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WildStar – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 22/06/2014

Cover WildStar

PC Pegi 12 TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: NCSoft

Distributore: Cidiverte

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 03/06/2014

VISITA LA SCHEDA DI WildStar

Pro-1Sistema di combattimento semplice ed efficace Contro-1La lingua inglese e il canone mensile allontaneranno molti giocatori

Pro-2Tantissimi contenuti Contro-2Qualche problema nel bilanciamento delle classi

Pro-3Può dare dipendenza Contro-3Può dare dipendenza

Era il lontano 2011 quando per la prima volta la NcSoft ci mostrò, in larghissimo anticipo, alcuni filmati di Wildstar tramite il GamesCom. Da allora sono passati tre anni e Wildstar ha proseguito nel suo sviluppo un po’ in sordina, ogni tanto venivano pubblicati alcuni filmati gameplay giusto per ricordarci che il gioco era ancora vivo, ma poca cosa in confronto all’invasione mediatica a cui negli ultimi anni siamo stati a abituati. Il nuovo MMORPG sviluppato da Carbine Studios, team fondato da diciassette ragazzi provenienti da case di sviluppo di prim’ordine tra cui Blizzard, Valve e Retro Studios, ha suscitato negli amanti dei giochi online un enorme hype. Il motivo di tale eccitazione era quasi tutto rivolto verso il Telegraph, un sistema di combattimento dinamico che stando alle dichiarazioni e ai video anteprima pareva essere la panacea in grado di guarire i problemi di staticità che da sempre affligge quasi tuti gli universi online.

Forte dell’enorme carico di aspettative, WildStar ha generato in una larga fetta di fanbase la domanda che negli anni molte volte ci siamo posti: “Potrebbe essere questo l’erede di World of Warcraft?”. Come ben sappiamo, tutte le volte che è sorto un tale quesito la risposta è sempre stata negativa. In quasi un decennio di attività il colosso Blizzard ha conquistato il monopolio dei MMORPG schiacciando senza neanche troppa fatica i numerosi pretendenti al trono che gli si sono parati davanti. Nel corso dell’ultimo periodo però, complice anche l’uscita di Guild Wars 2, le avventure su Azeroth hanno perso un po’ l’appeal di un tempo e oggi il nuovo prodotto Carbine Studios si presenta come l’avversario più pericoloso che gli si sia mai posto davanti. Dopo averlo provato per numerose ore ed aver assaporato molto di quello che il gioco ci può offrire siamo finalmente pronti per dirvi la nostra. Riguardo alla domanda posta poco sopra ci dispiace già dirvi che non abbiamo una risposta certa. Il successo di un gioco e il relativo declino dei suoi competitors dipendono da logiche di mercato e di marketing che per quanto influenzate dal tempo non seguono un percorso lineare o prettamente di merito. Quello che possiamo fare è porvi una domanda: per voi, WildStar potrebbe essere l’erede di World of Warcraft?

Logo-WildStar-Dominion

12 OTTOBRE 1492

Lanciato per la prima volta il gioco, WildStar ci porrà davanti la classica scelta “Da che parte vuoi stare?”. Ambientato su un nuovo pianeta da poco scoperto, Wildstar racconta la storia di due fazioni in lotta per la conquista di un nuovo mondo. Da un lato ci sono gli Exile, un gruppo di rifugiati, mercenari e sbandati radunati da ogni angolo della galassia, dall’altra troviamo i Dominion, un organizzatissimo impero stellare che arrogantemente ha deciso che Nexus gli appartiene di diritto e come tale tutte le ricchezze presenti sul suo suolo. Non saranno gli unici esseri presenti, Nexus oltre ad essere abitato da una moltitudine di creature indigene nel passato è stato la casa di una civiltà dalla tecnologia avanzatissima e non è detto che tutti gli abitanti o i mostri del passato siano effettivamente scomparsi. La storia raccontata in WildStar è per molti aspetti classica, ideologicamente simile ad un Far West stellare troveremo le due fazioni in una eterna lotta per la conquista di territori incontaminati. Molto più simile ad una guerriglia che ad azioni in campo aperto, ci troveremo in prima linea a compiere sabotaggi ed attacchi mirati alle basi avversarie in un continuo di missioni atte ad indebolire i (poco) terribili avversari. A differenza di altre produzioni intenzionate a portarci dentro una epica lotta infinita, WildStar gioca la carta dell’ironia, puntato ovunque possibile ad inserire una gag o una battuta per stemperare un po’ la situazione. Sotto questo punto di vista sono stati molto bravi i creatori a dosare l’elemento umoristico inserendolo in un contesto a suo modo credibile, senza scadere nella idiozia o nel cercare una risata a tutti i costi. Quando accederete ai server potreste notare molti più giocatori dal lato dei Dominion, oltre alla naturale attrazione che si può provare a giocare nelle vesti dei cattivi bisogna constatare come la parte umoristica sia stato sviluppato meglio, con una storia e dei dialoghi più frizzanti e divertenti rispetto agli Exile che risultano dopo breve un po’ noiosi.

