Non vengo posseduta di volta in volta dai miei personaggi, che agiscono per mio tramite e prendono appunti per la storia di cui sono protagonisti - o, addirittura, se la scrivono da soli.
Fatevi un favore: non (fra)intendete a modo vostro quando dico "i personaggi fanno quello che vogliono" o "dettano legge quando gli pare e piace" o "sono i miei padroni", per poi andare a discettare di scrittori romantici. È triste! Nel senso: è triste che riteniate gli altri solo un branco di cretini rispetto a voi ;)
Sono una schiava: è questa la verità.
È cominciato tutto in modo subdolo: un bel giorno ho pensato che mi sarebbe piaciuto provare a scrivere una storia d'avventura alla Wilbur Smith e quel pensiero ha aperto le porte a loro, quegli esseri bianchicci, mollicci, slimerosi chiamati genericamente "personaggi".
Sono entrati e, come un virus, si sono insediati nel neurone e hanno cominciato a moltiplicarsi. Dapprima tutti molto simili tra loro (maschi, con un paio di caratteristiche distintive, niente di più). Poi hanno imparato a differenziarsi. A comparire persino in forma animale.
Panic! ne è saturo, ma continua ad accoglierne a carrettate: ogni stimolo sensorio, un personaggio - legato, ovviamente, a una storia. Lo stupido neurone conserva in un cantuccio anche quelli che scarto subito ("Ma potrebbero funzionare, se arrivasse la giusta Ispirazione! Metti che poi la Stronza arriva sul serio e tu hai buttato via i personaggi giusti? Sei costretta a prendere un misero appunto in attesa che..."). Conserva personaggi e storie vecchie di dieci anni e passa ("Perché sono buoni, dai! Okay, prima non eri in grado di gestirli e adesso sei impegnata con i nuovi, ma più in là vorrai ritornarci. Vedrai se non ho ragione io.").
Non mi permette di dimenticare niente e nessuno: ogni tanto mi arriva una sparaflashata a tradimento.
Così mi ritrovo ad assecondare non solo i personaggi delle storie presenti, ma anche quelli delle storie passate e quelli delle storie future.
Siccome sono un tipo disordinato, è una tragedia: decine di folder in due computer, due hard disk esterni e una chiavetta - tutti a vario grado di aggiornamento così che, se in viaggio mi porto solo un pc e la chiavetta, succede inevitabilmente che gli appunti di cui ho bisogno sono nei supporti che ho lasciato a casa. Nemmeno DropBox, da questo punto di vista, funziona: mi dimentico sempre di averlo; nel piccino non è nemmeno installato; ergo anche DB non viene mai aggiornato. È una mia stortura: ho bisogno di avere a portata di mano, in qualunque momento, i miei appunti. Un pc, per quanto piccolo e portatile, non è l'ideale. Da qui - in attesa di potermi permettere un iPad - la necessità di tenere sempre in borsa il notes della Storia X, con gli appunti presi a mano, e l'iPod Touch, con quelli presi nelle note.
Solo che non basta.
Perché arrivano sempre nuovi ectoplasmi che pretendono attenzione.
Dunque, in questo momento sono (dis)organizzata così:
- notes, folder e note su iPod per il romanzo che sto scrivendo
- note su iPod per il prequel di una storia che ho già in prima stesura
- agenda d'emergenza e note su iPod per una storia che mi giro e rigiro in mente da un anno
- folder su pc e chiavetta per il Paranormal Romance che un giorno scriverò
- note su iPod per una storia fresca fresca di ieri sera - e che porterò al NaNoWriMo
Ed è quello che faccio.
Nella misura in cui i miei padroni me lo permettono.
Ho ignorato diverse volte quei flash di ispirazione che arrivano a proposito di una storia che ancora non sapevo nemmeno se avrei scritto davvero, e me ne sono sempre pentita.
Altre volte, invece, appunti per una storia si sono rivelati fondamentali per un'altra.
Il succo è che mi tocca comunque segnare da qualche parte le idee che mi vengono in mente nei momenti e nei luoghi più impensati e/o meno adatti.
LORO lo esigono.
Che io sia cosciente o meno della loro esistenza, LORO non vogliono che io smetta di scrivere.