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What is Magione?

Creato il 01 settembre 2010 da Abattoir

Verde
Bottiglie
Giovani
Forst
Stigghiole
Abusivi
Bordello.

Le libere associazioni potrebbero andare avanti per molto.
Il fatto è che parlare di piazza Magione – a Palermo detta più semplicemente “la Magione” – equivale a parlare di un pentolone bollente colmo di un‘amalgama confusa e fiera di sé.
La Magione, infatti, è multitasking.
Innanzitutto è un ritrovo estivo perfetto, un circolo free all’aria aperta di quelli tuttifrutti: praticello umido sotto piedi e culi, gente, gente e ancora gente, a bere birra gelata e a mangiare fave e riso soffiato alla paprika, pistacchi, calia&semenza e di tutto di più per tutti i gusti. La Signora, tra l’altro, ospita tutti i tipi di gente: da quelli con pantaloncino freak, a quelli con le borchie, le magliette sdrucite e i jeans bucati; dalle ragazze con le infradito a 3 euro del mercatino, alle fighette che non rinunciano ai tacchi di 30 cm neanche a costo di affondarli nella nuda terra e doverli poi scrostare il giorno dopo.
Nel calderone, inoltre, ci stanno anche le suore e la storia. Le suore perché la vecchia, cara Magione  contiene al suo interno non solo bicchieri di plastica, bottiglie, erba e gente varia, ma anche l’omonima basilica e l’altrettanto omonimo convento che le danno il nome (da cui puntualmente si possono rimirare le novizie attaccate alle grate delle finestre, forse invidiose della vita che scorre ai piani inferiori; una chicca!). La storia perché l’Esimia venne a crearsi a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, quando degli edifici che un tempo popolavano la piazza sono rimaste solo alcune delle fondamenta… che dopo gli anni ’60 sono state ripristinate e rese stabili e ad oggi testimoniano l’ei fu, squarciando volutamente il grande prato verde costruito alla fine degli anni ‘90.
Purtroppo, quasi nessuno sa cosa siano quegli spazi; li si interpreta come una discarica in cui depositare vecchi congelatori in disuso, cartoni e bottiglie vuote di Moretti, resti di carni arrostite.
E questo nonostante negli ultimi anni la piazza sia stata riscoperta; in primis dai giovani, che dal lunedì al lunedì si affastellano sul prato, nei vari localini, camioncini, bancarelle del luogo; in secundis dagli ambulanti che la occupano abusivamente, anche in occasione delle iniziative pro-legalità, timidi tentativi di liberare la piazza stessa dall’egida dell’abusivismo (vedi Addiopizzo, vedi i Tour de Forst, vedi le commemorazioni antimafia, il gaypride, i concerti di ogni tipo e genere musicale).
Dunque, negli anni la piazza resiste, e non solo come punto di riferimento di chi non ha il portafogli pieno per un cocktail a 7 euro a Villa Filippina o per una birra a 4 al fichissimo Palmeto delle Cattive; Lei resiste anche come clubbino riservato degli abusivi di Palermo, che lo rendono di anno in anno una cittadella eno-gastronomica sempre più attrezzata di tavoli, sedie, vettovagliamento vario, banchi-frigo, ombrelloni, elettrodomestici e fari+allacci abusivi …che occupano il suolo pubblico.
La polizia finge ciclicamente di tentare il rastrellamento e la bonifica della zona, il Giornale di Sicilia sbandiera retate e risanamento… Ma ogni nuova primavera-estate, invece di installare dei chioschetti legali e regolamentati, il Comune osserva riprendere tutto alla perfezione, al massimo con qualche maxischermo in meno e qualche sedia di plastica in più sul prato, per la gioia di chi, come me, aspirava almeno a poter scambiare tre parole di fila senza lacerarsi le corde vocali, e intanto guardare al di là della piazza senza barriere video-sonore cacofonico-visive. Questo è il massimo del risanamento legalizzato che ci è stato offerto quest‘anno.
E intanto, grazie a questa solida cattiva gestione dei luoghi pubblici, adesso nel calderone della Magione ci sono anche i palermitani d.o.c., quelli ottusi tutti casa-chiesa&segge-davanti-alle-persiane-per-strada-“picchìfacavuru”, che sparano a zero sulla gioventù bruciata della Magione=Palermo=Mondo, perorando il buio sul nostro prato, organizzando la rivolta contro la satanica movida che agita i sonni dei residenti. Repubblica del 5 agosto scrive:

“cittadini in crisi di nervi per la movida notturna di un’ altra estate a tutto decibel. Nella mappa del “rumore”, ma anche del disordine e della sporcizia, sotto tiro quest’ anno è finita la zona di piazza Magione dove la gente, come raccontano fior di accorate denunce, la notte non chiude più occhio […] sono in aumento le chiamate al 118 per crisi isteriche di cittadini nel cuore della notte.”

Questi bravi palermitani si lamentano di tutto: dei giovani, dei decibel di troppo, delle condizioni igieniche del prato-wc a cielo aperto; vorrebbero non regolamentare, ma solo chiudere il sipario su una piazza che per loro è una delle tante, ignorandone l’importanza sociale, ignorando che una piazza a rischio come quella al silenzio e al buio non è un buon segnale per i cittadini onesti e non.
Le loro lamentele non colpiscono il segno né il nucleo del problema, ma, in ogni caso, non sono a sostegno di chi quel luogo lo ama e vorrebbe goderselo legalmente, nel rispetto dell’ambiente, dell’altro, del divertimento… insomma della libertà di chiunque voglia una Palermo legale.

Per chi non lo sapesse, dal 23 maggio di quest’anno Piazza Magione ospita un membro in più: “l’albero della vita“, un’installazione alta 13 metri e piena di figure, disegni e pensieri dedicati alla vita e alla lotta alla mafia, realizzata in plastica dai ragazzi di alcune scuole de L’Aquila, Parma e Palermo e inaugurata durante le commemorazioni della strage di Capaci.
L’albero rosso-vita è lì, si vede da lontano, ma pochi sanno cosa significhi nella notte della Magione, che sempre scorre nelle sue contraddizioni.

What is Magione?

L'albero della vita, Piazza Magione, Palermo - Foto di Maria Giaramita


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