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What’s in my bag – Book Edition

Creato il 10 settembre 2015 da Anncleire @anncleire

AKA I disastri di una blogger lettrice imperfetta con le borse

Stamattina mi sono trovata davanti un post di Veronica di She was in wonderland in cui parlava di cosa si nasconde nella borsa di un lettore. Se non lo sapete io sono fissata con le borse, non potevo certo farmi scappare l’occasione di rispondere al suo invito di risponderle al post con uno mio, ed ecco fatto.

Se i libri sono la mia vita, li respiro e li vivo quotidianamente, l’altro must dei miei acquisti sono proprio le borse, che mi riempiono l’armadio facendolo letteralmente esplodere. 

What’s in my bag – Book Edition

Tra l’altro talmente è grande questa fissa, che su mio progetto mi sono fatta realizzare questa pochette con la copertina della Penguin di Pride e Prejudice di Jane Austen dalla mia adorata mamma! *-*

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Riempire una borsa è come un rituale, un momento che ogni donna si prende per imbottigliare la sua giornata e il suo umore. Scegliere la borsa richiede una coordinazione invidiabile, di colori, dimensioni e abbinamenti. Se poi la donna in questione è una lettrice… beh è inevitabile il tracollo emotivo. Come, come, come, come scegliere cosa portarsi?

Vorrei tanto, una borsa come quella di Merlino, o la borsetta che Hermione ha preparato quando il Golden Trio è partito alla ricerca degli Horcrux.

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Ma se in vacanza è anche contemplabile che mi porti dietro uno zaino pieno dei libri che compongono la mia TBR di cartacei, con l’incredibile voglia di sfogliarli e viverli. Ma non si può, la schiena, già provata…

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Ecco allora che la mia salvezza sempre è il mio e-reader che è anche il mio migliore amico, non ne uscirei mai senza. È la prima cosa che aggiungo, letteralmente. Decisamente sono anche io un’appartenente alla schiera di donne che quando esce, soprattutto per periodi di tempo prolungati, si porta dietro il mondo. Non bastano portafogli, chiavi e cellulare, ci vogliono sempre e comunque fazzoletti, limetta, carica batteria, le cuffiette, burro cacao, salviette di ogni tipo, accessori per legare i capelli, che se pure parto con i capelli “sciolti e fluenti” pure ad un certo momento mi inizieranno ad irritare così tanto che devo legarmeli, caramelle e/o gomme da masticare fanno sempre la loro comparsa. Penna e agenda sono un must. La penna è una di quelle cose che non sai mai quando può servirti. Che se ti devi appuntare una cosa tramesti tutto il giorno per trovarla. Ultimamente ho preso l’abitudine di portarmi dietro una penna usb, soprattutto se bazzico all’università, perché non sai mai anche quella quando ti può servire. A volte penso proprio di essere ossessiva compulsiva, ma non sai mai quando ti può servire qualcosa. Penso sempre al peggio, mi affliggo sempre con tutte quelle ipotesi per cui si, ti serve. Random nella borsa possono fare la loro comparsa anche segnalibri, persi da chissà quanto tempo, anche se con l’e-reader questa possibilità si riduce drasticamente.

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Per fortuna quando leggo non ho bisogno di molto, sto lì con la mia borsa tra le gambe, il libro in mano e parto per i miei viaggi mentali, che non hanno niente a che vedere con quello che mi succede intorno. E quando riconosco un lettore in giro, dentro di me si apre sempre quello scoppio improvviso di gioia, che nasce solo dal riconoscersi fratelli. Mi ricordo che quando siamo andati a Milano per l’incontro con la Niven abbiamo riconosciuto Serena, che allora era una perfetta sconosciuta, dal fatto che avesse il kindle  in mano, leggeva, mentre ci attendeva.

Leggere è una seconda natura per me, e avere sempre qualcosa da aprire e in cui perdermi è fondamentale. Ho sempre vissuto sui mezzi pubblici per muovermi, cinque anni da pendolare tra treno e bus per arrivare in facoltà, sei mesi a Bruxelles tra metro e bus, ancora oggi quando vado in città. Senza un libro in borsa non avrei mai conservato la mia sanità mentale. I ritardi di Trenitalia sono un disagio quotidiano con cui convivere, i libri sono stati una salvezza.

Tra l’altro sono la puntuale del gruppo, mi capita sempre, per un motivo o per un altro di aspettare. Sedermi su una panchina e sbocconcellare il mio libro è la posa classica in cui mi trovano gli ultimi arrivati. Non avendo nessuna esigenza specifica, né musica, né cibo, né bevande, quando leggo cado in una sorta di catalessi da cui esco solo se qualcuno mi chiama o la posizione in cui mi  trovo è scomoda.

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(sostituite le borse e i libri)


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