Una volta entrati nella schermata di creazione del nostro personaggio WildStar dà la possibilità di interpretare una tra le sei classi disponibili: Warrior, Medic, Esper, Engineer, Stalker e Speelslinger. Se nel caso del medico e del guerriero potrete intuire da soli quale posizione in battaglia andranno ad occupare, gli altri quattro profili potrebbero necessitare di una rapida lettura delle abilità per capire se rappresentano il ruolo adatto a voi. Lo Spellslinger è un personaggio in costante movimento che basa le sue azioni sull’attacco a distanza e continue capriole evasive, l’Engineer sempre ranged si servirà di alleati robotici e torrette difensive per causare il massimo danno sul campo di battaglia. Lo Stalker è un evasion tank, un personaggio da mandare in prima linea ma poco propenso a subire grandi danni, l’Esper è il maestro dei poteri mentali, una classe che permette di colpire da una grande distanza ma che chiederà una buona capacità di posizionamento visto che sarà impossibile muoversi mentre si usano i poteri. I sei ruoli a disposizione sono per molti versi un adattamento al mondo di WildStar delle tipiche classi da MMORPG, vedi l’ingegnere che scende in battaglia con il supporto di una creatura in questo caso robotica, o lo stalker che altrove si sarebbe chiamato rogue. Fortunatamente il sistema di combattimento Telegraph presenta una realizzazione tale da mostrare ogni classe sotto una luce differente e in quasi tutti i casi più divertente. Imparando dagli errori altrui, Carbine Studios ha cercato di ridurre al minimo la noia che un ruolo puro potrebbe suscitare dopo ore e ore passate assieme; ogni classe è strutturata come ibrida, troviamo infatti tre dps-healer e tre dps-tank, cosa che renderà piacevole il livellaggio, indipendentemente dalla professione scelta.

Naturalmente le abilità curative-offensive si differenziano in base allo stile del personaggio, curare con un Medic sarà diverso che farlo con uno Spellslinger e allo stesso tempo un tank stalker dovrà tenere una condotta differente rispetto ad un warrior. Oltre alla evidente maggiore varietà nel gameplay tale scelta permette una maggiore velocità nel mettere insieme gruppi per andare ad  affrontare i World Boss o i dungeon presenti. Ogni gruppo in WildStar è strutturato secondo la Holy Trinity dei MMORPG: tank che attira l’attenzione dei mostri, dps che sfrutta l’occasione per infliggere il danno più alto possibile e healer che si occupa di tenere in vita i compagni di escursione. Molti giocatori ritengono la trinity un sistema vecchio, per quanto questa affermazione sia innegabile, risulta altrettanto innegabile come sia ancora quello che funziona meglio. Negli anni sono state provate diverse alternative, ma raramente il risultato è stato all’altezza delle aspettative e troppe volte il divertimento generato non era tale da convincere i giocatori a rimanere su un prodotto che ha un bisogno fisiologico del numero più alto di utenza possibile. WildStar, pur seguendo lo schema della trinità, non è particolarmente rigido nei ruoli, l’utilizzo di classi ibride permette ai giocatori di adattarsi meglio alle evenienze, aumentando o diminuendo il numero dei dps-healer a seconda delle necessità. Il risultato di tale flessibilità è tutto a vantaggio degli utenti che potranno agilmente cambiarsi di ruolo nel caso qualcosa non funzioni a dovere. Complessivamente le classi risultano adeguatamente differenziate tra di loro, grazie ad abilità che generano effetti differenti ed innescano aree di influenza differenti, tutti i ruoli sono interessanti da giocare e livellare personaggi differenti per una volta potrebbe risultare realmente divertente.

