Secondo i royal watchers Kate, il giorno delle sue nozze, indosserà lo stesso diadema utilizzato dalla nonna del promesso sposo. In effetti la futura principessa ha solo l’imbarazzo della scelta visto che le cassaforti di Buckingham Palace contengono una splendida collezione di tiare messa insieme soprattutto dalle regine Alexandra e Mary, rispettivamente quadrisavola e trisavola di William. Oltre alla storia della “The King George III Fringe Tiara” (a cui la storica Leslie Field dedica un intero capitolo nel suo The Queen’s Jewels) e visto che stiamo parlando di matrimoni inglesi, ho pensato di raccontarvi qualcosa sulle nozze di quella che era, all’epoca, la principessa Elisabetta.
In quasi 60 anni di regno ha affrontato senza battere ciglio avversità di ogni genere, crisi politiche, intemperanze di una parentela piuttosto vivace, persino i chiacchieratissimi divorzi dei figli e il difficile “caso” lady D. Ha superato il tutto facendo leva su un granitico senso del dovere, senza mutare il suo stile, che oggi è diventato un punto di riferimento nel genere “signora bene”, e senza scendere a compromessi. Unica debolezza di Sua Maestà Elisabetta II regina di Gran Bretagna, Scozia e Irlanda del nord, l’amore per l’uomo che le è accanto dal 1947. Gaffes, colpi di testa, avventure, intemperanze, insolenze, lei gli ha sempre perdonato tutto. La loro storia inizia il 2 luglio 1939 quando re Giorgio VI, la moglie e le due figlie visitano l’accademia navale di Dartmouth. Mentre i sovrani visitano il celebre collegio militare, per le due principesse è prevista una passeggiata nel parco, accompagnate da un giovane sott’ufficiale scelto appositamente per l’occasione grazie alle manovre di un personaggio ben noto a corte, lord Louis Mountbatten, cugino dei reali. La guida si chiama Filippo di Grecia e Danimarca, ha 18 anni per parte di padre è il nipote del re di Grecia, mentre sua madre è appunto la sorella di lord Mountbatten. Margaret, che è ancora una bambina, lo trova divertente. La tredicenne Elisabetta invece rimane estasiata dalla bellezza e della prorompente personalità di questo ragazzo alto e biondo. Quando Filippo salta con agilità la rete di un campo da tennis, la principessa ereditaria mormora alla sua governante “è straordinario vero? Come riesce a saltare in alto”. Nel suo libro di ricordi Marion Crawford racconta di non essere stata particolarmente impressionata dalla prova ginnica, ma di avere avuto la sensazione, invece, che il ragazzo stesse cercando di mettersi in mostra. Pare, su indicazione dello stesso zio Mountbatten il quale ha iniziato a tessere la sua trama. Elisabetta e Filippo si scrivono durante tutta la II Guerra Mondiale e si vedono anche quando lui è in licenza a Londra. Il giovane principe, nonostante i titoli e le ottime ascendenze (è più volte cugino di Elisabetta sia dal lato inglese che da quello greco-danese) è praticamente solo al mondo. Le sue sorelle sono tutte sposate, il padre Andrea di Grecia, sfuggito per un pelo ad un plotone di esecuzione quando la Grecia diventa una repubblica, fa il play boy sulla Costa Azzurra, mentre sua madre Alice, dopo dieci anni passati fra sanatori e cliniche psichiatriche, trova finalmente pace nella religione. La famiglia, senza un soldo dal momento in cui ha lasciato la Grecia, è sopravvissuta a Parigi grazie alla generosità dei cugini; gli studi di Filippo sono stati finanziati dalla nonna e dagli zii materni, ma il ragazzo, in effetti, non ha una casa. Ad ogni modo per lord Mountbatten, fratello minore di Alice, Filippo è il figlio maschio che non ha mai avuto e presto comincia a sognare per lui un matrimonio importante, magari con l’erede al trono inglese. Nel corso degli anni il futuro ultimo vicerè dell’India non lascerà nulla di intentato per far si che ciò accada. I brevi incontri durante gli anni della guerra confermano i sentimenti di Elisabetta anche se questo principe greco piace poco a re Giorgio VI, padre amorevole e molto protettivo, il quale teme sopra ogni altra cosa di veder soffrire la figlia. Alla fine del conflitto Elisabetta ha