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Whois, ossia chi è il proprietario di un sito

Creato il 04 gennaio 2013 da Hnikarr

Se avete bisogno di verificare l’affidabilità e la correttezza delle informazioni presenti su un sito, magari perché sospettate una possibile truffa; se un sito ha pubblicato informazioni false sul vostro contro, oppure lesive della vostra reputazione, o comunque dati che vorreste far sparire; se un sito sta diffondendo spam o virus, e voi lo volete fermare; se siete stalker o semplici curiosi e volete sapere tutto sulla identità della persona che gestisce un certo sito; se vi trovate in una qualunque di queste situazioni, o in molte altre, la prima cosa che dovrete fare è scoprire chi sia il proprietario del sito, o chi sia l’intestatario, per poter poi agire nei suoi confronti, in qualunque modo intendiate agire. Oggi mi occuperò appunto di questo: trovare l’identità del proprietario di un sito. Chi è il mago di Oz, nascosto dietro il paravento di un sito? Fin dai tempi in cui Internet si chiamava ancora ARPANET ed era riservato a pochi eletti, esiste uno strumento molto semplice per scoprire a chi sia intestato un determinato spazio in Rete, che sia un indirizzo IP, il nome di un dominio (DNS), o altro: sorprendentemente ma anche no, questo strumento risponde al nome di WHOIS. Quando il Web era giovane, questa formula magica era digitata nella linea di comando dei sistemi operativi UNIX, seguita dall'indirizzo del sito e da eventuali altri parametri; oggi che la linea di comando è guardata con sospetto dalla maggioranza degli utenti e spesso condannata a vivere in apposite riserve, esistono programmi con interfaccia grafica per eseguire le stesse operazioni, ma anche siti internet specializzati in questo tipo di ricerca. Per semplicità, oggi mi occuperò soltanto di questi ultimi, anche perché sono i più usati dalle persone comuni. Il sistema più semplice per trovare l’identità della persona a cui è intestato un sito, e che quindi dovrà anche rispondere, nel bene o nel male, del contenuto del sito stesso, è rivolgerci al nostro vecchio amico Google. Digitiamo come argomento di ricerca “whois nome-del-sito” e uscirà una pletora di pagine, che ci propongono informazioni più o meno complete e accurate sul sito da noi ricercato. Le informazioni in questione sono le più varie, ma normalmente includono l’indirizzo IP del sito, il tipo di server su cui gira, la data della prima registrazione del dominio, la data dell’ultimo rinnovo del dominio (se presente), la data di scadenza della registrazione, i dati della persona fisica o dell’azienda a cui è intestata la registrazione, i dati della società che ha concesso il dominio, eccetera. Spesso ma non necessariamente, troveremo anche informazioni sul traffico del sito, visitatori totali o medi, posizione occupata nelle varie classifiche di gradimento della Rete (Alexa, PageRank, eccetera), e altri dati che possono essere più o meno interessanti, a seconda dei casi. Siccome però il nostro obiettivo iniziale era trovare il proprietario del sito, fermiamoci a osservare i dati sulla persona a cui è intestata la registrazione. A seconda del sito che stiamo utilizzando per la ricerca WHOIS, la posizione di questi dati può cambiare. Se prendiamo come esempio il sito www.who.is, dal nome estremamente fantasioso ma anche molto facile da ricordare, nei risultati delle sue ricerche avremo due zone da guardare: le Registrar Info sono di solito informazioni sulla società che ha fornito il nome del dominio, mentre la sezione Raw Registrar Data ci mostrerà il nome della persona fisica, oppure dell’azienda, a cui è intestato il nome del dominio, ossia la persona che lo ha “affittato” e che, al momento, è intestatario del contratto. Può non essere la persona che scrive nel sito, ma è comunque la persona che dovremo contattare per prima, in caso di questioni legali. Oltre al nome, troveremo anche tutti i dati necessari per contattarlo: numero di telefono, numero di fax, indirizzo e-mail e anche indirizzo di casa, se si tratta di una persona fisica (se è un’azienda, troveremo invece l’indirizzo della sua sede). A seconda del tipo di sito su cui eseguiamo la nostra ricerca, i risultati possono essere più o meno sorprendenti o interessanti. Poche persone al mondo saranno sorprese, scoprendo che il sito www.microsoft.com è intestato alla Microsoft Corporation, oppure che il sito www.apple.com è intestato alla Apple Inc. (se eseguite la ricerca, troverete anche i numeri per contattarle e l’indirizzo a cui si trovano le rispettive sedi), ma potrebbe essere interessante scoprire che avevano registrato i rispettivi domini in un’epoca in cui, qui in Italia, solo una manciata di persone era consapevole dell’esistenza di internet. Maggiori sorprese, invece, possono venire dalle ricerche sui siti personali, ossia quei siti il cui dominio corrisponde al nome di una persona: in questi casi, succede a volte di scoprire che il dominio è intestato a perfetti sconosciuti, che in apparenza hanno poco o nulla a che fare col proprietario “di fatto”. Prestanome per eludere il fisco e le querele? Ai posteri l’ardua sentenza, se mai dovessero essere interessati. Alcuni siti di ricerche WHOIS includono anche dati supplementari, interessanti per chi gestisce il sito e per poche altre persone. I già citati dati sul flusso di traffico, ad esempio, o sulla posizione occupata dal sito nelle graduatorie nazionali (o mondiali), in quanto a numero di visitatori. In certi casi, si hanno anche stime o meno inaccurate sul possibile valore del sito in questione (solitamente espresso in dollari), sempre sulla base del traffico di visitatori. Se siete proprietari del sito, potreste anche trovare gratificante sapere quale sia il suo valore stimato, ma è meglio prendere con le pinze questo dato e non attribuirvi troppa importanza. Sul piano della privacy, alcuni potrebbero essere poco felici di scoprire quante informazioni personali siano liberamente accessibili con una ricerca WHOIS: se siete proprietari di un sito, i dati forniti al momento della registrazione sono lì, in Rete, a disposizione di chiunque li cerchi. Questi dati, come già detto, sono nome, cognome, indirizzo e-mail, indirizzo di casa (o di ufficio, a seconda di cosa  avete indicato), numero di telefono, eventuale numero di fax. D’altro canto, se avete una partita IVA, sono più o meno le stesse informazioni che siete tenuti a inserire nelle vostre fatture (perché rilasciate una regolare fattura, giusto?). Per chiunque sia preoccupato, però, esistono anche società che offrono registrazioni private per i domini, ma questo discorso lo lascio agli esperti di diritto internazionale.

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