Per la rubrica quotidiana relativa ai registi partecipanti al Festival di Cannes oggi ci occupiamo del giovanissimo regista canadese Xavier Dolan.
Questi tratti “oscuro” e “turbolento” sembrano segnare gran parte della sua produzione cinematografica. Dolan lavora su molti fronti diversi collezionando nel corso degli anni, nonostante la sua giovanissima età, numerose esperienze variegate che lo porteranno ad occuparsi oltre che di regia anche di sceneggiatura e doppiaggio. Presta la voce al personaggio di Stan nella versione in lingua francese della serie animata South Park. Ha doppiato, inoltre, Rupert Grint nei vari film dedicati a Harry Potter, e Taylor Lautner nei panni di Jacob Black in Twilight.
Nel 2008 recita nel controverso e violentissimo Martyrs (Pascal Laugier) nel ruolo di Antoine. Dolan confiderà in interviste successive di essere stato profondamente segnato dall’introspezione di Laugier nell’essenza indomabile della crudeltà umana.
I personaggi di Dolan, infatti, non si macchieranno mai di violenza materiale, ma subiranno la crudeltà emotiva sperimentando e vivendo tutte le sfumature del preconcetto e del pregiudizio. Finiranno per assumere ruoli catartici e simbolici aiutandoci a comprendere i limiti che imponiamo a noi stessi e al nostro prossimo. L’indagine di Dolan si concentra principalmente sul concetto di limite e sul suo superamento. Il limite per eccellenza è l’adolescenza spaccata fra seduzione, ambiguità, giochi sessuali ed emotivi, spesso crudeli e amari. Tale affresco segnerà il suo primo lungometraggio girato sempre nel 2008: J’ai tué ma mère, basato su una sua sceneggiatura semi-autobiografica scritta quando aveva sedici anni. Il diciassettenne Hubert Minel è combattuto tra sentimenti di odio e amore per la madre Chantale, si troverà ad affrontare le esperienze e i problemi tipici del passaggio all’età adulta. Nell’aprile 2009, il film viene selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs proprio al Festival di Cannes 2009, dove vince tre premi: Premio Art Cinéma. Premio SACD e Premio Regards Jeunes.Nel 2010 scrive, dirige e interpretata la sua seconda opera, Les Amours imaginaires, presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2010. Il film segue i protagonisti, Francis e Marie, nel corteggiamento serrato e feroce di Nicolas creatura diosiniaca ambigua e affamata di vita.
Il suo terzo lungometraggio Laurence Anyways viene presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2012, dove vince la Queer Palm. Considerato il capolavoro di Dolan, questo affresco tenerissimo e potente ci regala un personaggio memorabile. Nel 1989, mentre festeggia il suo compleanno, Laurence comunica alla sua fidanzata Fred che ha scelto di cambiare sesso e diventare donna, pur manifestando l’intenzione di continuare la loro relazione. Ancora una volta la stigmatizzazione sociale viene abbattuta con l’estrema voracità e poeticità dell’esistenza umana.
Tom à la ferme, il suo quarto film, è stato presentato in Concorso alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia dove ha vinto il Premio FIPRESCI. La perversità della relazione instaurata nel film mostra il messaggio cardine di tutta l’opera di Dolan: la verità risolve ogni controversia, ma richiede prezzi amari e spietati che siamo costretti a scontare.
Mommy, il suo quinto film, è in Concorso alla 67a edizione del Festival di Cannes.
Sinossi:
Mommy racconta la storia di una madre (Ann Dorval) che sta cercando di crescere al meglio un figlio piuttosto turbolento e dal comportamento violento (Antoine-Oliver Pilon) con l’eccezionale aiuto di una misteriosa vicina di casa, Kyla (Suzanne Clément).Non si può stabilire quando potremo vedere Mommy nelle sale italiane in quanto questo elegante regista non ha un distributore italiano.