Nota fondamentale in partenza: ho visto Winnie The Pooh – Nuove avventure nel bosco dei cento acri accompagnato dalla figlia treenne, che dell’orsetto goloso di miele e di tutti suoi amici è accanita fan (con particolare predilezione per Pimpi e Tigro).
Ora potete facilmente immaginare che l’esperienza sia particolare e rimare stupiti se vi dico che sia lei sia l’amico coetaneo sia l’intero parterre di bimbi (in media 3-4 anni più grandi di loro) siano rimasti seduti in queste poltrone enormi perfettamente concentrati su quello che succedeva sullo schermo.
L’orsetto Pooh viene svegliato un po’ a fatica dal narratore e come primo pensiero ha inevitabilmente quello di cercare un vasetto di miele.
Pare però che in tutto il Bosco dei 100 acri non ne sia rimasto nemmeno un goccetto.
C’è però chi ha un problema ancora più grande perchè Hii-Hoo ha perso la sua precaria coda. Così Uffa il gufo organizza una gara per inventare una nuova coda per l’asinello… con in palio un vasetto di miele!
Ma i problemi non finiscono qui perchè nella stessa giornata capita anche che Christopher Robin scompaia, presumibilmente rapito dal terribile Appresto.
Così tocca a Tappo, il più furbo di tutti, organizzare una complicatissima operazione di cattura dell’Appresto.
Il nuovo film di Winnie The Pooh è quanto di più classico possiate immaginare. Per quanto riguarda le vicende dell’orsetto e i fim Disney in generale.
Si comincia con la tradizionale intro in live action nella cameretta di Christopher Robin, si continua con la sigla classica della serie (finalmente adattata con l’inserimento del povero Tigro – da sempre escluso.
E poi non mancano le interazioni con il Narratore e con le lettere che compongono le frasi della storia che come sempre (anzi ancora più del solito) diventano terreno e parte integrante della storia.
C’è poi il racconto di Uffa che si trasforma in disegni animati e le canzoncine.
Insomma tutto quello che è per tradizione nei film di Pooh.
Compresi naturalmente i personaggi molto ma molto caratterizzati al punto da risultare parodie di se stessi.
Cosa che probabilmente è da sempre il motivo di un successo del genere soprattutto tra il pubblico dei più piccoli tra i piccoli.
Ma il film è apprezzabile anche dai grandi (io per esempio) per la simpatia e l’imbarazzante semplicità.
E la sequenza della combriccola bloccata nella fossa con il solo Pimpi deputato a salvare tutti è davvero divertente
Curiosità finali interessanti.
L’inizio dei titoli di coda è di nuovo in live action con i pupazzi sistemati a ricreare le scene del film e che in pratica lo raccontano nuovamente nella sua interezza.
E che nessuno si azzardi a lasciare la sala prima della fine dei titoli di coda perchè al fondo c’è una sorpresa non da poco!
Il film è introdotto dal corto La ballata di Nessie di cui vi dirò due parole a breve.