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WWF 50° Anniversario

Creato il 29 aprile 2011 da Apietrarota

WWF 50° Anniversario 
 
 

I successi del WWF in 50 anni di attività 

I NUMERI DEL WWF INTERNAZIONALE

SOSTENITORI: 5 milioni di persone

NEL MONDO: oltre 100 Paesi sui cinque continenti

PROGETTI: oltre 2.000 per la tutela della biodiversità e di sviluppo sostenibile

IN ITALIA : 400.000 soci/donatori, 100 sedi locali, 18 sezioni regionali, 130 oasi, decine di gruppi Guardie volontarie

AZIONI: da quelle a livello locale a favore delle singole specie e habitat individuali ad una strategia ambiziosa per la tutela della biodiversità e il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile in tutto il mondo.  

I PRINCIPALI SUCCESSI NEL MONDO 

Anni '60 - 5.6 milioni di dollari raccolti per sostenere 356 progetti di conservazione nel mondo.  

1962: Fondazione di una Stazione di ricerca nelle Isole Galapagos

La Charles Darwin Foundation Research Station. Unitamente ad altri lavori del WWF e partners, questo ha contribuito nel 1998 all'approvazione della Legge Speciale delle Galapagos e la costituzione della Riserva Marina delle Galapagos, al momento la seconda riserva marina al mondo per grandezza.  

1963: Nasce la prima scuola per gestori dei parchi

Scuola africana per la gestione delle aree naturali in Tanzania che da allora, ha formato oltre 4.000 guardie forestali e gestori delle aree naturali provenienti da oltre 50 paesi in Africa e all'estero. 

1965: Aumentano gli esemplari di rinoceronte bianco meridionale

Con il supporto del WWF, la East African Wildlife Society ha messo a punto l'introduzione sperimentale dei rinoceronti bianchi meridionali dal sud Africa al Kenia – che ha portato alle successive riuscite introduzioni e reintroduzioni di sottospecie verso diversi paesi. Minacciate dal bracconaggio tutti i rinoceronti sono una delle specie prioritarie per il WWF.  

1966: Indagini ambientali su specie a rischio

Il WWF ha finanziato ricerche sulle popolazioni ancora esistenti e sulle minacce per l' Orso dagli occhiali, su specie ancora sconosciute alla scienza – compresi tre grandi mammiferi nel Vietnam, un pesce nel Grande Mare delle Fiji e alcuni dei 1.200 animali e piante scoperti in Amazzonia nel corso dell'ultimo decennio. 

1969:  Acquisto di territorio nel Delta del Guadalquivir in Spagna

Acquistata dal WWF e dal governo spagnolo, questa terra divenne il Parco Nazionale di Coto Doñana – una delle prime aree umide protette del mondo e fondamentale zona di sosta e svernamento per gli uccelli migratori.  

Anni '70 – Dalla tutela degli habitat e specie alle azioni globali coinvolgendo i governi e promuovendo trattati ambientali internazionali. 

1971: Trattato Internazionale per le Aree Umide

A seguito di diversi anni di pressione da parte del WWF e altri, 18 governi hanno firmato la Convezione RAMSAR sulle Paludi di Importanza Internazionale, che rappresenta l'unico trattato ambientale globale per uno specifico habitat. Oggi nella lista RAMSAR si contano più di 1.900 aree umide che coprono un'area di 186 milioni di ettari, compresa la palude più grande del mondo, la Tumba-Maindombe nella Repubblica Democratica del Congo, con i suoi 6,6 milioni di ettari. Molte Oasi protette dal WWF Italia appartengono a questa lista. Il lavoro del WWF su vari livelli ha contribuito a circa il 75% dei nuovi siti dal 1999. 

1972: Conservazione della tigre su area vasta.