Le classi al momento presentano alcuni elementi sbilanciati, il caso più emblematico è il Medic che cura male ma fa tantissimo dps. Casi del genere si sono verificati praticamente in ogni MMORPG uscito sul mercato, di conseguenza non ne siamo rimasti stupiti più di tanto, ci auguriamo che gli sviluppatori raccolgano i suggerimenti dei giocatori e già dal prossimo aggiornamento lavorino per una esperienza più equilibrata. A portare un ulteriore elemento di varietà nel gameplay ci pensano i Path, in italiano potremmo tradurlo volgarmente come sentiero, anche se va considerato più come uno stile di vita nel nostro caso. Le opzioni a disposizione sono quattro: Soldier, Explorer, Scientist e Settler, ogni eroe in fase di creazione dovrà scegliere un “path”, cosa che genererà una serie di missioni secondarie specifiche per lui. Scegliendo l’Explorer potremo trovare in giro pietre o reliquie in grado di sbloccare percorsi alternativi, o strade in grado di portarci in luoghi altrimenti inaccessibili, mentre ad esempio lo scienziato si occuperà di raccogliere informazioni sui nemici e sulla flora locale, soprattutto di quella letale.

COME SI ABBATTONO I MOSTRI?

Lontani dal periodo in cui una tastiera intera non bastava per accogliere tutte le abilità attive del nostro eroe, Wildstar utilizza il sistema di combattimento denominato Telegraph, decisamente più snello e dinamico rispetto a gran parte dei competitors. Il Telegraph pone le sue basi su due pilastri: gli attacchi AOE (aree di azione) e la schivata attiva. I giocatori di Guild Wars 2 impiegheranno poco tempo ad abituarsi al nuovo sistema di combattimento visto che per molti versi è un miglioramento di quanto usato nelle nostre battaglie su Tyria. Ogni personaggio, indistintamente dal fatto che sia un giocatore o un mob controllato dal PC, quando userà un’abilità vedrà un raggio di influenza comparirgli vicino ai piedi, ad indicare la zona di efficacia. Tali aree possono essere diverse nella forma e nella grandezza e generalmente richiedono un paio di secondi di caricamento prima che l’abilità a loro assegnata diventi attiva. Tempo e forme differenti hanno permesso ai creatori di sviluppare una buona varietà di combinazioni, con le classi che a seconda della scelta obbligano il giocatore ad adottare strategie differenti e boss in grado di sviluppare attacchi AOE in serie. Tale sistema tanto semplice quanto geniale genera combattimenti frenetici con giocatori in costante movimento nel tentativo di evitare aree di azione sempre più complicate.

Il Telegraph pur non essendo rivoluzionario è una delle idee migliori che si siano mai viste da anni in un MMORPG. L’equipaggiamento indossato, per quanto continui a rivestire un aspetto fondamentale, non è più l’unico fattore da tenere in considerazione. L’idea di un combattimento molto più skill-based oltre ad essere divertente è decisamente funzionale, con giocatori consci del fatto che colpire tanto quanto essere colpiti dipende unicamente dalla propria abilità e non da un targeting automatico dal raggio, quasi infinito. Piccola postilla per i giocatori che usualmente usano un healer, dimenticatevi di poter stare al sicuro nelle retrovie. In questo sistema dinamico i curatori sono quelli che si ritrovano la vita più complicata, oltre ad evitare i colpi nemici dovranno attivarsi in un costante inseguimento del tank, possibilmente anticipando le sue mosse e le sue schivate, cercando di tenere il livello di energia globale sempre il più alto possibile. Non una cosa da poco.

