ROMA – Dopo le vicissitudini di “X men – Conflitto finale“, Logan (Hugh Jackman) si è ritirato sui monti; a trovarlo sarà una mutante giapponese (Kelly Hu), che lo porterà a Tokio poiché un magnate della tecnologia desidera vederlo prima di esalare l’ultimo respiro…
Mentre la prima pellicola dedicata a Wolverine aveva puntato tutto sulla fisicità, in quest’ultima sono la sua anima e il suo potere originale, ossia il fattore rigenerante in grado di rimarginare le ferite e curare ogni male, ad essere al centro della storia. Nel desiderio di conferire maggior struggimento alle vicende di Logan, sembra essersi persa tuttavia la capacità di fare delle scelte precise e audaci, in grado di appassionare realmente; il risultato quindi rischia di sfiorare l’anonimato, fatta eccezione per Hugh Jackman, che al suo quarto film nei panni di Logan continua a interpretare con talento e coerenza il suo personaggio, a dispetto di ciò che gli si muove intorno.