L’impossibile è in realtà possibile a Microsoft, una delle società di ingegneria più richiesta, se non la più importante e la più “potente” azienda informatica.
Parlando a uno degli eventi più importanti in ambito open source, lo ChefCon, un ingegnere e Technical Fellow Microsoft Mark Russinovich ha affermato qualcosa di assolutamente inaspettato e incredibile: “E’ sicuramente possibile” che un giorno Windows possa diventare open source.
“E’ una nuova Microsoft”, ha detto Russinovich a Wired, che era presente alla manifestazione.
Nel mondo dei sistemi operativi, esistono due tipologie principali: closed source e open source.
I sistemi operativi closed source includono Windows e Apple OS X e sono classificati come tali perché il codice che viene utilizzato per gestire il software non è messo a disposizione del pubblico.
I sistemi operativi open source, invece, consentono l’accesso a tutto il codice che gestisce un software da parte della comunità tecnologia, consentendo ai programmatori di sperimentare, testare, modificare, ottimizzare e infine creare distribuzioni uniche del sistema operativo. Il sistema operativo principe open-source lato desktop è Linux.
Il dibattito sulle applicazioni open-source è stato lungo e acceso. Coloro che sostengono la comunità open-source affermano che, mettendo a disposizione degli utenti il codice, la saggezza, l’esperienza e l’abilità prevalenti di coloro che accedono al codice (caratteristiche che quindi si contrappongono ai malintenzionati che potrebbero creare malware o in generale codice malevole grazie al codice disponibile) creerà una piattaforma operativa forte e attraente. Nel caso di Microsoft, invece, il controllo e il non rendere pubblico il codice rappresentano un vantaggio competitivo che ha generato miliardi di dollari per il gigante del software.
La possibilità che Microsoft renda Windows open source si tradurrebbe in un vero e proprio sisma all’interno della società. Il codice di Windows può considerarsi come terra consacrata da parte di Bill Gates e di Steve Ballmer quando conducevano l’azienda e non avevano alcun interesse a coinvolgere personale esterno e sconosciuto attorno alla loro creatura chiamata Windows.
Avere una piattaforma chiusa significava controllare le release, controllare le esperienze degli utenti e, infine, il controllo del ciclo delle entrate monetarie generate da Windows.
Ma durante l’ultimo anno, da quando Satya Nadella di Microsoft è stato assunto come amministratore delegato, Microsoft ha iniziato lentamente ma sicuramente a cambiare rotta. La società non è più solo una società di software, e Nadella, in un lungo comunicato dello scorso anno, ha affermato che Microsoft si concentrerà sui servizi cloud e sui servizi mobile in modo che possano diventare il più possibile indipendenti dalla piattaforma.
Il suo obiettivo è quello di incrementare le entrate, e di conseguenza il successo, attraverso servizi come Office 365, la suite di applicazioni basate su cloud dell’azienda, tra cui Word ed Excel, e attraverso le persone che diventano sistema di propaganda dei servizi; il tutto ovviamente in maniera indipendente dal sistema operativo che sta alla base.
Alla fine di quest’anno, Microsoft prevede di lanciare di Windows 10, l’ultimo aggiornamento al suo sistema operativo a lungo dominatore della scena. Per la prima volta, l’azienda offre un importante aggiornamento gratuito a tutti i clienti che possiedono Windows 7 e Windows 8. L’azienda si è addirittura spinta al punto di offrire un aggiornamento gratuito a tutti coloro che hanno piratato una copia precedente di Windows. La mossa è un tentativo non poco sottile da parte di Microsoft per dimostrare che è una società cambiata che non crede che il suo futuro dipenda dal successo o dal fallimento di Windows.
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Nonostante il potenziale cambiamento di Microsoft verso Windows, la società non ha ufficialmente preso una posizione nei confronti dell’ open source, e secondo Wired, Russinovich ha detto che qualsiasi mossa verso il lato “open” della tecnologia non dovrebbe essere prevista a breve termine. Russinovich ha ammesso, tuttavia, che conversazioni sul tema, all’interno dell’azienda, si sono verificate e continuano a verificarsi.
Tali conversazioni avrebbero ottenuto pareri negativi da parte di persone rimosse da Microsoft un decennio fa. Infatti, nel periodo d’oro del regno di Gates e di Ballmer, un semplice suggerimento in ambito open source avrebbe messo la persona in conflitto diretto con il tessuto della cultura aziendale di Microsoft.
”Open source è il distruttore della proprietà intellettuale’ affermò scherzando Jim Allchin, ex capo di Windows. “Non riesco a immaginare qualcosa che potrebbe essere peggiore di ciò per il business del software e per il business della proprietà intellettuale. ”
“Linux è un cancro che attacca il vero senso della proprietà intellettuale e tutto ciò che tocca”, ha detto l’ex CEO di Microsoft Steve Ballmer al Chicago Sun-Times pochi mesi dopo. “Questo è il senso di utilità e di funzionamento delle licenze di un software.”
Ma i tempi, ovviamente cambiano. Microsoft lo scorso anno ha reso il suo framework .Net open source. Il framework .Net è stato costruito dalla società per consentire agli sviluppatori di creare applicazioni per Windows. Ora i programmatori possono utilizzarlo per lo sviluppo di applicazioni su altre piattaforme.
Microsoft Azure, una piattaforma di cloud computing che include tutti i servizi per eseguire applicazioni Web su macchine virtuali in esecuzione sul Web, supporta anche Linux. Secondo un rapporto dello scorso anno, almeno il 20 per cento di queste macchine virtuali eseguono Linux e non Windows.
“Non abbiamo fatto alcuna scelta open source o alcun cambiamento al modello di business per Windows,” ha detto una portavoce di Microsoft in un comunicato mettendo fine, probabilmente per ora, alla diatriba “Windows open source – Windows closed source”.
[Via Wired.com]
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