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Why I Write #5

Creato il 30 settembre 2012 da Sambruno
La notte è sacra. Di notte voglio dormire, per me è fatta per questo - diciamo, dall'una, massimo le due in poi. E quando mi capita di non riuscirci divento una iena: passo il tempo incazzandomi così, quando suona la sveglia, sono in uno stato tale che Hulk mi fa un baffo. Detesto non riuscire a dormire.
Why I Write #5
Raramente sono le mie storie a tenermi sveglia.
Più spesso, invece, uno dei modi quasi sicuri per prendere sonno è ricominciare a lavorarci: è matematico che, appena mi arriva una buona idea, mi cala la palpebra.
Ogni volta provo a resistere - perché, diamine!, non può essere che resti sveglia leggendo il romanzo più noioso che ho (credo sia dal 2006 che cerco di finirlo) e mi brucino gli occhi per il sonno cinque minuti dopo che riaccendo il pc per buttare giù gli appunti.
Ogni volta sono costretta a gettare la spugna e a rispegnere tutto imprecando e sperando che l'idea ci sia ancora, al mio risveglio. Per fortuna, per certe cose ho buona memoria. Posso essere la smemorata di Collegno su tutto il resto, ma di solito non per quanto riguarda le mie storie (cosa che irrita abbastanza chi mi sta vicino: "Ma insomma! Le cazzate te le ricordi e le cose importanti no?"... No. Che vogliamo farci?)
Poi capita anche quella notte in cui sono personaggi e trama a ronzarmi in testa, tanto da impedirmi di prendere sonno. Di solito succede quando stacco da una sessione di scrittura iperultraboom!, durante la quale macino dalle 2000 alle 3000 parole senza nemmeno rendermene conto (salvo quando stacco, appunto, e la mia vescica mi fa presente che o andiamo in bagno a velocità warp o ce la facciamo addosso lì dove siamo). O da un brainstorming di quelli in cui un'idea tira l'altra, tutto si incastra alla perfezione, e in una manciata di ore mi ritrovo con mezzo mondo a posto o mezza trama delineata. In queste occasioni, il neurone resta ciarliero anche per tre, quattro ore - quindi tiro fino al momento di portare fuori cucciolo, in pratica - senza che mi riesca di zittirlo.
Ci sono volte in cui mi capita pure di dormire per qualche tempo e di svegliarmi macinando ancora idee: un po' confuse, lì per lì, ma di nuovo chiare nel giro di un paio di minuti... quindi addio sonno.
Si tratterà pure di cose che amo, ma mi irrita lo stesso da morire perché poi, durante il giorno, non riposo: se lo faccio mi sballa tutto e la notte sono di nuovo insonne.
Una delle due siuazioni-tipo, però, è questa: stacco da sessione di scrittura o da brainstorming iperultraboom!, ciondolo a letto continuando a rimuginare, resisto eroicamente per mezz'ora prendendo appunti sull'immancabile notes poi, nonostante Panic! continui a blaterare, spengo e mi tiro le coperte sopra la testa. Se quando mi sveglio (succede anche una ventina di volte: è estenuante), le idee sono ancora lì che ronzano, presto orecchio: se c'è qualcosa che mi serve disperatamente (per uscire da un blocco, per esempio), scrivo subito perché - di nuovo - è matematico che se non lo faccio me ne dimenticherò l'istante dopo; se non è niente di urgentissimo, mi dico "sì, sì, va bene, domani me ne ricorderò" e riprendo a ronfare.
L'altra è questa: sessione di scrittura o di brainstorming nella norma o deludente; stacco presto (soddisfatta o scocciata, dipende), gioco un po' o guardo un film, me ne vado a letto e mentre aspetto di prendere sonno ascoltando musica, arriva una scena. Me la giro e me la rigiro in mente. Se è LOL, ci faccio su un filmino mentale. Se può servirmi, procedo come sopra. Dopodiché, buona notte.
Poi viene la parte in cui si palesa la gravità della mia disfunzione mentale: ovvero, le notti in cui sogno le mie storie e i miei personaggi Come un paio di notti fa, quando so di aver sognato un papocchio pazzesco in cui i personaggi di cui sto scrivendo attualmente avevano a che fare con degli asteroidi e delle navi spaziali, regalino lasciatomi dalla lettura di La porta dell'infinito, un signor romanzo di Frederik Pohl di cui blatererò sicuramente. Magari martedì :)

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