L'Operazione Tigre del WWF è stata la prima campagna globale in assoluto a difesa di una specie. Uno dei primi risultati fu il lancio del Progetto Tigre in India, dove un piano nazionale di conservazione della tigre della durata di sei anni e 15 nuove riserve per la tigre portarono alla crescita della popolazione di questo grande felino del 30% in soli sette anni. Da allora, anche Nepal, Bangladesh, Malesia, Tailandia, Indonesia, Butan, Russia e Cina hanno aderito ad iniziative per la conservazione della tigre che continuano ancora oggi. Tuttavia, una ripresa del bracconaggio nei primi anni '90 per rispondere al commercio di parti di tigre, in aggiunta alla continua perdita di habitat al di fuori delle aree protette, hanno lasciato non più di 3.200 esemplari liberi. Come parte del suo obiettivo, vale a dire raddoppiare la popolazione della tigre entro il 2022, il WWF ha lanciato l'Anno della Tigre nel 2010. La campagna ha avuto il suo culmine con il Summit sulla Tigre nel novembre del 2010, dove c'è stato un riscontro importantissimo da parte degli Stati che ospitano le 13 specie di tigre – oltre a far convergere diverse donazioni e fondi significativi per il Programma di Recupero Globale della Tigre. 

1975 : Comincia la conservazione della Foresta pluviale

La Campagnia WWF per la Foresta Pluviale è stata la prima campagna di conservazione basata su un intero bioma piuttosto che una singola specie o un'unica area di habitat. Oltre a contribuire alla raccolta fondi per le aree protette di foresta pluviale nell'Africa centrale ed occidentale, nel Sudest asiatico e America Latina, la campagna ha anche diffuso il riconoscimento dell'alto valore del livello di biodiversità ed ecologico delle foreste e dei rischi che corrono. Da allora, il WWF ha avuto un ruolo chiave nelle azioni volte alla costruzione di reti di aree protette – principalmente foreste tropicali – e nel raggiungimento di una gestione sostenibile delle loro risorse. 

1976: Regolazione del commercio di specie in pericolo

A supporto della neonata Convenzione sul commercio Internazionale di Specie in Pericolo (CITES), il WWF e l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) hanno congiuntamente fondato TRAFFIC, un programma che monitorizza il commercio dei prodotti della natura. CITES, attualmente, copre circa 30.000 specie tra vegetali e animali e conta 175 Paesi membri, mentre TRAFFIC è diventato un network mondiale con uffici in sei continenti. Insieme, questi due organi hanno avuto un ruolo cruciale nel rafforzare i controlli sul commercio di specie selvatiche e nella promozione di una gestione sostenibile di centinaia di specie le cui popolazioni sono minacciate dal commercio internazionale – dalle orchidee e il mogano alla lucertola e alcune specie di uccelli.  

Anni '80

Allo scoccare del suo 20° anniversario, il WWF aveva supportato aree protette sui cinque continenti coprendo l'1% della superficie terrestre e aveva contribuito al proseguimento dell'esistenza di un buon numero di specie. Ma non bastava ancora: la conservazione era un interesse comune e necessitava di essere integrata con lo sviluppo, piuttosto considerarlo un rapporto di conflitto. Questi concetti hanno portato al concetto di sviluppo sostenibile, una filosofia che pervade la conservazione.  

1980: La prima strategia globale per uno sviluppo sostenibile

Pubblicato da WWF, IUCN e il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) e approvato dalla Segreteria Generale delle Nazioni Unite, la Strategia Globale per la Conservazione è stato il primo documento che ha integrato la conservazione con l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali. È stato anche il primo a spiegare gli obiettivi della conservazione in termini di benefici per le persone. Più di 50 paesi hanno definito le proprie strategie nazionali per la conservazioni basandosi su segnalazioni di strategia, formando così le basi scientifiche e filosofiche del Brundtland Report nel 1987 che ha coniato il termine "sviluppo sostenibile". Nel 1991 le tre organizzazioni pubblicarono il seguito Caring for the Earth , che portò nel 1992 al Earth Summit a Rio e introdusse il concetto di conservazione nel mondo della politica e dello sviluppo.  

1981: Ricerca sui prodotti chimici tossici

Pubblicato nel 1962, Silent Spring di Rachel Carson aprì gli occhi del mondo sui pericoli dovuti all'inquinamento ambientale, specialmente I pesticidi. Il WWF ha supportato la ricerca sugli effetti dei pesticidi su specie ed ecosistemi durante gli anni '80. nel 2000, l'organizzazione attivò la comune consapevolezza su come le sostanze tossiche – inclusi pesticidi, prodotti industriali e chimici presenti negli articoli quotidiani – si ritrovano nel corpo umano e anche in animali che vivono in aree pure come l'Artico. 