Ogni classe ha le abilità divise tra Assault, Support e Utility, a queste si aggiunge un set di mosse disponibili in base al “path” scelto. Salendo di livello sbloccherete le skill dalle tre categorie principali, tra tutte quelle a disposizione potrete selezionarne solamente otto, queste andranno a riempire la vostra interfaccia di combattimento. Il numero limitato degli spazi adibiti alle abilità obbliga i giocatori ad una oculata selezione delle skill e allo stesso tempo spinge a provare combinazioni diverse per ottenere i risultati più performanti. Gli amanti del calcolo delle statistiche stanno già iniziando a raccogliere informazioni riguardo a quali possano essere le rotation migliori, il conteggio però in questo caso è più complicato perché bisogna tenere in considerazione anche la limitatezza degli attacchi a disposizione e dei loro effetti. Per fare un esempio pratico, una serie di attacchi che porta un dps più alto è da considerarsi migliore rispetto ad una che causa uno stunt prolungato? Su Internet ogni giorno nascono discussioni a riguardo e la questione sembra destinata ad andare avanti ancora per molto tempo.

La volontà a di lasciare i giocatori liberi di sperimentare la si può riscontrare anche nel sistema di potenziamento delle abilità. Ogni skill può essere migliorata grazie ad un limitato numero di punti guadagnabili salendo di livello, tali incrementi possono essere aggiunti o sottratti  a piacimento, senza pagare penali, cosa indubbiamente utile nel caso vogliate passare rapidamente da un ruolo all’altro. Oltre alle abilità attive potremo investire specifici punti anche negli AMPs, attributi che andranno ad incrementare alcune delle nostre statistiche passive. Gli AMPs sono divisi in quattro grandi quadranti e aumentano una specifica caratteristica; potremmo anche sbloccare alcune abilità attive altrimenti non ottenibili.

COSA FARE SU NEXUS?

Sbarcati su Nexus il nostro personaggio si troverà a vivere le tipiche situazioni da Theme Park con qualche aggiunta in più. Ogni giocatore in WildStar potrà seguire una missione principale che via via ci porterà ad esplorare ogni angolo del pianeta. Raggiunta una nuova zona potremo parlare con i vari NPC presenti per ottenere incarichi che quasi sempre innescheranno una serie di missioni secondarie o vere e proprie mini-avventure parallele. Il sistema di quest è piuttosto snello, potremo accumulare un grande numero di obiettivi per eseguirli insieme ad altri, inoltre una volta completate ci basterà rispondere alla chiamata del cellulare per ricevere la ricompensa e iniziare la parte successiva della missione. Abbattendo determinati mostri o entrando in determinate zone ci capiterà di iniziare delle sfide a tempo, queste quasi sempre riguardano l’abbattimento di un determinato numero di mob con un sistema di medaglie (oltre che esperienza) per premiare i nostri risultati. Oltre alle missioni sparse nell’open world sovente capiterà di incrociare personaggi che ci affideranno mini-dungeon da affrontare in maniera individuale o cooperativa. Per quanto il sistema di quest rientri nei canoni classici, una tale varietà di situazioni e avvenimenti aiuta molto a limitare una ripetitività che altrimenti sarebbe fisiologica in questo genere di giochi. Il livellaggio non è l’unica cosa da tenere in considerazione, raggiunto il livello quattordici in WildStar otterrete l’accesso ad un pezzo di terra virtuale dove costruire la vostra casa ideale.

Attraverso un menù abbastanza intuitivo potremo costruire una buona varietà di abitazioni passando da una specie di baracca fino a una reggia in grande stile. Oltre alla casa vera e propria sono presenti tutti gli accessori che vorremmo in giardino come alberi o BBQ. Il sistema di housing oltre ad essere una feature in grado di risucchiare il tempo, serve a procuraci tutta una serie di bonus che si accumuleranno mentre si è scollegati dal gioco. Il lusso naturalmente andrà pagato, una casa più bella necessiterà anche di una abbondante quantità di monete (del gioco), per questa ragione molti non si occuperanno troppo di avere un tetto sopra la testa, almeno fin quando non avranno raggiunto il cap posto al livello cinquanta.

