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X-Autori #3: una chiacchierata con Steven T. Seagle

Creato il 30 settembre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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X Autori #3: una chiacchierata con Steven T. Seagle X Men Steven T. Seagle Marvel Comics In Evidenza

X Autori #3: una chiacchierata con Steven T. Seagle X Men Steven T. Seagle Marvel Comics In Evidenza

Steven T. Seagle  è uno scrittore e sceneggiatore di fumetti, tv, film, videogiochi e serie animate americano. A lungo scrittore di serie della DC Vertigo quali Sandman Mystery Theatre e House of Secrets, per un anno e mezzo è stato l’ideatore delle storie dell’albo Uncanny X-Men.
Steve  fa parte dello Studio Man of Action, insieme a Joe Kelly, Duncan Rouleau  e Joe Casey, ed è anche uno dei creatori della serie animata Ben 10 e di molti altri show di successo del canale Cartoon Network.

X Autori #3: una chiacchierata con Steven T. Seagle X Men Steven T. Seagle Marvel Comics In Evidenza

Salve Steve e grazie per aver accettato l’invito de Lo Spazio Bianco.
In occasione del cinquantesimo anniversario della loro nascita, stiamo dedicando agli X-Men uno speciale. Vorremmo farti qualche domanda sul tuo periodo alla guida di Uncanny X-Men: pronto? Si parte…

Tu e Joe Kelly siete amici e colleghi di studio,  non credo sia stata certo una coincidenza  che abbiate lavorato contemporaneamente su X-Men e Uncanny X-Men. Come non è un caso che abbiate lasciato le due testate nello stesso momento. Vuoi raccontarci com’è nata questa decisione e se è stata sofferta o meno?
A dir la verità, ho incontrato Joe Kelly quando sono arrivato sulle testate X. Avevo già molti anni di esperienza professionale nel campo dei comics e mi sembrava di averci messo abbastanza tempo per arrivare a lavorare ai massimi livelli del settore. Poi scopro che Joe Kelly,  un neolaureato con appena un solo anno di esperienza professionale, aveva ottenuto anche lui quel lavoro! Non potevo crederci! Come poteva qualcuno così alle prime armi arrivare a fare quello per cui io avevo impiegato decenni?! L’ho odiato immediatamente.
Poi ci ho parlato al telefono e l’ho trovato molto simpatico. In seguito l’ho incontrato di persona e ho scoperto che era il fratello che avrei voluto, ma non avevo mai incontrato. Ho cominciato a lavorarci insieme e ho scoperto che era estremamente intelligente, divertente e talentuoso. Non c’è da meravigliarsi se lo odiavo! Era perfetto! Così Joe è diventato velocemente un amico fraterno. Gli voglio ancora bene come a un fratello e l’incontro con lui è stato un momento importante della mia carriera.
Non è un caso che abbiamo lasciato le due X-testate contemporaneamente. In effetti, abbiamo fatto subito un patto, che se uno di noi si fosse sentito obbligato a smettere, l’altro l’avrebbe seguito per solidarietà. Ero molto nervoso nel chiamare Joe per dirgli che avevo raggiunto il mio punto di rottura con il continuo “rimbalzo” editoriale su Uncanny X-Men e volevo lasciare la testata. Poi invece ho ricevuto una telefonata da Joe lo stesso giorno che mi diceva che anche lui si sentiva allo stesso modo riguardo a X-Men. Siamo scoppiati a ridere nello scoprire che entrambi avevamo deciso di andarcene contemporaneamente. Poi abbiamo smesso di ridere e ci siamo veramente licenziati. Siamo saliti su un aereo e siamo andati in Australia e Nuova Zelanda per due convention davvero divertenti. Fare rafting nelle Black Water e Bondi Beach sono davvero ottimi modi per superare il fatto di dover lasciare due testate a cui tenevamo veramente tanto.

