ROMA – Si chiama “White&White” la mostra in onore del dialogo tra Corea e Italia esposta dal 29 marzo al 2 giugno all’Aranciera di Villa Borghese, organizzata dal National Museum of Contemporary Art, Korea e curata da Vittoria Biasi e Haeng-Ji Kim.
La selezione è frutto della collaborazione tra Hyung-Min Chung, direttrice del National Museum of Contemporary Art, Korea, e Vittoria Biasi. Quest’ultima da anni rivolge da sua ricerca di storica dell’arte verso la monocromia bianca del Novecento.
La mostra propone una riflessione su due distanti culture che s’incontrano sul pensiero e sui linguaggi del bianco. Come le molte mostre sulla monocromia bianca, verso la fine degli anni ’50, hanno quasi tracciato uno spartiacque nel panorama dell’arte, così la mostra White&White nel dialogo tra Corea e Italia segna uno spazio di ricognizione per due culture alle soglie di profondi cambiamenti sociali.
La mostra permette infatti una riflessione sul differente valore storico-artistico di avanguardia occidentale e consente di accostarsi alla cultura coreana e ai principi orientali verso cui è rivolta l’attenzione del pensiero contemporaneo. In mostra sono presenti opere della creatività emergente italiana attorno al concetto del monocromo bianco, frutto delle trasformazione dei linguaggi artistici del Novecento, accanto ad opere coreane provenienti dalle maggiori collezioni museali.
La scultura di In-Kyum Kim per esempio, con la rappresentazione lunare delle forme possibili dello spazio, l’ingresso silenzioso nella materialità dell’anima, come nelle sculture di Kwang-Ho Jeong , declinano il rapporto con l’esserci e con l’agire nello spazio espresso dalle opere di Insu Choi o dal filo di fibra ottica di Carlo Bernardini che traccia una possibilità d’individuazione dello spazio o di disegno nel vuoto.