Una delle caratteristiche più attese di WildStar è la modalità Adventure: dal livello quindici sbloccherete un totale di cinque istanze ambientate in una realtà virtuale gestita da un antico macchinario Elder. Le missioni Adventure, altrove verrebbero chiamate “scenari”, sono dei semplici dungeon da cinque persone con al loro interno la possibilità di percorrere strade differenti.  A differenza dei dungeon veri e propri, in questo caso il gruppo dovrà focalizzarsi di più sulla velocità e sul compiere le scelte giuste per trovare la strada più rapida per raggiungere la fine. Terminata ogni missione adventure riceverete una medaglia in base al numero di decessi e al tempo che impiegherete per completarla. Ottenere tutti ori e imparare a conoscere il level design sarà un requisito fondamentale per sbloccare i contenuti più importati dell’end game. La scelta di ambientare queste adventure all’interno di una realtà virtuale ha lasciato ai creatori largo spazio di manovra, permettendogli di creare situazioni che fuori da un tale contesto sarebbero apparse poco sensate. Oltre alle classiche meccaniche da MMORPG queste missioni sono anche un banco di prova per i contenuti che potrebbero essere rilasciati in futuro.

La seconda avventura che sbloccheremo, War of the Wilds, è strutturata come un MOBA con due fazioni a scontrarsi in un battleground, mentre quelle successiva, The Siege of Tempest Refuge, ricorda molto un  tower defense coi giocatori impegnati a respingere orde di mob in diversi punti della mappa. Non saremmo sorpresi se in futuro venisse rilasciato un campo di battaglia con una impostazione sulla falsa riga di Smite. Di difficoltà ben maggiore sono i dungeon veri e propri, a partire dal livello diciassette (dal venti avrete il dungeon finder) potrete accedere a queste impegnative missioni di gruppo. Le dinamiche proposte sono quelle che potete più o meno immaginare, fatte di mostri da attirare, amici da curare e boss da studiare per la ricerca di punti deboli. Non mancheranno anche le arrabbiature, soprattutto verso i dps che in un momento di disattenzione si faranno uccidere da un attacco che poteva essere facilmente evitato. L’esperienza e il curriculum di classe degli sviluppatori trova piena espressione in questo frangente. I vari dungeon, anche se non particolarmente numerosi, sono stati sviluppati con cura sia nel level design che nelle boss fight, che ovviamente non vi anticiperemo. Oltre al puro combattimento ci sarà anche molto da esplorare, con nemici e tesori secondari. Similmente alla modalità adventure, terminata la missione riceveremo una medaglia, anche qui la valutazione sarà stabilità in base alla nostra velocità e alla capacità di evitare la morte.

Seguendo uno stile grafico cartonesco che potrebbe ricordare Ratchet & Clank, le ambientazioni che fanno da sfondo alle nostre imprese sono piuttosto variegate. Al nostro sbarco su Nexus saranno già presenti un buon numero di città, alcune ricchissime capitali e tanti paeselli di lamiera. Attraversando da nord a sud le varie aree di gioco affronteremo di tutto: aree ricoperte di neve, paesaggi lunari, laboratori segreti e villaggi in quarantena.

