Questo grande film è stato consigliato dal cane da tartufo cinematografico alias Belushi, che ci tengo a ringraziare per l'enorme quantità di film (diciamo curiosi!) che tira fuori dal suo magico cappello.
Questo è un film che definire feroce è poco, non tanto per le scene di violenza (che restano comunque di notevole impatto) quanto per il malessere generale del film, il cui unico messaggio che porta è che il razzismo è incurabile. Il razzismo in questo caso è impersonato dal Cane Bianco, nome che oltre ad identificare il colore dell'animale ne rappresenta anche l'aspetto caratteriale/comportamentale, ovvero l'essere stato addestrato ad attaccare ed uccidere persone di colore. La cosa più sconcertante però è l'altro, ovvero quello che non vediamo, quello che è successo prima della storia a cui assistiamo. Infatti il solo sapere che dei malati (ma molti li conoscono anche con l'altro loro nome, ovvero emerite teste di cazzo) abbiano creato un mostro simile, supera di gran lunga qualsiasi scenario orrorifico, portandoci alla consapevolezza (ancora una volta) che l'essere umano è tra le bestie più meschine e crudeli del creato... ed è proprio questo aspetto che ci fa stare male durante la visione, non tanto il film in sé! Dal punto di vista cinematografico la mano registica di Fuller si sente eccome, come si sentono ancora nei movimenti di macchina e di zoom (pochi ma efficaci) una certa influenza anni '70, nonostante la pellicola sia datata 1982. Un film che a quanto pare ha avuto non pochi problemi, e che dovrebbe (a discapito della brutta nomea che si porta dietro) essere usato anche con scopi didattici.
Magazine Cinema
Questo grande film è stato consigliato dal cane da tartufo cinematografico alias Belushi, che ci tengo a ringraziare per l'enorme quantità di film (diciamo curiosi!) che tira fuori dal suo magico cappello.
Questo è un film che definire feroce è poco, non tanto per le scene di violenza (che restano comunque di notevole impatto) quanto per il malessere generale del film, il cui unico messaggio che porta è che il razzismo è incurabile. Il razzismo in questo caso è impersonato dal Cane Bianco, nome che oltre ad identificare il colore dell'animale ne rappresenta anche l'aspetto caratteriale/comportamentale, ovvero l'essere stato addestrato ad attaccare ed uccidere persone di colore. La cosa più sconcertante però è l'altro, ovvero quello che non vediamo, quello che è successo prima della storia a cui assistiamo. Infatti il solo sapere che dei malati (ma molti li conoscono anche con l'altro loro nome, ovvero emerite teste di cazzo) abbiano creato un mostro simile, supera di gran lunga qualsiasi scenario orrorifico, portandoci alla consapevolezza (ancora una volta) che l'essere umano è tra le bestie più meschine e crudeli del creato... ed è proprio questo aspetto che ci fa stare male durante la visione, non tanto il film in sé! Dal punto di vista cinematografico la mano registica di Fuller si sente eccome, come si sentono ancora nei movimenti di macchina e di zoom (pochi ma efficaci) una certa influenza anni '70, nonostante la pellicola sia datata 1982. Un film che a quanto pare ha avuto non pochi problemi, e che dovrebbe (a discapito della brutta nomea che si porta dietro) essere usato anche con scopi didattici.
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