WHO ARE YOU | Riccardo Bandiera, l’istantanea che cattura un momento

Creato il 20 giugno 2013 da Roberto Arleo @robertoarleo
Per la rubrica Who are you vi presentiamo un nuovo fotografo selezionato dal nostro gruppo flickr
Chi sei?Mi chiamo Riccardo Bandiera, vivo sul mare a Diano Marina ma sono nato ad Imperia. Sono fotografo freelance/artista da un paio di anni. Faccio una vita molto semplice, fatta di piccole cose, qualche affetto vero, qualche amico, passeggiate in spiaggia. Lavoro con una Canon EOS 5D e varie ottiche, quasi sempre il 50mm, anche se ultimamente sto prendendo confidenza con il 70-200 che ho preso a fine anno scorso. Ho anche parecchie macchine analogiche con cui mi diverto a sperimentare e qualche giorno fa un magazine spagnolo mi ha pubblicato un’intera serie fatta con la mia Ricoh. E’ stata una bella soddisfazione. Faccio solitamente ritratti (principalmente femminili). La figura umana mi affascina, soprattutto quando riesco a collocarla in un giusto ambiente. Ecco perché quando non fotografo, è facile che faccia location scouting, prendo qualche strada a caso per cercare qualche scorcio suggestivo oppure mi fido dei suggerimenti degli amici. Le case abbandonate mi hanno sempre affascinato sin da ragazzino, scavalcavo e le andavo a scoprire e questa cosa mi è tornata utile con le foto. A tal proposito è nata la mia prossima mostra “Abbandonati - Il mondo alla fine del mondo” che resterà aperta dal 18 giugno per tutta l’estate ad Albenga (SV). In generale comunque cerco di stare all’aria aperta, a godere di ciò che la vita ci offre, di fare qualche viaggetto oppure di chiudermi in un cinema per nutrirmi di altre immagini.

© Riccardo Bandiera

La prima cosa a cui pensi appena sveglio?Al caffèlatte e poi subito alle cose che ho da fare nella giornata. 
Di cosa hai una scorta?Coca-Cola, non posso farne a meno. Oltre alle cardioaspirine, soffro di scottoma.E cd. Quando sono a casa, c’è sempre musica nello stereo.
Una parola o un'espressione che ami? E una che odi?Rispetto e correttezza, parole che si sono un po’ perse nel tempo. Invece per quanto riguarda quelle che non amo, ce ne sono parecchie ultimamente, in generale odio quelle tipiche e stereotipate espressioni gergali tra amici (fratello, bella zio etc etc..), mi sanno di una pochezza irritante.
Di cosa hai bisogno per essere felice?Di una nuova location, di un buon soggetto e della giusta luce naturale.
In questo mondo le persone si dividono in?Banalmente ti direi in buoni e cattivi, che possiedono dei valori o meno. Soprattutto vivendo in un posto piccolo come il mio, fai in fretta a capire con chi hai a che fare, chi ha ben poco da condividere con te.
Un politico, una popstar o un artista che ammiri particolarmente vari motivi?Non ho veri e propri eroi famosi, stimo mio padre che pur non essendo né un politico, un musicista o un artista, ha saputo e sa fare grandi cose.
Il luogo più importante di casa tua?Essendo un loft, non ci sono in pratica spazi ben definiti, quindi direi la zona giorno dove ho ricavato il  mio piccolo studio e dove passo gran parte delle mia giornata.
Tre posti dove non sei mai stato e che vorresti vedere?Vorrei andare in Baja California (son stato solo nella zona di Los Angeles), Australia e la più fattibile Brighton.
Pensando all'Italia, qual è la prima cosa che ti viene in mente?Tristezza. Per come siamo stati capaci di far andare tutto a rotoli. Abbiamo delle  potenzialità enormi, possediamo un territorio ricco ed una storia incredibile, e siamo eternamente incapaci a valorizzarlo.
Quale città d'Italia ti attrae per il suo ambiente creativo?Da questo punto di vista nessuna città.
Cosa volevi fare a 14 anni?Ero combattuto tra la rockstar e il grafico. Falliti entrambi gli obiettivi.
Cosa non indosseresti mai?La faccia da c**o che hanno parecchie persone.
Che cos'è per te la creatività?E’ qualcosa che ti smuove dentro e vuole con tutte le forze uscire fuori. E’ qualcosa di intimo, che ti appaga e ti fa sognare.
Da cosa trai ispirazione per i tuoi progetti?Mi affascinano i piccoli-grandi miracoli della vita, le cose semplici che ci circondano e che magari ormai non notiamo più. Basta guardarsi intorno ogni giorno e magari qualcosa esce fuori. Oppure metto un cd dei Timbre Timber, con loro vado sul sicuro.
Che definizione hai per la fotografia?L’etimologia già dice tutto: scrivere con la luce. E’ l’istantanea che cattura un momento e, andrò in controtendenza, ma preferisco che sia la scena di quel preciso istante, senza troppo studio e progettazione dietro, e senza troppa elaborazione dopo.
Qual è il posto dove riesci a trovare più idee?Muovendomi, viaggiando, basta anche un piccolo tragitto in auto… più semplicemente sfogliando qualche libro fotografico o guardando qualche immagine su riviste on-line (ce ne sono alcune davvero interessanti), vedendo film.