END GAME

Passiamo ora alla domanda fondamentale, che si fa una volta raggiunto il livello cinquanta? Dopo esservi guadagnati il tanto agognato cap, cosa che a meno non viviate letteralmente sul gioco vi porterà via un discreto numero di giorni, avrete a disposizione una serie di contenuti esclusivi per i veterani. Il primo cambiamento che noterete è la sostituzione della barra dell’esperienza con una barra Elder. Completando le missioni al posto di accumulare XP otterrete Elder point, che scambierete in Elder gem valuta per gli oggetti di alto livello. Al livello cinquanta sbloccherete la versione Veteran sia per le Adventure che per i Dungeon. In questa nuova veste, come potrete immaginare, il livello di sfida è molto più alto e vi servirà una buona conoscenza del level design e di una gilda/gruppo di amici con cui giocare abitualmente per portarli a termine indenni; anche qui riceverete delle medaglie in base alle prestazioni, ma completare tutte le istanze non sarà fine a se stesso. Questi due elementi sono parte di qualcosa di più grosso, avere almeno un argento in tutte le Veteran Adventure e Dungeon sarà un requisito fondamentale per sbloccare l’accesso gli amatissimi raid.

Parlando dei requisiti per i raid, un buon numero di medaglie non sarà sufficiente per poter entrare nelle missioni da venti persone. Pensato come uno dei principali contenuti per l’end game, i ragazzi di Carbine Studios hanno deciso di impostare decisamente alta la selezione all’ingresso e solo dopo un buon numero di ore potrete finalmente accedere a questi amatissimi contenuti. I raid in WildStar sono visti come un vero e proprio premio per la costanza e l’abilità. Costanza da dimostrare tramite le daily quest che vi faranno aumentare la reputazione presso le più importanti fazioni. Quanto ad abilità, dovrete provare di saper giocare al meglio abbattendo i dieci world boss presenti su tutto il pianeta.

Se tutto questo non fosse sufficiente è presente ovviamente anche l’immancabile possibilità di scontrarsi con gli altri giocatori. Divisi tra server PvP e PvE i vari reami danno ai giocatori la possibilità di decidere se vogliono livellare in maniera più tranquilla oppure se essere sotto costante rischio di un attacco di altri avventurieri. Oltre alle battaglie che potremo ingaggiare in giro per il mondo, il PvP è strutturato con arene dove trovare gli avversari e una volta abili potremo accedere al ranked PvP e alle ranked arena, dove poter affrontare guerrieri in grado di darci filo da torcere. L’elemento più interessante dello scontro tra i giocatori però sono i Warplot: attraverso una apposita interfaccia possiamo creare la nostra personale arena scegliendo di tutto, partendo da come posizionare le pareti fino ad eventuali boss da incontrare. Una volta finito il warplot potrete metterlo alla prova in furiose battaglie da 40vs40 giocatori, immaginate il casino che c’è in questi scontri… I problemi di bilanciamento tra le classi citate poco sopra sono decisamente comuni in tutti i giochi online e lo sono ancora di più in un prodotto pensato per il PvE come WildStar. Inutile negare che ci sono ruoli più adatti di altri per il PvP, questo fortunatamente è un po’ mitigato dal Telegraph e dalle schivate. Soprattutto nelle ranked potrete tranquillamente trovare giocatori in grado di asfaltarvi, in un match che teoricamente dovreste vincere quasi in automatico.

CANONE E CONTENUTI

Davanti alla decisione se sbarcare o meno su Nexus, qualche giocatore si è posto la domanda se non fosse più sensato aspettare qualche mese ed accedere ai reami una volta che saranno risolti un po’ di bug e ci saranno più contenuti. Per quanto questa scelta possa trovare una risposta diversa a seconda di ognuno di noi, WildStar è letteralmente un mondo online con la sua storia e i suoi cicli. Accedere adesso, piuttosto che l’anno prossimo, vuol dire essere l’avanguardia di un microcosmo virtuale. Essere tra i primi a scoprire nuove aree, ad affrontare un nuovo boss epico con contenuti al giusto livello, dà molte più soddisfazioni di quante se ne possano provare qualche anno dopo. Attualmente, il numero di contenuti presenti è già altissimo, gran parte dei giocatori ci impiegherà circa due mesi a raggiungere il cap, cosa che richiederà intorno alle 70-80 ore.

