Trovarsi sabato sera a mezzanotte a fare il bucato potrebbe sembrare deprimente, ma in realtà c’è qualcosa di molto poetico e rilassante.
Soprattutto se le due sere precedenti le hai passate in due eventi uppsalesi di grande spessore. Ovviamente con il solito orario 17-2 di notte (riposante).
Giovedì grande festa di carnevale in Kantorsgatan. I tedeschi hanno la tradizione di iniziare a far baldoria per carnevale alle 11.11 in punto. E non parlo delle 11 di sera..
Anche se alla fine tutto è iniziato nel pomeriggio, causa lezioni e impegni vari (vi stupirebbe sapere quanto tutti qua siano ligi al dovere, al di là dell’immagine di baracca perenne che arriva inizialmente. Parlerò anche di questo), ma nonostante questo il divertimento non è mancato.
In mancanza di un costume vero e proprio avevo deciso di vestirmi da hippie, puntando sul fatto che i miei (quotidiani) vestiti simil-sfattoni alla gente del nord avrebbero fatto l’effetto di una specie di senzatetto fricchettone.
Alla fine il mio personaggio vestiva quanto segue:
- birkenstock
- pantaloni a quadri della think pink
- cintura di spago da cucina
- maglia ambientalista (semi pulita)
- una bandana dello jagermeister, presa in omaggio non ricordo dove
- occhiali da sole ray-ban aviator(ma perché, poi?)
- simbolo della pace disegnato col trucco su una guancia
Alla fine assomigliavo ad un cantate rock di bassa lega più che ad un hippie, ma tanto erano tutti troppo ubriachi per notarlo.
La cosa divertente è che quando dopo siamo andati alla Stockholms io ho tenuto il “costume”, quindi con pantaloni di cotone e birkenstock, per continuare a dare folklore alla serata.
Solo che siamo arrivati tardi e quindi ci siamo dovuti sorbire la fila fuori dalla nation.
E il freddo pungente mi ha costretto a rimedi estremi. Come infilare i guanti nei piedi.
Gli effetti penso si spieghino da soli.
ù——
Ieri è stata la volta del Gasque, la famosa “formal dinner” che non può mancare nel curriculum dello studente di Uppsala: niente più che una cena chic, in cui tutti sono vestiti rigorosamente con abito e cravatta/papillon, si mangia cibo di classe, si conversa amabilmente e… si beve un casino, come sempre.
Gli svedesi hanno questa abitudine di mischiare tutti gli alcolici durante il pasto. Non è come da noi, che si beve l’aperol come aperitivo, il vino durante il pasto (la birra con altri tipi di cibi), lo spumante con il dolce e il liquore dopo il caffè.
No, qui ti siedi e c’è un calice di champagne, un bicchiere di vino rosso, una birra media e uno shot indefinito.
Tutto gustoso, lo devo dire. E con il cibo che assorbe tutto per bene, si riesce a rimanere “tipsy” (brillo, in pratica) il giusto per godersi la serata.
Durante la cena, durata 4 ore (QUATTRO), c’è il tempo per fare decine di brindisi complicati e originali (in uno di questi si brinda, poi ci si alza, ci si gira e si va a bere dal bicchiere del tizio seduto alle proprie spalle nell’altro tavolo) e per cantare tutte le canzoni tipiche di Uppsala (alcune composte dagli stessi studenti).
Mi è rimasta impresso un ritornello che faceva “Gesù è vivo, e vive a Flogsta”.
Ho anche comprato il libretto con tutte le canzoni, e alla fine me lo sono fatto firmare da tutti gli amici più amici. So teenager..
Tutto bello, anche se con questi svedesi continuo ad avere un rapporto di odi et amo: cortesi e carini quando gli chiedi qualcosa, ti rispondono in un inglese impeccabile. Però poi fra di loro parlano sempre in svedese, anche quando ci sono persone che non lo capiscono.
Ora, in Italia sarebbe di sicuro peggio, se non altro perché la gente non parla proprio inglese, però cazzarola, tu che lo parli così bene ogni tanto intavola una discussione che possa capire anch’io e che non mi faccia restare lì con un sorriso ebete!
A parte questo, il gasque è decisamente un’esperienza da provare. E’ come un enorme matrimonio italiano: centinaia di persone, tutte ben vestiti, a tavola per ore, stoviglie di lusso.. Con la differenza che il cibo non vale neanche la metà.
Ma trecento studentesse svedesi bionde sono meglio della media degli invitati ai matrimoni..
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A questo punto diventa chiaro perché un sabato sera passato in casa a cazzeggiare non sembra così squallido. Non avrei avuto le forze..
Fra l’altro colgo l’occasione di mostrare questa perla della lavanderia, che fa guadagnare punti a Flogsta:
Una gigantesca asciugatrice-armadio! Con queste specie di braccia-stendini si riescono ad asciugare bene tutti i vestiti, minimizzando le pieghe.
E visto che ovviamente non ho un ferro da stiro la cosa è molto utile.
Dio benedica le lavatrici di mezzanotte.