1982: Moratoria sul commercio di balene

Le campagne in difesa delle balene degli anni '70 ha fatto di questi cetacei – vittime di secoli di pesca incontrollata – uno dei simboli dei cattiva gestione ambientale. Il WWF ha lavorato su una moratoria sul commercio di balene nella Commissione Internazionale per le Balene (IWC) dal 1965, e gran parte degli sforzi per la difesa dei cetacei (balene, delfini e altri mammiferi marini) proseguono nell'ambito della IWC. Altri successi includono la dichiarazione della IWC di un santuario delle balene nell'Oceano Antartico nel 1994 che, unitamente alla moratoria, ha contribuito al recupero di alcune popolazioni di balene, e una risoluzione congiunta del 2003 ha esteso la decisione a tutte le popolazioni di cetacei in pericolo soprattutto a causa della pesca accidentale e i cambiamenti climatici. In ogni caso, circa 2000 balene  vengono ancora cacciate ogni anno nonostante la moratoria. Perciò il WWF continua a cercare una soluzione al problema che porti beneficio alle balene e promuova un recupero delle popolazioni.  

1986 Integrazione tra conservazione e sviluppo.

Fondato con l'aiuto del WWF, il Parco nazionale Korup del Camerun è stato uno dei primi a coinvolgere popolazioni locali nel processo e ad avere un piano di gestione che comprendeva pratiche di uso del suolo e sviluppo rurale sostenibili  all'interno delle comunità locali. Tale sviluppo ha compreso l'insegnamento di attività di generazione di ricchezza alle donne dei villaggi e addestrato la gente locale come pattuglie anti-bracconaggio.  

1989 Piano nazionale per la conservazione del Panda gigante

A seguito dell'invito della Cina alla prima organizzazione mondiale di conservazione, il WWF fu coinvolto nella conservazione del panda gigante dal 1979. All'epoca, le prospettive per la specie apparivano sconfortanti: soltanto 1000 individui erano sopravvissuti in popolazioni isolate in un'area terribilmente ridotta e frammentata. Il piano di gestione della conservazione del WWF e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali cinese costruirono le basi per un lavoro che avrebbe portato ad un progetto congiunto per il panda. Tutto ciò è oggi ben avviato, con 62 riserve naturali che coprono il 60% degli attuali potenziali habitat connessi tra loro da corridoi ecologici che riuniscono dozzine di popolazioni di panda. Complessivamente, il governo cinese si è impegnato a proteggere 3 milioni di ettari di foreste che costituiscono l'habitat dei panda - un'area che misura quanto l'intero Belgio – entro il 2015. Inoltre il WWF ha supportato un certo numero di progetti per lo sviluppo di comunità per incoraggiare l'utilizzo e la gestione sostenibile delle foreste tra le persone che vivono negli habitat dei panda. Quale risultato di questi e altri sforzi la popolazione del panda gigante è aumentata a circa 1.600 esemplari. Ugualmente il WWF è stato coinvolto nel creare network connessi di aree protette in tanti altri paesi. 
 

Anni '90

Gli anni novanta hanno visto un riconoscimento ancora più vasto della connessione globale tra l'ambiente, le attività e il benessere umano – così come il valore della biodiversità e i nascenti rischi dei cambiamenti climatici. Queste problematiche sono state apertamente incluse nella mission del WWF, e da allora hanno determinato la causa e la linea di lavoro dell'organizzazione. Il WWF ha sviluppato una strategia globale di conservazione che concentra i suoi sforzi sulle eco regioni più critiche al mondo e su sei temi – la conservazione di specie, foreste, mare e acqua, cambiamento climatico e sostanze chimiche tossiche. Oltre ad incrementare le partnership con le aziende per la promozione della gestione sostenibile delle risorse. 

1992 Trattato per fermare la perdita di biodiversità

Il WWF ha un ruolo fondamentale nella realizzazione della Convenzione sulla Diversità  Biologica (CBD), un trattato internazionale per la conservazione e l'uso della biodiversità, e da allora ha sostenuto l'individuazione di obiettivi per la CBD e piani di lavoro.  