Uno degli elementi più discussi di WildStar è la decisione di ricorrere al canone mensile. Non siamo qui per discutere la legittimità o meno di imporre un abbonamento ai giocatori, perché fondamentalmente non abbiamo a disposizione l’unico dato che conta, ovvero a quanto ammontano le spese di mantenimento dei server e lo sviluppo dei nuovi contenuti. Come dicemmo in fase di anteprima, esprimendo un parere prettamente personale, tutti i MMORPG hanno o un canone o le micro-transazioni. Se dovessimo scegliere tra questi due modelli, al posto che pagare per ogni cosa, preferiremmo dare una quota fissa e lasciare che gli sviluppatori si concentrino nel creare nuovi elementi con la qualità massima possibile, senza dover studiare cosa far pagare e cosa no. Nel caso dovessimo constatare che gli aggiornamenti siano scadenti o non escano a cadenza regolare, ci si potrebbe limitare semplicemente a non comprare una time card, in attesa di periodi migliori. Ad ogni modo, i giochi pubblicati da NcSoft negli anni si sono sempre contraddistinti come modello da seguire, con aggiornamenti e nuovi contenuti rilasciati in maniera costante e WildStar al momento pare voler seguire la stessa via. Mentre stiamo scrivendo questa recensione è stato annunciato che il primo update con fix ed elementi nuovi arriverà i primi di luglio, ovvero ad un mese preciso dal lancio ufficiale.

SCALABILITà

Per verificare come gira WildStar su diverse configurazioni l’abbiamo installato su una macchina di livello medio-alto e su un PC portatile che passa di poco i requisiti minimi. Anche sul sistema più debole, modificando la qualità del rendering e il numero degli oggetti a video, siamo riusciti ad ottenere un framerate costante e una qualità sufficiente per giocare in maniera accettabile. La situazione è decisamente migliorata rispetto alla beta, visto che a marzo – sullo stesso portatile WildStar – era praticamente inutilizzabile. Tecnicamente il MMORPG di Carbine Studios è progettato per essere performante sul numero maggiore possibile di computer, tale indirizzo si traduce in una vasta possibilità di scalare tutte le impostazioni grafiche. Anche chi ha hardware datato dovrebbe riuscire a gestire quasi tutti i contenuti presenti su Nexus, a patto di giocare con una grafica meno definita. Impostando i settaggi al massimo la situazione cambia notevolmente, la veste tecnica pur non essendo progettata per essere spacca-mascella si presenta come ricca di stile, con colori fluorescenti e una realizzazione convincente. Dal punto di vista sonoro le numerose canzoni presenti accompagnano bene la nostra avventura, ma escluso il main theme, veramente efficace, le altre tracce difficilmente rimangono impresse.

WildStar – Recensione IN CONCLUSIONE
Il 3 giugno WildStar ha fatto il suo ingresso nel mercato passando per la porta principale e ponendosi come scomodo competitor con cui tutti i big presenti da più tempo dovranno confrontarsi. Pur non essendo innovativo e non presentando nulla di realmente nuovo, il prodotto di Carbine Studios offre ai giocatori tutto quello che hanno a lungo chiesto ma non sono mai riusciti ad ottenere. Un sistema di combattimento semplice e dinamico, dungeon difficili, una grande quantità di contenuti endgame sarebbero da soli sufficienti per convincere molti dei giocatori a scaricare immediatamente il client. Se a tutto questo aggiungiamo lo sviluppo e un rilascio costante di nuovi elementi di gioco si capisce perché WildStar sia saltato alla ribalta come uno dei giochi più interessanti degli ultimi anni. Le avventure su Nexus sono l'evoluzione più diretta di tutti i vari Theme Park e allo stesso tempo il nuovo metro di paragone per questo genere di giochi e per i contenuti che in futuro la concorrenza rilascerà. Se non amate questo genere di gameplay difficilmente oggi cambierete idea, se invece siete alla ricerca di qualcosa che vi intrattenga nelle calde notti estive o siete tra quei giocatori che dopo anni di attività hanno abbandonato i MMORPG, allora date una possibilità a WildStar. Fatelo però a vostro rischio e pericolo, Nexus potrebbe risucchiarvi. ZVOTO 9
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