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Prima di iniziare a lavorare sugli X-Men tu avevi lavorato (e hai continuato a farlo) con personaggi di tutt’altro genere: mi riferisco alla tua lunga run su Sandman Mistery Theatre e House of Secrets della DC Vertigo. Ci puoi descrivere il modo diverso, se diverso è stato, che hai avuto nell’approcciarti a personaggi e tematiche così differenti come quelle dei mutanti Marvel rispetto alle testate Vertigo?
Effettivamente mi fu chiesto di portare la mia più oscura sensibilità “Vertigo” su Uncanny X-Men. Fu uno dei motivi principali per cui mi fu offerto quel posto di lavoro. E mi sembra che in due albi, il 353 e il 356, ci sia qualcosa del tono che avrei voluto usare, ma, a quanto pare, il mio punto di vista non era quello che veramente volevano. Quello che desideravano era di prendere loro stessi le decisioni creative e che io seguissi le loro indicazioni. La stessa cosa è accaduta a Joe. Una volta che ciò è diventato chiaro, ho deciso che non mi sentivo valorizzato  e mi sono dimesso.
Detto questo, rimasi comunque alla Vertigo in quel periodo e ci restai anche per un bel po’ di tempo dopo. Se alla Marvel fossero stati in grado di creare un accordo che avesse equilibrato le idee degli autori con le decisioni della casa editrice, probabilmente sarei ancora lì adesso.

Ci puoi dire cosa avevi in mente a livello di sviluppo della trama quando hai lasciato la testata Uncanny X-Men?
Joe ed io avevamo pianificato un anno di storie piuttosto interessanti, nessuna delle quali siamo stati in grado di realizzare completamente a causa dei cambiamenti editoriali, a volte anche dopo che le trame erano già state avviate negli albi. Alcune delle nostre idee più interessanti erano: 1) gli X-Men si svegliano in un moderno campo di concentramento diretto da Magneto e i loro lati più oscuri vengono messi in evidenza, cambiando per sempre i loro rapporti; 2) gli X-Men originali si riuniscono e cercano di ridefinire il sogno di Xavier per una nuova era, ma le ferite del passato continuano a far male anche nel presente; 3) la vera Jean Grey diventa Fenice e vediamo se questa forza cosmica sarebbe riuscita a corrompere il personaggio originale come ha fatto con il suo clone; 4) Rogue “cura” il suo potere mutante e solleva la delicata questione “Se tu potessi scegliere di non essere in un certo modo (geneticamente) faresti questa scelta?” tra lei e il suo gruppo; 5) Xavier ricompare insieme a degli X-Men completamente nuovi e diversi, con una nuova visione del mondo davvero contorta; 6) Magneto finalmente fa qualcosa di veramente importante, facendo uscire la Terra dal suo asse orbitale con risultati globali catastrofici.
Oh, beh…

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Quale è stato tra il cast di protagonisti, comprimari e villain degli X-Men il personaggio che ti è piaciuto di più scrivere e quale invece il più difficile da gestire?
Mi è piaciuto molto scrivere di Jean e Scott come una coppia. Mi sono piaciuti molto i conflitti inerenti Nightcrawler. Dovevo costantemente avere a che fare con Gambit e non mi piaceva affatto, perché io sono del sud e nulla in lui mi ha mai colpito come tratto tipico del sud, anche se il personaggio dovrebbe essere originario della Louisiana.

Pensi che il concetto alla base degli X-Men (disuguaglianza, paura dei mutanti, etc.) sia stato una buona scusa per parlare di questi temi in un fumetto?
Gli X-Men sono uno dei migliori fumetti-metafora di sempre. E continuano ad essere rilevanti quando sono gestiti da autori che hanno il permesso di valorizzare i loro punti di forza.

Grazie mille, Steve!
A voi!

Intervista effettuata via mail e conclusa il 29/03/2013

Traduzione di David Padovani
Qui il testo originale: lospaziobianco.com/212-xauthors-chat-steven-seagle

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