Alzate pure la tavoletta del cesso e gettateci senza patemi il filmaccio di Oliver Stone del 1991 dedicato alla mitica band The Doors. Ecco finalmente il film che, se vi interessa anche un minimo la loro storia, occorre vedere.
Diversi premi vinti ai festival cui ha concorso, a cominciare dal Sundance del 2009.
Li ho amati molto da ragazzo ed ancora oggi di tanto in tanto me li ascolto ben volentieri. In meno di 5 anni hanno prodotto musica che va dal blues al rock con un timbro sempre originale e distinguibile e con testi che vanno dal sensuale-erotico al noir e al maledetto, sola costante la poesia simbolica e priva di morale dell'indiscusso leader del gruppo, per quanto ne fosse di gran lunga il membro più giovane, il famosissimo Jim Morrison, la cui figura è un'icona degli anni '60.
Giusto qualche riga, più non posso dire, non ho mai capito come, né mai capirò, come spiegare e raccontare la Musica, ho grande invidia per chi ne è capace. Mi limito a dire che: se avete più o meno la mia quasi veneranda età sicuramente li conoscete i Doors e non potete per nessuna ragione perdervi questo fantastico film; se siete più giovani e avrete la fortuna di guardarvelo, vedrete che correrete a procurarvi come minimo una loro greatest hits. Certo, fatto salvo un minimo di prerequisito: amare il rock e/o il blues.
Film prodotto con un montaggio fantastico, da una quantità sterminata di materiale, compreso pezzi del film che Morrison produsse quando frequentò l'UCLA. La "fiction" (molto fra virgolette) è realizzata con l'alternarsi simbolico di brani di repertorio e di altri girati dalla e sulla band, molto semplice, nulla di complicato da interpretare. Un modo per dire: è un documentario ma te lo godi proprio come un film!
Mi ripeto, ma merita: eccezionale ed imperdibile. Tra i miei cult.
Un po' di frame ci stanno proprio bene:
scelta del nome da dare alla band
Jim dichiara, quando fornisce dati per il primo contratto discografico, che la famiglia è morta.
istrione da palcoscenico, in realtà nei primi concerti fu timidissimo, cantava con le spalle al pubblico. ma poi cambiò e molto...
solo L.A.Woman, ultimo disco, ebbe l'apporto di un bassista. la band iniziale non ne disponeva ed era Ray Manzarek con una tastiera "basso" a farne la funzione. era un elemento caratterizzante della loro musica.
i concerti erano un delirio collettivo, quasi sempre forze dell'ordine sul palco che altrimenti veniva sistematicamente invaso dai fan, soprattutto donne che impazzivano per il bel Jim.
primo "tentativo" di Jim di lasciare i Doors e andare a Parigi con Pam, in realtà non si concluse la band, anche se Morrison cadde in una dipendenza da alcool e droghe che lo portò ad un passo dalla schizofrenia. Ray chiamava "Jimbo" i momenti in cui Jim era completamente perso.
dopo un concerti di Miami venne accusato, anche con ricostruzioni fasulle, di diversi reati tutti legati ad oscenità di comportamenti e linguaggio.
non poterono partecipare a Woodstock ché Jim era in prigione, ma non si persero quest'altro grandissimo evento
una delle foto scattate a Parigi, pochi giorni prima della tragica morte a soli 27 anni il 3 luglio 1091. Curiosità: anche altri 2 grandi artisti dell'epoca, e prima di lui nel 1970, Jimi Hendrix e Janis Joplin, morirono a 27 anni.