1993: Certificazione di prodotti sostenibili

Il WWF ha avuto un ruolo chiave nel lancio della Forest Stewardship Council (FSC), un pioniere nella certificazione per prodotti provenienti dalle foreste secondo severissimi criteri ambientali, sociali ed economici. Il processo di certificazione promuove una silvicoltura sostenibile e permette che il consumatore ultimo di avere la certezza di acquistare  prodotti eco-sostenibili. Con il supporto del WWF, più di 130 milioni di ettari di foresta e l'8,5% dei prodotti provenienti dalle foreste nel mercato internazionale, sono oggi certificati dalla FSC. Lo schema di certificazione per la pesca selvaggia del Consiglio per la Tutela Marina (MSC), lanciata dal WWF e Unilever nel 1996, ha raggiunto un successo simile, con oltre 100 stabilimenti certificati e 7000 prodotti certificati disponibili in tutto il mondo. 

1997 Cominciano le prime azioni globali per ridurre le emissioni di CO2

Il WWF ha contribuito a definire e ha avuto un ruolo fondamentale nell'approvazione ed entrata in vigore del protocollo di Kyoto, il primo accordo internazionale al mondo per limitare le emissioni di carbone. Per la promozione dell'efficienza energetica e sorgenti di energia rinnovabile, il WWF oggi sta lavorando per un'effettiva prosecuzione del protocollo una volta che il suo primo periodo sarà concluso nel 2012. Infine, l'organizzazione è fortemente coinvolta in azioni per prevenire emissioni di gas serra dovute alla deforestazione, oggi responsabile del 15% di tutte le emissioni.  

1998: Il primo Living Planet Report

Oggi una pubblicazione biennale redatta in collaborazione con la Zoological Society di Londra e il Global Footprint Network, il Living Planet Report è una delle analisi scientifiche sullo stato di salute della biodiversità e sull'impronta ecologica dell'uomo più attendibili al mondo. Il primo report individuò che la biodiversità si era ridotta del 30% dal 1970 – sottolineando per la prima volta che nonostante il movimento per la conservazione stesse vincendo molte battaglie, tuttavia stava perdendo la guerra. Inoltre mostrò che l'utilizzo da parte degli uomini delle risorse naturali rinnovabili eccedeva le capacità del pianeta di ricrearle di circa il 30% - una cifra che ha sfiorato il 50% nel 2010. I report sono stati strumenti essenziali nell'accrescere la consapevolezza sui pericoli che corre la biodiversità, l'impatto delle attività umane sulla natura e i limiti della Terra. 

1999 Dichiarazione d'avanguardia per le foreste del Congo

Allarmato dalla deforestazione illegale su vasta scala, la gestione debole delle foreste e la caccia selvaggia largamente diffusa, il WWF convocò il Summit Yaoundé Forest – il primo meeting che raccolse i capi di Stato dal Congo per discutere sulla protezione e la gestione sostenibile della seconda foresta tropicale al mondo. Ne risultò la Dichiarazione di Yaoundé e un secondo Summit nel 2005 che portò la prima sfida regionale dell'Africa sulla gestione sostenibile delle foreste a confrontarsi con i meccanismi di coordinamento interministeriale creando oltre 4 milioni di nuove aree protette. Un terzo Summit è stato fissato per metà del 2011 per la determinazione di altri impegni, compresi progetti per la promozione della riduzione delle emissioni di gas serra dovuti alla deforestazione e la degradazione forestale.

 

Anni 2000

L'arrivo del nuovo secolo ha portato il WWF ad accrescere le sue ambizioni, mirando a cambiamenti radicali che portino alla tutela per la conservazione, lo sviluppo sostenibile e stili di vita sostenibili. Con l'intenzione di conservare la biodiversità e ridurre l'impronta ecologica dell'uomo, l'organizzazione sta creando nuove partnership con lo scopo di integrare la conservazione del suolo, politiche di tutela e impegno nel settore privato. Tali sforzi si concentrano particolarmente sull'importanza comune che hanno habitat e specie, comprese aree vaste come l'Artico e animali e vegetali fondamentali sia per i loro abitanti che per le persone , e affrontare i cambiamenti climatici portando la sostenibilità nei mercati mondiali.  

