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White Bird in a Blizzard

Creato il 24 aprile 2015 da In Central Perk @InCentralPerk
E' già Ieri. -2014-
Shailene Woodley a me non piace.
Oh, l'ho detto.
E' una di quelle attrici che non mi dicevano niente, brave sì (vedi Paradiso Amaro), ma non capace di restarmi impressa, con quella faccia un po' così di americana media, con quel naso che sembra sempre darle una smorfia snob.
Il fatto che ora sia assurta come nuova Jennifer Lawrence, me l'ha resa ancora più antipatica, perchè sì, pure Jennifer Lawrence tanto brava e tanto bella, mi ha un po' stancato, con quella sua spontaneità che inizia a puzzarmi di finto.
Dite che con questa premessa mi sono inimicata per sempre il Cannibale?
Probabile.
Ma, aspettate, e aspetta Cannibal Kid, perchè grazie a Gregg Araki in parte sono riuscita a ricredermi.
Mostrandosi tranquillamente come mamma l'ha fatta, mostrandosi come una teenager annoiata che analizza ma solo in superficie il rapporto dei suoi genitori in quello che sembra un dramma adolescenziale che sfocia poi nel thriller, Shailene è riuscita a fare breccia nel mio cuore, pur non trovando abbastanza spazio per farmi venir voglia di recuperare quella sicura valle di lacrime che è Colpa delle stelle o quella che per un'ottusa e piena di pregiudizi come la sottoscritta rimarrà una brutta copia di Hunger Games come Divergent.
White Bird in a Blizzard
Per merito di un regista dedito allo scandalo (a cui non perdonerò le notti perse per Mysterious Skin), per merito di una storia ben mostrata ma soprattutto ben narrata, l'attrice si ritaglia un ruolo capace finalmente di restare impresso.
Kat è infatti un'adolescente parzialmente ribelle, figlia di un padre sotto tutti i punti di vista zerbino e sottomesso agli umori di una moglie rinchiusa nella vita della perfetta casalinga che, vedendo la figlia crescere e diventare un gran bel pezzo di ragazza, inizia ad esserne gelosa, ad invidiarla e, va da sé, ad odiarla.
All'improvviso, come nulla fosse, senza lasciare tracce, questa madre scompare.
Oppressa dalla sua vita, fuggita per vivere davvero ed essere felice, è l'ovvia conclusione di Kat, che non se ne fa troppi problemi, seducendo il poliziotto chiamato a investigare sul caso visto che il suo fidanzato, vicino di casa, una volta sparita Eve sembra allontanarla.
Tutto allora procede senza troppi traumi, con il passato che emerge raccontato da Kat stessa, per poi passare al futuro, per andare avanti di due anni, quando di Eve non c'è ancora nessun segno, quando Kat ha iniziato il college, frequentando nuovi amici, quando è pronta per le vacanze di metà anno a tornare a casa.
Troverà i vecchi amici, troverà quello che ormai sembra l'ex ragazzo, troverà il padre con una nuova compagna e finalmente troverà anche la verità.
White Bird in a Blizzard
Senza veli o in mise fine anni '80 Shailene buca lo schermo, dimostrando naturalezza e padronanza di sé anche nel ruolo di voice over.
Non riesce comunque ad offuscare la sempre strepitosa Eva Green, con quei suoi sguardi folli e pieni d'odio, con la sua bellezza che si tenta di sfare, quasi inutilmente però.
Il dramma che Araki racconta è distante da quelli a tinta erotica del suo passato, è più maturo e complesso, parlando di sesso, della sua scoperta, ma soffermandosi più sull'intimo, narrato com'è indietro, avanti nel tempo, con intermezzi onirici che sottolineano ancor più la cura estetica dedicata al confezionamento del tutto, fatto di inquadrature fisse e geometriche che si alternano.
Ciliegina sulla torta è una colonna sonora da intenditori, e molto 80's che passa dai New Order ai Depeche Mode.
Presa alla gola e alla testa da questo dramma, da questo giallo, da questo thriller in cui ci si immerge senza problemi, Shailene c'è riuscita: mi ha convinto, mi è piaciuta.
White Bird in a Blizzard
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