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Writing Tuesday: Meraviglia

Da Silbietta @silbi_etta
Writing Tuesday: Meraviglia

Little Balls – Stock Photo by rgvmonster

La biglia rotolava sulla strada in discesa.
I raggi del sole le conferivano riflessi colorati e il vento caldo di metà estate la sospingeva con grazia ad ogni curva.
E lei era felice.
Felice e piena di meraviglia per il paesaggio che incontrava sul suo percorso.
Quante cose aveva perduto negli anni di buio forzato passati in quel diavolo di scatolone dei ricordi!
Quanti momenti di disperazione aveva superato.

E quante ore di rabbia, odio e voglia di vendetta!
Certo, il suo aspetto riusciva ad ingannare chi la incontrava per caso.

Anche perchè, il più delle volte, la prima reazione era di meraviglia.
Seguita da un irrefrenabile desiderio di raccoglierla da terra.

Ora, non so se qualcuno di voi può già immaginare qualcosa.
O se ricorda di aver incontrato, in un’altra pagina e in un altro tempo, una biglia colorata simile a questa.
Ebbene, se per caso la domanda che vi frulla per la testa è quella che immagino io, vi rispondo subito:

Si, è la medesima biglia.

L’assassina per caso, l’avventuriera solitaria.
E lei, meravigliosamente inquieta e rotonda vagava di città in città alla ricerca di quel ragazzo che, anni prima, l’aveva fatta uscire da un’infernale macchina sputabiglie per farle vivere mille emozioni alla luce del sole.

Solo che, dicevamo, una biglia che vaga per la città, prima o poi attira sguardi curiosi.
Di bambini per lo più.
Ma anche di adulti dal cuore giovane e romantico.

E, sapete, non so davvero perchè la nostra biglia fosse tanto decisa a ricongiungersi con il suo passato.
Voglio dire, dopotutto ora era libera, poteva respirare a pieni polmoni l’aria, i profumi, osservare il mondo circostante.
Insomma, aveva la possibilità di visitare molti luoghi, di conoscere persone nuove.

Ma a lei queste cose sembravano non interessare per nulla.
Aveva un unico obiettivo.
Era un pensiero che la ossessionava ogni giorno, ogni ora, ogni singolo minuto che passava.
Nulla e Nessuno le avrebbe potuto far cambiare idea.

La biglia rotolava lungo la strada.
Il sole la scaldava, il vento la cullava dolcemente.
Dietro di lei, a testimonianza del suo passaggio, una scia di dolore e morte:
quel cagnolino insolente che si era avvicinato troppo, il camionista che l’aveva quasi schiacciata con il suo ingombrante mezzo.
Oppure l’autista dello scuolabus che l’aveva presa a calci.
Ok, forse il bambino con il berretto rosso che voleva ad ogni costo portarsela a casa per organizzare una gara con i suoi amici era stato uno sbaglio di percorso.
Perchè magari avrebbe potuto seguirlo, renderlo felice per qualche istante e poi sparire.

Ma, come si dice?
Quel che è fatto è fatto.
Non ci si guarda indietro.
Nessun rimpianto.
L’unica cosa che resta da fare è guardare avanti e arrivare alla meta prefissata.

E più si avvicinava al suo passato, più quella sensazione di amore, mista a meraviglia, cresceva:
Si sentiva come in un luna park, circondata da giostre e chioschi pieni di dolciumi.
Poteva sentire le risate dei bambini, le grida dei saltimbanchi, la musica che usciva dagli altoparlanti.

E quella voce…si, non c’era alcun dubbio.
Era lui.
L’aveva finalmente trovato.

La gioia divenne meraviglia.
La meraviglia si tramutò in impazienza.
L’impazienza in ansia.
E l’ansia le fece accellerare il viaggio.

La biglia ora filava velocemente lungo la strada in discesa.
Il sole si preparava a tramontare, e nemmeno un tornado sarebbe stato capace di frenare la sua corsa.
Era partita all’inseguimento di una voce, che si avvicinava sempre più.
Il suo passato era in procinto di apparirle nuovamente davanti.
Insieme al peso dei ricordi.

Someone told me long ago There’s a calm before the storm,
I know; It’s been coming for some time.
When it’s over, so they say, It’ll rain a sunny day,
I know; Shining down like water.

I want to know, Have you ever seen the rain?
I want to know, Have you ever seen the rain
Coming down on a sunny day?

Dalla macchina che la biglia seguiva a distanza, si diffuse quella canzone così familiare.
La calma prima della tempesta.
E poi eccolo li: un fiume di ricordi che torna all’improvviso, crudele come solo una delusione sa essere.
L’amicizia, la fiducia, la felicità.
E poi la separazione, a causa di quel bulletto (sistemato a dovere molte estati dopo).
E infine il dolore nello scoprire di essere stata rimpiazzata nel cuore di quel ragazzo da un’altra biglia.
Un’ordinaria biglia azzurra, per di più.

Un dolore che, coltivato negli anni, si era tramutato in odio profondo.
Perchè rappresentava il primo tradimento, quello che fa più male.

La felicità doveva aspettare.
Ora era il momento della vendetta.
E stavolta sarebbe stata l’ultima.

L’auto si fermò davanti ad una casa a due piani.
L’uomo scese distrattamente, chiuse la portiera e si avvicinò al portone buio.
Nella penombra si attardò a cercare le chiavi.

E fu allora che la biglia mise in atto la sua vendetta:

Iniziò a scendere, sempre più velocemente, sempre più minacciosa, verso la preda ignara.

E mentre scendeva era felice.
Si sentiva finalmente libera.

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