“WHATS APP YOU DOING”…che non mi rispondi???

Creato il 02 ottobre 2013 da Cenerentola @cenerellasingle

Chi mi segue lo sa. Non sono un’appassionata di tecnologia. Mi vedo camminare in una Londra ottocentesca, con un vestito elegante e pomposo, sottobraccio ad un uomo altrettanto elegante con pipa e bombetta. Sta per scendere la sera e la luce è fioca. Io e il mio uomo spariamo nel buio di una vietta stretta e lunga, mentre attorno a noi gli unici suoni sono quelli degli zoccoli dei cavalli che trainano una carrozza con dentro una bellissima dama.

Ma ecco che la mia carrozza è già diventata zucca. E non solo perché Halloween si avvicina. Non perché è mezzanotte e a Cenerella torna l’abito di stracci. Ma perché la mia vita si svolge nel 2013. E diciamocelo, per certi versi è una figata unica. Perché se fossi in quella meravigliosa Londra ottocentesca certo non potrei stare qui a scrivere gratis su un blog tutto quello che mi passa per la testa. E questa sì che è una fortuna. Diciamocelo chiaramente.

Certo è che a volte essere social è un po’ stressante. Nella foto profilo facebook devi essere fica, nello status di twitter brillante in 140 parole anche se hai un carattere di m…a , su Instagram devi saperti photoshoppare al punto giusto perché ormai sono tutti fotografi e tu certo non puoi fare la figura di quella che i Canon se li fuma e basta al sabato sera con gli amici . Tu devi saperla usare. Devi essere artista.

A tutto ciò si è aggiunto Whatsapp.

E anche qui, diciamocelo, ci va di lusso. Perché io, che vanto di un’età anagrafica precedente all’adolescenza pro Justin Biber-One Direction, ricordo perfettamente quando gli sms si pagavano. Non per fare un post a mo’ de “I migliori anni” di Carlo Conti, ma noi, all’epoca, andavamo giù di squillini coatti.

A 12 anni se lui ti faceva uno squillo tu gli rispondevi con uno squillo. Perché il messaggio costava. C’era solo un periodo in cui la mia compagnia telefonica ci graziava con una super promo.
A Natale la “Christmas Card” firmata Vodafone in collaborazione con Megan Gale ci regalava ben 100 messaggi gratis al giorno. Era l’apoteosi.

I polpastrelli reclamavano pietà e aspettavano l’epifania per riprendersi. E alla sera, quando dicevi “Scusa non posso più risp perché ho sforato”, sentivi di avere una vita sociale che a confronto Belen è la Monaca di Monza.

Whatsapp è una gran cosa, non fosse altro che per un piccolissimo, banale, insignificante dettaglio:

ULTIMO ACCESSO OGGI ALLE…

È la fine. Di amicizie storiche, fidanzamenti, frequentazioni, pseudo-frequentazioni, corteggiamenti che, con i messaggi normali, avrebbero potuto concludersi con anello e abito bianco.

Facciamo un esempio. Tu gli scrivi. Alle 11 in punto. Alle 11.05 il boy è connesso. Ma non risponde. Tu leggi:

ULTIMO ACCESSO OGGI ALLE 11.05

e ti sale l’agitazione. Ragazzo mio, “Whats app you doing” che non mi rispondi??

opzione 1- DISPERAZIONE: non gli interessa quello che gli ho scritto. E di conseguenza non gli interesso manco io.

opzione 2- ILLUSIONE: il tipo è talmente cotto che sta scrivendo la brutta copia del messaggio su un foglio A4. Così ha tutto il tempo di cancellare eventuali frasi di cui si sta pentendo con la scolorina, evitando l’insicurezza che potrebbe trasparire da quel “sta scrivendo” in verde, che poi, alla sua prima indecisione, scompare. Per poi comparire di nuovo

opzione 3- IMPEGNO SOCIALE: l’ha letto ma sta facendo una cosa così importante che non ha proprio il tempo di rispondere. Sicuramente qualcosa del tipo: sta dando da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, va a fare visita nelle carceri.

Nel frattempo ti sei connessa circa 159 volte, per vedere che in effetti l’ultimo accesso risalga a quelle fatidiche 11 e 05. Se per caso nel mentre si è riconnesso e non ha risposto al ragazzo va l’aggravante della recidiva.
Perché i poveri li ha sfamati. Gli assetati a quest’ora li avrà annegati. I carcerati sono in regime di semi-libertà. Si è riconnesso. E non ha risposto

A mezzogiorno, quando ti siedi a tavola, il pomodoro degli spaghetti ha stranamente il sapore del suo sangue e la padella, all’improvviso, ti sembrerebbe essere molto più ergonomica con la sua faccia stampata dietro.

Ma c’è anche un altro caso. Tu gli scrivi sempre alle undici in punto. Peccato che il suo ultimo accesso risalga alla sera prima. Ecco quindi che riparte la maratona di domande. “Che sta facendo? Cosa può essere più importante che guardare il telefono? Cosa può distrarlo dal trillo del mio messaggio?” Cosa…se non una cosa bionda con due protuberanze enormi davanti e una dietro?

E poi venne la sera. E lui, caruccio, ti dà la buonanotte alle 11.30. Al che tu pensi “Come va a fare le nanne presto”. A questo punto, con i messaggi normali, potresti benissimo addormentarti serena abbracciata al cuscino con un sorriso stampato in faccia.

Ma questo è Whatsapp gente. Così, quando all’una e mezza finisce la replica di Sex and the City in seconda serata, tu ti connetti. E vicino alla sua faccia caruccia c’è scritto: ULTIMO ACCESSO ALLE 01.15. Che nel frattempo, mentre sgrani gli occhi, si trasforma in un terrificante, drammatico, spaventoso: ONLINE


Buonanotte??? Buonanotte??? Buonanotte sto paio di balle



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