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When in trouble go Kerry

Creato il 27 giugno 2014 da Danemblog @danemblog
Sul Giornale dell'Umbria di oggi, ho scritto un fondo che parla di Obama e della sua politica estera quasi fallimentare: il paradigma migliore per spiegare la circostanza, è sicuramente il Medio Oriente.
Cruciale e complesso, è vero, ma si può ben dire che il Prez in quasi sei anni di mandato, non è ha beccata una - anzi, sta creando una situazione molto ma molto peggiore di quella che ha trovato. I nemici sono sempre più nemici, e gli amici sono sempre meno amici degli Stati Uniti, cosicché l'America sta via via perdendo il ruolo di riferimento (storico) nella Regione.
Obama negli anni, ha più volte fatto finta di non sentire i consigli dei suoi consiglieri - dice Politico in un pezzo che si intitola "The man who broke the Middle East", che «Obama è diventato la politica stessa», talmente è andato da solo su molte decisioni. Consiglieri che gli suggerivano di andar cauto sulla rivoluzione egiziana, o di armare i ribelli moderati in Siria (adesso chiede al Congresso 500 milioni per il training), o di tenere isolato l'Iran e di frenate Maliki in Iraq.
Ogni volta che qualcuno dei nodi è venuto al pettine, sia nel caso di emergenze, sia davanti alle lamentele dei paesi amici nell'area, Obama ha avuto la stessa soluzione tempestiva: inviare il Sec of State John Kerry, come fosse manna dal cielo.
Come oggi: Kerry è stato spedito in Arabia Saudita per parlare delle situazione irachena - e a rimorchio di quella siriana. Tra l'altro i sauditi sono in stato di allerta elevato, visto che l'Isis si troverebbe ormai prossimo al confine del Regno.
Quale piano abbia Obama non è del tutto chiaro: ormai forse è tardi per andare da soli contro l'Isis, ma accodarsi ad iraniani (e siriani) non è che sia il massimo della situazione. Ma intanto sono arrivate notizie di droni armati sui cieli iracheni: secondo quanto riportato ieri dal funzionario americano (anonimo) citato da CNN, starebbero proteggendo l'attività dei 180 dei 300 consiglieri militari americani che stanno lavorando nella capitale. (Secondo alcune notizie, gli USA costituiranno una base operativa proprio a Baghdad e un'altra al nord, probabilmente a Ebril, in Kurdistan).
Si vedrà, intanto "manda Kerry, che siamo nei guai"!
Nota: la frase del titolo, purtroppo, non è mia - per chi non lo sapesse.


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