E dire che non le importava neanche poi più di tanto di quello che pensava ora. Arrossiva al ricordo di quello che poteva essere stato, ma non era quell'imbarazzo adulto appena percettibile. Era quella vampata furiosa, rosso che ti inonda il viso, tipico di un adolescente che si trova ad essere in uno stato di grande indisposizione e indigenza verso il mondo circostante. Non le importava di certo quello che potesse pensare ora. Poi cosa facesse, quale surrogato di ragazzina potesse portarsi a letto compiacente. Niente. La magia di un bacio tra i versi di una poesia era svanita da tempo.Era solo un desiderio primitivo, viscerale, incontaminato e freddo come il marmo di fargli vedere quel suo piccolo mondo ora finalmente dischiuso. Di guardarlo in viso una volta per tutte. Guardarlo e dirgli: "Io non provo nulla, nulla, nulla!". Ecco, cosa voleva fare, le luci della città erano meravigliose da quelle enormi vetrate al diciassettesimo piano del Neutral Milk Hotel e lei finalmente sapeva cosa avrebbe fatto. Ovunque egli fosse e con chiunque fosse, l'avrebbe raggiunto e gli avrebbe detto: "Io non provo nulla, nulla, nulla!"
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