ormai 19 anni è diventata una ragazza molto carina e ha un unico grande desiderio, sposare Filippo, ma le ci vorranno due anni per convincere il re. Il bel principe, che nel frattempo ha abbandonato i suoi titoli greci e si è convertito alla chiesa anglicana, porta all’altare Elisabetta il 20 novembre 1947. Le nozze, a causa del razionamento ancora in corso, sono per forza austere, però rappresentano il primo evento felice dopo gli anni difficili della guerra e gli inglesi sono ben felici di festeggiare la figlia di un re che ha sostenuto con coraggio la nazione. Il menù del pranzo è modesto e per il suo abito la giovane Elisabetta deve chiedere una integrazione dei tagliandi della sua tessera annonaria. Il risultato comunque è degno di nota, Norman Hartnell si ispira alla Primavera del Botticelli e copre la sua creazione di delicati ramage floreali. Il velo è fermato da un diadema di brillanti che appartiene alla collezione privata dei sovrani, la “George III fringe tiara” . Unico neo della giornata, le sorelle di Filippo, tutte sposate con principi tedeschi, un paio dei quali seriamente implicati con il nazismo, vengono lasciate a casa. La coppia felice passa la sua prima notte di nozze a Broadlands, la splendida proprietà di lord Mountbatten inaugurando una tradizione che sarà ripresa 34 anni dopo da Carlo e Diana. Sempre tre passi dietro alla moglie, Filippo è per contro il capo incontestato, indiscusso ed anche temuto, della famiglia. Famoso per il suo franco parlare, il principe, poi creato duca di Edimburgo, non è stato un marito fedele, ma è rimasto solido ed incrollabile accanto ad Elisabetta che ha sostenuto nei momenti più bui della monarchia, dalle crisi politiche all’affaire Diana.
Eccola qua la “Fringe Tiara” (la tiara a frange) realizzata intorno al 1830 con diamanti taglio brillante appartenuti a re Giorgio III. Si tratta di un gioiello trasformabile, di quelli che cioè possono essere portati anche come collier.
Elisabetta è la prima della famiglia ad usare la “Frige Tiara” come diadema nuziale (anche perché in passato le spose, comprese quelle reali, fermavano i loro veli soprattutto con ghirlande di fiori), ma la mattina delle nozze il diadema cade e si spezza. Un gioielliere accorso a Buckingham Palace rimedia al danno e la principessa può indossare il gioiello.
La “Fringe Tiara” appare per la prima volta sulla testa della regina Vittoria in un dipinto di Winterhalter che è una specie di allegoria del mese di maggio. La sovrana ha in braccio il suo terzo figlio maschio, il principe Arthur, mentre il consorte Alberto è un po’ in disparte e come distratto da altro. Protagonista quasi assoluto è il vecchio duca di Wellington, Arthur Wellesly il celebre vincitore di Napoleone a Waterloo, che offre in dono al suo figlioccio un cofanetto d’oro.
Il diadema (uso il termine come sinonimo di tiara) viene ereditato dalla moglie del duca di York, nipote della regina Vittoria, e futuro Giorgio V. Mary a sua volta la passa alla nuora, Elisabeth che la indossa spesso anche se il gioiello non riscuote consensi unanimi. Ad uno dei grandi balli che si svolgono in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di Giorgio VI un aristocratico inglese annota nel suo diario ”la regina aveva un abito bianco e una brutta tiara a punta” (cfr Field pag 42). De gustibus…
Elisabeth, ormai Queen Mother, con la tiara nel 1953
Infine la principessa Anna il giorno del suo primo matrimonio con il capitano Mark Phillips nel novembre del 1973. Ecco di nuovo la “Frige Tiara” che però è solo un prestito. Non la indosserà mai più.
La “fringe tiara” è un modello che riscuote molto successo, tutte le famiglie reali, principesse, sovrane, regine di metà-fine ‘800 hanno una fringe nel loro cofanetto dei gioielli. E tutti i diademi a punte possono essere portati anche come collier. Secondo alcuni storici si tratterebbe di una rivisitazione “preziosa” del kokosnik, il copricapo indossato dalle contadine russe nei giorni di festa, e sarebbe stato introdotto dalle granduchesse Romanov che nel XIX secolo si sposano in giro per l’Europa.