2002: Iniziativa su larga scala per salvare l'Amazzonia

Con i rischi  di deforestazione che la più grande foresta tropicale correva, il WWF ha lavorato con il Brasile e altre partner per lanciare un'iniziativa di 10 anni per preservare 12%,o 60 milioni dell'Amazzonia brasiliana. Il lavoro più grande fatto in loco, ARPA (Amazon Regiona Protected Area) ha già creato più di 30 milioni di aree protette, migliorata la gestione in 62 aree protette già esistenti e creato un fondo per la conservazione di 29 milioni di dollari. Azioni simili sono state intraprese in altri paesi dell'Amazzonia, compreso un enorme lavoro prima del 2002, affinché oltre l'80% della foresta originale amazzonica sia oggi ancora intatta.  

2003: Il valore economico della Natura

In un report WWF è stato stimato che le barriere coralline forniscono circa 30 miliardi di dollari in benefici ogni anno attraverso la loro fornitura di beni al mondo dell'economia, compreso il turismo, alla pesca e la protezione costiera. Report successivi hanno analizzato il valore di altri ecosistemi per la società umana: le aree forestali forniscono  le risorse necessarie per rifornire di acqua potabile molte delle più grandi città del mondo, e il valore economico annuale delle palude viene stimato in 3,4 miliardi di dollari grazie alla loro fornitura di cibo, acqua dolce, materiali da costruzione. Tale ricerca ha dato un contributo essenziale nel convincere i governi e le comunità locali sul valore degli ecosistemi e delle specie e i servizi degli ecosistemi, dove la gente locale viene ricompensata per il loro sforzo di manutenzione e gestione degli habitat naturali.   

2008: La certificazione per l'olio di palma sostenibile entra nel mercato

Sulla scia del successo del FSC e MSC, nel 2004 il WWF, un'altra ONG e l'industria dell'olio di palma, formarono una Tavola Rotonda sull'Olio di Palma sostenibile (RSPO) per lo sviluppo degli standard e uno schema di certificazione per l'olio di palma sostenibile – un prodotto agricolo fondamentale la cui produzione si è ampliata enormemente nell'arco delle ultime decadi ai danni di vaste aree di foresta pluviale. Nel 2010, dopo due anni in cui divenne operativo, circa il 6,4% della produzione complessiva di olio di palma è stata certificata dalla RSPO. Gli sforzi del WWF sull'olio di palma fa parte di una serie di azioni volte a portare i mercati di 15 prodotti base globali verso la sostenibilità, inclusa la soia, il cotone, la carne bovina e i gamberi da allevamento. 

2009: Assicurare un futuro all'area marina più ricca del mondo

Nel maggio 2009, i leader di sei Nazioni – Indonesia, Malesia, Papua Nuova Guinea, Filippine, Isole Salomone e Timor Est – si impegnarono in un piano per la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse costiere e marine all'interno della regione del cosiddetto Triangolo Corallino, una vasta area che ospita il 76% delle intere specie coralline del mondo e le popolazioni più vaste di tonno al mondo. Unitamente agli obiettivi raggiunti dal WWF nel Triangolo Corallino, il piano punta, tra le altre cose, a stabilire una rete di aree marine protette, far adottare agli stabilimenti di pesca un approccio ecologico, assicurare uno sfruttamento sostenibile delle riserve comuni di tonno e implementare strategie di adattamento climatico. Il WWF sta lavorando oggi per migliorare il piano nelle pratiche di pesca, commercio e acquisto attraverso nuove partnership e coalizioni. 

2010: L'evento di attivismo ambientale più grande al mondo

Come parte degli sforzi di attivismo sul campo, il WWF sfrutta l'immensa voce dei suoi sostenitori per mostrare al mondo il supporto che il WWF riceve per raggiungere gli obiettivi e per fare opera di pressione su chi prende le decisioni. Earth Hour – dove persone, palazzi e intere città spengono le luci per un'ora per dimostrare il proprio supporto sui cambiamenti climatici – è diventata la più importante piattaforma dimostrativa. Il primo Earth Hour nel 2007 ha coinvolto 2,2 milioni di abitazioni e uffici a Sydney in Australia; soltanto tre anni più tardi, centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ha aderito a Earth Hour 2010, che ha raggiunto circa una persona su sei su tutto il pianeta. Il WWF organizza questo evento senza precedenti come strumento per convincere politici, governi e leader mondiali ad assicurare un proseguimento efficace al Protocollo di Kyoto e a cominciare a fare tutto il necessario nei tagli alle emissioni di gas serra. 

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