Detto questo, non discuto sulla morale che avrebbe spinto Spider Truman ad agire, dico solo che come al solito monta una rabbia a posteriori che s'infiamma sulle ceneri del già detto. Come ogni volta che in questo paese qualcosa non va, poi, scoppia il caso di chi trascina verso la deriva dell'antipolitica del populismo sfrenato, in questo caso senza nemmeno, giusto ripeterlo, citare le fonti, fare dei nomi, svelare nuove verità (le accetteremmo di buon grado, altroché). Quindici anni a mangiare nel piatto caldo dei paraculati per definirsi, oggi, un nuovo Subcomandante Marcos, un senza volto che incarna le vittime del sistema, precari e disoccupati, operai sfruttati e cassintegrati. Si definisce, lui stesso, l'incubo dei potenti, colui che guiderà un non ben chiaro esercito alla presa della nostra Bastiglia di diritti e democrazia. Mi chiedo cosa pensasse fino a un mese fa quest'uomo. O questa donna. Quanto gli importasse dei precari e dei cassintegrati, delle manifestazioni e delle lotte, degli anziani e della malasanità. Perché allora, se fosse stato davvero un eroe, avrebbe cantato prima, sarebbe uscito dall'omertà protestando anche per la condizione precaria di vita e lavoro in cui veniva tenuto dal potente di turno. Altrimenti il tutto rischia di diventare una semplice vendetta personale, basata su fatti già documentati dai più (da Travaglio a Stella, dalla Casta al Fatto Quotidiano gente che, a torto o ragione, ci ha messo nome, faccia e dati) che allo stato attuale non sputtana nessuno. E non dà nulla di nuovo. Se non un blog con tanti bei banner pubblicitari e una pagina Facebook con tanti bei "mi piace" cliccati il che, talvolta, vuol dire qualche soldo tirato su. Nella peggiore delle ipotesi un bel po' di pubblicità gratis sui giornali, in radio e TV. Voglio sperare che Truman tiri fuori qualcosa di serio, vero, utile. Che riesca a documentarlo e a rendersi credibile. Altrimenti questa assomiglierà soltanto ad una raccolta firme.
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