© Chiara Dionigi
• Chi sei?Mi chiamo Chiara Dionigi, sono di Assisi ma lavoro a Perugia.Non saprei come descrivere quello che faccio, diciamo che lavoro con le immagini. Fotografia, illustrazioni, ma soprattutto collage e assemblage. Ho studiato cinema e questo mi è servito molto per imparare a leggere le immagini e trasformarle col mio intervento.Ho un’amore incondizionato verso la carta che è uno degli strumenti principali del mio lavoro. Ho la casa e lo studio sommersi da giornali, riviste, poster cinematografici giganti che poi ritaglio ed assemblo, scansiono e ricoloro creando nuove immagini.Quando non sono a studio a disegnare/fotografare/ritagliare mi dedico alle mie bestiole, ho 7 gatti, 3 tartarughe che girano in giardino e un terranova di 70 kg che fa da mammo ai gattini.• La prima cosa a cui pensi appena sveglio?Il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero gli unicorni.
• Di cosa hai una scorta?Dinosauri. Ne ho parecchi e spesso me li porto in giro.
© Chiara Dionigi
• Una parola o un'espressione che ami? E una che odi?Amo la parola “procrastinazione”. Non ci sono parole che odio, dipende dai contesti. Le parole non sono mai odiose, a volte possono essere ingombranti o rumorose ma non ne odio nessuna.• Di cosa hai bisogno per essere felice?Vorrei maggiori superpoteri. Sarei molto felice allora.
• In questo mondo le persone si dividono in?Accese o spente. Tutto il resto sono sfumature più o meno chiare.
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• Un politico, una popstar o un artista che ammiri particolarmente per vari motivi?Non ammiro nessun politico. Il termine popstar mi fa venire la dermatite solo a leggerlo ma diciamo che ci sono degli artisti che stimo molto anche in campi lontani dal mio. Apprezzo molto Umberto Maria Giardini e gli Offlaga Disco Pax. Amo il lavoro dell’artista Ilaria Margutti e quello del mio compagno Francesco Capponi. Ammiro molto chi lavora onestamente e con rispetto.• Il luogo più importante di casa tua?Ho una casa molto piccola, sembra più una roulotte che una casa ma la amo molto. Passo la maggior parte del mio tempo in cucina e più precisamente seduta al tavolo. E’ il luogo in cui, oltre ovviamente a mangiare, guardo film, disegno, spesso lavoro e a volte mi ci addormento.
• Tre posti dove non sei mai stato e che vorresti vedere?Slumberland, Il Paese delle Meraviglie e l’Isola che non c’è.
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• Pensando all'Italia, qual è la prima cosa che ti viene in mente?Solo una parola: Rigurgito. Credo renda bene l’idea.• Quale città d'Italia ti attrae per il suo ambiente creativo?Amo la città in cui vivo, Perugia. E’ un luogo estremamente creativo dove però le possibilità di esprimersi sono minime. Altrimenti direi Bologna e Torino. Due posti per me magici.
• Cosa volevi fare a 14 anni?Proprio a 14 anni forse volevo sparire dal mondo.Probabilmente in quegli anni avevo la voglia di mettere su una rock band.
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• Cosa non indosseresti mai?Non c’è nulla che non indosserei mai. Come ha scritto un mio saggio amico "indosso abiti improbabili con totale naturalezza".• Che cos'è per te la creatività?Non saprei darne una definizione in poche righe. Diciamo che è un modo per creare connessioni.
• Da cosa trai ispirazione per i tuoi progetti?Dalla mia fantasia, dalle immagini che trovo in giro e dai sogni assurdi che faccio (e che ricordo nei minimi dettagli).
© Chiara Dionigi
• Che definizione hai per la fotografia?Io lavoro con le immagini. La fotografia per me è un mezzo che utilizzo per arrivare a creare l’immagine finale. Non sono una fotografa anche se faccio foto. Non mi soffermo troppo sulla composizione o sulla luce quando fotografo. Non mi serve fare belle foto, mi serve creare delle belle immagini che poi posso rielaborare andando a creare quello che avevo in mente ma che prima "vedevo" solo io.• Qual è il posto dove riesci a trovare più idee?Non c’è un posto, semmai c’è un momento. Spesso le idee migliori mi vengono quando sono riposata, rilassata. Le idee escono quando sentono che sono pronta a riceverle. Nel caos non riesco a pensare.
• Che cos'è per te il lusso?Lusso è una parola che non capisco.Ma è una parola con cui si può giocare: Lusso, Busso, Basso, Masso, Matto.
© Chiara Dionigi
• Un film recente che ti è piaciuto? Perché?"Musica per vecchi animali" di Stefano Benni. Surreale parecchio.• L'ultimo libro letto?La voce delle onde di Yukio Mishima. Un romanzo delicatissimo e poetico di uno degli autori che amo di più.
• Una colonna sonora delle tue giornate?Di solito punk. Dai Current 93 a Lydia Lunch, passando per i Crass, Dead Kennedys e Stiff Little Fingers. A volte quando lavoro amo ascoltare alcuni sound artist come Francisco Lopez o il duo portoghese @C.
© Chiara Dionigi
• Un sito che tutti dovrebbero visitare?www.facebook.com/Pogovic Un circo fotografico composto da personaggi assurdi che fanno cose fotoniche con le foto!• Cosa o chi consideri sopravvalutato oggi?Tutti si sentono stocazzo. Forse considero sopravvalutato il genere umano. Dovremmo dare più spazio ai giocattoli e ai disegni. Anche ai dinosauri.
• Un aneddoto indimenticabile legato alla tua attività? Una volta da piccola mio fratello per farmi una foto inciampò e la macchina fotografica volando atterrò sulla mia capoccia. Per diverso tempo alla parola fotografia mi coprivo la testa urlando.
© Chiara Dionigi
• Con chi ti piacerebbe lavorare?Se la devo sparare grossa allora faccio due nomi: Peter Greenaway e Michel Gondry.• Cosa provi quando rivedi alcuni progetti di due o tre anni fa?Mi piacciono molto per la loro natura acerba. C’è un affetto familiare con alcuni lavori, altri li trovo semplicemente brutti.
• L'ultima cosa che fai prima di dormire?Leggo le news in rete oppure fumetti. L’ultima azione che compio è sempre la stessa: mi tolgo gli occhiali e li metto sul comodino. Loro dormono lì.
© Chiara Dionigi
• Progetti per il futuro?Tanti e interessanti. Seguitemi e vedrete quello che combino.• Link dove è possibile vedere quello che fai o dove seguirti? www.chiaradionigi.tumblr.com/ per vedere i miei lavori e www.instagram.com/muumma per vedere pezzetti delle mie giornate.
• Una frase o un pensiero per concludere l'intervista?“Sono una piccola ape furibonda” Alda Merini.
Roberto Arleo
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