi par forsa, Anversa, 1837).
E poi ancora perché la rivoluzione francese, Sant’Agostino, l’olocausto, Pinochet e Gianni Drudi…Insomma, è davvero DIFFICILE.
Occorre procedere per gradi.
Iniziando a esercitare la propria benevolenza con chi la merita di più.
Per esempio il maiale.
Per molti bestia impura e zozza, dall’aspetto sgradevole e le abitudini lascive, non è tuttavia peggio di molti miei amici. Né di me o di voi, sospetto.
Il Tasso, nel ‘500, ci segnala che [l’assunzione di carne suina da parte dei crociati cristiani] ‘con l’ardore spigne del cavaliere la mano, col furore strigne le schiere del sultano’, mentre il Pulci, più fantasioso, immagina che ‘nella sugna abbruci Macometto, ch’al santo porco guatava con dispetto’. Al di là delle inclinazioni partigiane e della visione geopolitica, piuttosto parziale e datata, dei due giovani autori, si tratta di testimonianze importanti.
Nel XVIII secolo il celebre naturalista olandese Vandelio (al secolo Hyppolite Van Der Loeg) fece scalpore ricordando come, lungo tutta la storia dell’uomo [europeo], la convivenza e la promiscuità con i maiali possano vantare ‘una tradizione ben più solida e radicata di qualunque altra abitudine sociale, della scrittura e forse della parola stessa’.
C’è poi l’aspetto metafisico, tutt’altro che irrilevante: la natura divina del porco viene attestata da molte diffusissime locuzioni del nostro parlato (qui non si possono riportare per questioni di copyright), che le costanti accuse di blasfemia (la verità fa male, lo sai) non sono mai riuscite ad estirpare.
Insomma, il maiale e la sua carne (e a questo proposito, si noti la serietà della creatura, che mette DAVVERO a disposizione dei fedeli il suo corpo, a fronte di altre note mascotte che promettono promettono ma poi si affidano alle metafore e agli effetti speciali), che lo vogliamo o no, è un elemento fondamentale della nostra memoria condivisa, qualcosa che ci unisce tutti (linkin’ pork) in un’atavica – e mastodontica – braciolata.
Hog for the best and prepare for the worst, e se ancora non vi ho convinti è perché il seitan vi ottenebra la mente.
Detto questo, ed è un bell’oceano di cazzate, c’è maiale e maiale.
Quello che viene commercializzato da Penny Market, in comode vaschette tascabili, non è dei peggiori.
Salatissimo come si conviene a un prosciutto low-cost, non ha però il caratteristico gusto di decomposizione di molti suoi simili.
Il format, tristissimo, è l’ideale per il consumo solitario, davanti al pc, in pausa pranzo, con del pane altrettanto scrauso (uccidetemi).
Irritanti i foglietti di plastica che separano una fetta dall’altra, un nipponismo d’accatto che si potevano evitare: l’ambiente patisce e il prezzo aumenta, alla faccia della corporate citizenship.
Satana re.
*L’obiezione “chemmi frega delle perfezioni buddhiste, parliamo di discount” non verrà presa in considerazione in questa sede, in quanto oziosa e inopportuna.
L’obiezione “secondo me bisogna prima sterminare l’intero genere umano”, ben più calzante e condivisibile, verrà invece temporaneamente accantonata.
[A cura di Gu.]