© Riccardo Bandiera

Che cos'è per te il lusso?Non avere padroni, esser liberi di scegliere senza condizionamenti, con errori annessi.
Un film recente che ti è piaciuto? Perché?Ho appena visto “La grande bellezza” di Sorrentino, quel film riassume bene quello che intendevo alla domanda sull’Italia, qualche riga fa. Una bella raccolta di immagini.
L'ultimo libro letto?Leggo a sprazzi, a periodi. Ho finito a fatica “Più lontano ancora” di Jonathan Franzen, di cui avevo apprezzato il precedente ed enorme “Libertà”.
Una colonna sonora delle tue giornate?Avendo scritto per anni su una rivista rock, possiedo una bella collezione di dischi quindi l’heavy rotation cambia quotidianamente. Ultimamente mi son soffermato sugli Alt-J (una piacevole sorpresa che ho trovato molto suggestivi), su alcune cose di Patrick Watson e ovviamente sull’ultimo dei Low.
Un sito che tutti dovrebbero visitare?Domanda ostica ed interessante. Così a bruciapelo mi cogli impreparato. Non ho un sito preferito in assoluto. Posso consigliare www.zeitautomatik.com di Michael Magin, in cui si possono trovare davvero dei lavori notevoli!
Cosa o chi consideri sopravvalutato oggi?Ci sono parecchi fotografi in giro che sono sopravvalutati perchè hanno la capacità di sapersi vendere bene. Credo che in tutte gli ambiti artistici ci sia questo aspetto, e penso che sia soprattutto un male italiano. 
Un aneddoto indimenticabile legato alla tua attività? Durante un girlshooting in un hotel abbandonato, mi son trovato un mitra puntato in faccia da un carabiniere, chiamato da qualche cittadino spaventato. Stavo stupidamente fotografando su un terrazzo piuttosto in vista! 
Con chi ti piacerebbe lavorare?Da altre parti avevo già risposto ad una domanda simile citando Jean Seberg con i capelli corti come in “A bout de souffle”.
Cosa provi quando rivedi alcuni progetti di due o tre anni fa?Ho il difetto di non accontentarmi mai, quindi quando rivedo i miei scatti, soprattutto a distanza di tempo, storgo il naso. Le foto che farò pomeriggio, già domani le guarderò con un certo senso critico, notandone i difetti e cercando di apportare nuove idee ed intuizioni già dal prossimo shooting. Poi alla fine, ovviamente qualcosa rimane, ad alcune foto, anche datate, sono molto affezionato e me le porto dietro senza stancarmene.
L'ultima cosa che fai prima di dormire?Metto la sveglia e bacio la mia compagna.
Progetti per il futuro?Sto cercando di realizzare un progetto acquatico che vorrei esporre a fine estate in una galleria vicino a casa che mi ha ospitato già l’anno scorso. Poi ad ottobre ho un’esposizione personale di un mese a Bruxelles e un altro progetto top-secret, una collaborazione davvero importante che sta nascendo. In mezzo un po’ di cose che potranno vedere la luce o spariranno senza lasciar traccia.
Link dove è possibile vedere quello che fai o dove seguirti? www.riccardobandiera.com il mio portfoliowww.facebook.com/riccardobandieraphotography sempre aggiornatissimawww.flickr.com/photos/thewhitestdogalive dove c’è davvero di tutto…http://imissthecomfortofbeingsad.tumblr.com soprattutto analogicowww.pinterest.com/riccardobwww.twitter.com/whitestdogalivewww.youtube.com/user/riccardobandieraph dove ho appena realizzato un teaserwww.linkedin.com/pub/riccardo-bandiera/29/687/6a7
Una frase o un pensiero per concludere l'intervista?We don’t go anywhere for a while. And then we go.” Una frase di Carver che ho molto a cuore da anni e che tra qualche giorno finalmente mi tatuerò.
Roberto Arleo ---

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