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Wild

Creato il 14 aprile 2015 da Misterjamesford
WildRegia: Jean-Marc ValleeOrigine: USAAnno: 2014
Durata: 115'



La trama (con parole mie): Cheryl Strayed, alle spalle la morte prematura dell'adorata madre e la distruzione del matrimonio e di se stessa, perduta tra droga e storie di sesso occasionale, decide di ricominciare a vivere a partire dall'avventura offerta dalla Pacific Crest Trail, lunghissima tratta da percorrere a piedi in solitaria.Comincia così un viaggio che porterà la donna a confrontarsi con il passato, il presente ed il futuro che durerà mesi e le permetterà di entrare in contatto con le realtà del viaggio, la Natura, gli altri trekkers in cammino lungo lo stesso percorso e la sensazione che, una volta giunta a destinazione, dovrà pianificare il rientro nella società ed il resto della sua vita.Riuscirà Cheryl a non mollare e portare a termine il percorso?E sarà il passato a prendere il sopravvento, o il futuro?
Wild
Da grande sostenitore della vita vissuta e dell'esperienza, ho sempre avuto un debole per i road movies di formazione.
Eppure, in parte per pregiudizio ed in parte per la recensione positiva del mio rivale di sempre Cannibal Kid, nutrivo ben più di un dubbio, rispetto a Wild.
Fortunatamente, più che una cosa finta alternativa in stile Into the wild - paragone più utilizzato rispetto a quest'ultimo lavoro di Vallee - ho rivisto in queste quasi due ore di visione la passione e l'energia de I diari della motocicletta, il desiderio di raccontare una storia onesta, di pancia, che costasse una fatica emotiva più che fisica o di resistenza cinematografica - personalmente, non ho patito per nulla il ritmo apparentemente lento del film, che ho trovato al contrario molto dinamico - e riuscisse a narrare il percorso di un essere umano pronto a ricominciare, ripartire, viaggiare, nel senso più profondo ed importante del termine.
Dopo Dallas Buyers Club, pur rimanendo su binari che non lo portano oltre il buon prodotto, Vallee mostra una propensione notevole per la realizzazione di film coinvolgenti, emozionanti e decisamente efficaci tecnicamente - davvero ottimo l'utilizzo del montaggio e dei flashback "schizofrenici" -, in questo caso descrivendo nel modo migliore possibile la sofferenza e l'importanza della stessa all'interno di un percorso - che sia geografico o personale, poco importa -, la varia umanità con la quale si finisce per confrontarsi all'interno dello stesso e l'evoluzione cui conduce.
Cheryl, che nel corso della sua crescita ha subito ed amato come poche volte si ha la possibilità di subire ed amare nella vita, trova nel confronto con se stessa l'unico modo per affrontare il mondo, anche quando lo stesso modo è assolutamente distruttivo: in questo senso la capisco bene, considerato che nei miei anni più wild l'approccio alla vita che tenevo era sostanzialmente lo stesso - pur non avendo mai avuto, di fatto, un vero contatto con le droghe, ho sempre ritenuto il sesso e l'alcool rifugi occasionali come quelli mostrati dalla protagonista di questo film -, e che proprio con il viaggio ho iniziato a porre le basi per quello che sarei stato dopo - anche se non ho certo compiuto un'impresa fisica e mentale come quella di questa giovane donna -.
Eppure, dai tempi di Barcellona in solitaria all'Irlanda, ricordo bene sulla pelle la sensazione e la volontà di ritrovare se stessi, scrivere, conoscere, condividere quasi fosse un mezzo per acquisire maggiore consapevolezza o coraggio per improvvisare rispetto al futuro: perchè il vero viaggio non finisce mai, se non con la morte, e fino a quando non si è davvero pronti, non ha senso pensare a quell'eventualità.
In questo senso, la conclusione dell'impresa di Cheryl è assolutamente perfetta, ed ha rischiato, parlando in termini molto più materialistici e "critici", di portare Wild ad un livello superiore di valutazione: quella riflessione nata sul ponte, in bilico tra passato, presente e futuro, è la testimonianza di quanto perennemente in movimento viviamo, di quanto elastici di fronte al Tempo e all'esperienza stessa siamo, così come quanto, nel bene o nel male, sempre e comunque, risieda la bellezza di intraprendere un percorso.
Lo spirito di Wild, da questo punto di vista, è assolutamente centrato: fermarsi, nel corso della vita, finisce per essere dannoso e controproducente per noi e per chi ci sta intorno, e a volte scegliere di partire è senza dubbio più utile che rimanere fermi ed attendere che qualcuno o qualcosa ci scuota.
Allo stesso modo, eventi che ci hanno definito come persone finiscono per legarsi ad altri che ancora devono venire, e che viviamo a breve distanza, anche quando si tratta di anni - ed epoche - differenti.
Wild fotografa bene momenti come questi.
Momenti che sono il sale di una vita.
E malgrado l'apparenza e la valutazione critica pura e semplice, Vallee dovrebbe esserne fiero.
Perchè Wild è un grande film.
Un grande viaggio.
Un ritratto di vita vissuta che fa respirare a pieni polmoni.
MrFord
"I've looked at clouds from both sides now,
from up and down, and still somehow
it's cloud illusions I recall.
I really don't know clouds at all."
Joni Mitchell - "Both sides now" - 


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