Sabato sera WhatsApp è rimasto al buio per oltre tre ore, un black-out che ha fatto meditare un po’ tutti gli utenti (oltre 450 milioni) che, due giorni prima, avevano appreso che il servizio era diventato proprietà di Facebook. Qualcuno potrebbe anche aver pensato a problemi tecnici legati all’introduzione dei messaggi a pagamento, come spiega un appello diffuso con varie catene di sant’Antonio da tali “Andy e John” proprio in questo periodo (in cui si spiega che ogni messaggio costerà un centesimo e che il servizio richiederà un canone mensile di 12 euro). Che però è una bufala, e non serve che ve lo provi: la notizia non è presente in alcuna fonte ufficiale (il sito di WhatsApp e le condizioni di servizio non ne parlano assolutamente) e finché rimane confinata ad un passaparola tra utenti resta una bufala, quindi passiamo oltre.
WhatsApp potrebbe ora risultarvi indigesto, anche per il recente suo ingresso nella famiglia Facebook che potrebbe sfruttarlo a scopo di marketing. Considerando infatti che ogni utente in pratica consegna il proprio elenco di contatti telefonici a WhatsApp, Facebook lo ha già acquisito, ampliando così la propria gigantesca rubrica telefonica con i nominativi di nuove persone da raggiungere con i propri servizi pubblicitari, che costituiscono il suo business vitale.
Naturalmente esistono servizi alternativi, ne cito due fra i tanti perché a mio avviso presentano qualche vantaggio in più: il primo èTelegram, che è gratuito e a livello di funzionalità e interfaccia utente è davvero molto simile a WhatsApp. Fra le opzioni interessati troviamo il cloud storage (che consente di salvare i messaggi), la secret chat (consversazioni che i server di Telegram non conservano e vengono cancellate a tempo). Il suo difetto principale – che non me lo fa amare – consiste proprio nella somiglianza con WhatsApp e nel fatto che, come l’app più diffusa, richiede che l’account sia indissolubilmente legato al numero telefonico dell’apparecchio utilizzato, caratteristica che agevola l’abbinamento numero-utente.
Il secondo – che attualmente è il mio preferito – è BBM, il Messenger di BlackBerry disponibile anche per smartphone con iOS (iPhone) e Android. Chi conosce le condizioni in cui si trova oggi l’azienda canadese potrebbe anche rimanere perplesso di fronte a questo servizio, tuttavia è una piacevole sorpresa. Io lo utilizzo da ottobre, appena è stato reso disponibile per queste piattaforme, imparando ad apprezzarne la stabilità e l’affidabilità. E’ anch’esso un messenger gratuito assolutamente comparabile con WhatsApp, con alcuni plus importanti, come quello di essere basato sul sistema cifrato di messaggistica BlackBerry e di essere completamente svincolato dall’elenco telefonico dell’apparecchio: ogni utente è infatti titolare di un PIN ed è sufficiente conoscere quello di un interlocutore per aggiungerlo ai propri contatti BBM. Last but not least, con la versione 2.0 rilasciata da pochi giorni è arrivata anche la chat vocale: tra utenti del servizio BBM è quindi ora possibile effettuare conversazioni telefoniche gratuite. BBM quindi integra servizi simili a quelli offerti da WhatsApp e da Skype.